Ebbene sì, di solito recensisco la serie dopo averla vista tutta ma, in questo caso, ho necessità di recensire almeno un episodio alla volta perchè sembra questa una specie di film: ognuno di questi dura un’ora e dieci.
Oggi inizio a parlarvi del k- drama Extraordinary Attorney Woo, o, semplicemente, Avvocata Woo che racconta le vicende di Woo Young – Woo, giovane avvocata autistica coreana.

L’episodio si apre con lei a cinque anni dal neuropsichiatra insieme al padre, vedovo, perchè la piccola non parla ancora nonostante l’età. Il medico suggerisce di approfondire per capire se la piccola possa essere autistica e il padre si mostra abbastanza preoccupato a questa ipotesi.
La bambina comincerà a parlare mentre lei e il padre tornano a casa e il marito della vicina, persona molto gelosa, pensa che il padre della piccola ci provi con la moglie quando questa si occupa della bambina. L’uomo si scaglia contro il padre, spaventando la bambina che si tappa le orecchie e inizia a sciorinare il codice penale e la parte riguardante le lesioni personali. La vicina si scusa con il padre ed entrambi restano stupiti a scoprire che una bambina di soli cinque anni sappia a memoria un intero manuale di diritto penale.
Questo è un trope vecchio come il mondo del quale le persone autistiche si stanno cominciando a stufare: il personaggio geniale che lo mostra in modo totalmente randomico lasciando tutti senza parole. Posta così sembra quasi un piccolo miracolo e forse non è così realistico.
Woo Young- Woo cresce e si laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti con tanto di articolo celebrativo affisso sul muro di casa con orgoglio. Nel primo episodio si sta dirigendo verso il suo futuro posto di lavoro e il padre le intima di mascherare tutti i suoi stimming e non parlare delle balene, suo interesse speciale che mi ha ricordato quello di Sam per i pinguini . La ragazza arriva davanti allo studio legale dopo un lungo viaggio e la prima cosa che fa è bloccarsi per svariati minuti davanti alla porta girevole perchè non riesce a passare finchè non viene aiutata da un’altra persona a passare. Nel corso dell’episodio, purtroppo, si ripete varie volte come una sorta di siparietto comico o paradosso: lei è un’avvocata in erba geniale che non riesce ad attraversare una porta girevole.
Ecco, qui arriviamo al punto dal quale deriva il titolo dell’articolo: la protagonista è chiaramente disprassica ma la serie non prova neanche a introdurre e spiegare questa neurodivergenza spesso usata solo per far ridere lo spettatore. La disprassia è spesso associata all’autismo come co occorrenza, ma NON tutte le persone autistiche sono automaticamente disprassiche. Penso che sia venuto il momento di provare a spiegare questa condizione senza usarla solo per ridicolizzare e infantilizzare le persone che lo sono. Le uniche due rappresentazioni della disprassia che mi hanno fatto sentire a mio agio sono quelle di un uccellino e una ragazza che sa leggere la storia degli oggetti e viaggia attraverso gli specchi e, in entrambi i casi, non sono volute dagli autori. Anch’io ho spesso perso svariati minuti davanti alla porta perchè ho difficoltà a far girare correttamente la chiave nella serratura a causa delle difficoltà nella motricità fine ma questa scena di lei che fissa la porta girevole si ripete così tante volte in un’ora di episodio che è palese che sia pensata come qualcosa di divertente anche se non lo è, tant’ è che uno dei personaggi a un certo punto appella la protagonista come ritardata e la deride proprio per questo.
Tornando all’episodio, la richiesta di masking fallisce appena lei si trova davanti il suo futuro capo, Jung Myung- seok, per il colloquio: uno degli stimming che caratterizzano la protagonista è contare fino a quattro prima di entrare in ogni stanza per controllare l’ansia e il capo lo nota subito. Viene fuori che l’uomo che l’ha chiamata a colloquio non aveva letto la seconda pagina del curriculum, nella quale c’è specificata la sua condizione. Questo gli fa fare marcia indietro chiedendo di confrontarsi con la CEO dello studio, Han Seon – yeong, dato che, anche se l’aspirante avvocata si è laureata a pieni voti in un’università importante, potrebbe non essere idonea al suo ruolo. Questo mi ha ricordato per un istante il primo episodio di The Good Doctor, in cui Shawn non viene preso sul serio dal team perchè autistico e savant ma alla fine gli viene data una possibilità quasi per pena. Woo viene accettata e rincontra una vecchia compagna di corso, Choi Soo- yeon, che per lei era la persona da prendere come esempio per tutti quei comportamenti che le persone autistiche non capiscono e non adottano naturalmente. Questa avvocata è invidiosa della protagonista perchè pensa che i suoi traguardi non siano meritati essendo autistica e quindi avendo evidenti difficoltà sia sociali sia in azioni semplici come passare dalla porta girevole infatti è lei che la chiama ritardata dopo l’ennesima volta che la vede fissare la suddetta porta girevole e le fa notare che ce n’è anche una normale che può usare per risparmiare a tutti quella scenetta. La reazione in sè è pure realistica, purtroppo, perchè si percepisce che non è un consiglio dato in modo disinteressato ma c’è una punta di pietismo data dall’invidia del personaggio. L’avvocata Choi crede che Young-Woo non sia la persona giusta per loro proprio per questo particolare che la trasforma in un attimo in un fenomeno da baraccone nonostante il titolo accademico.
Mi piacerebbe che si facesse lo sforzo di spiegare che le nostre difficoltà motorie che rendono complesse azioni banali per chiunque non è disprassico, non ci rendono bambini da aiutare solo per pena perchè ci perdiamo in queste piccolezze, come attraversare una porta girevole o girare la chiave nella serratura di una porta normale – questa è molto personale perchè mi è capitato spesso di recente – ma sappiamo risolvere situazioni ben più intricate – come le controversie giuridiche nel caso della serie – senza troppo sforzo. A me sembra una rappresentazione mozzata e infantilizzante dato che di certo non sono carina perchè inciampo ovunque e rischio di farmi male. La rappresentazione me la sto costruendo da sola basandomi sulle mie caratteristiche, che non varranno per tutti ma almeno spero di gettare le basi e far riflettere su cosa comporta questa neurodivergenza: la protagonista del romanzo fantasy che sto scrivendo è una strega disprassica che deve imparare a usare la magia in un modo che sia adatto a lei, che non apprende come gli altri maghi per via della difficoltà nella motricità fine in un mondo in cui gli incantesimi sono possibili esclusivamente grazie ai movimenti delle mani.
Riprendendo la trama, Myung – seok decide di dare una possibilità a Young-Woo affidandole un caso abbastanza recente da analizzare. Lei mostra l’ecolalia ripetendo alcune parole che le vengono dette, ovviamente il capo pensa che lei lo stia prendendo in giro anche se in realtà ripete le parti importanti per memorizzarle e capirle meglio. A un certo punto la ragazza rompe un’altra promessa fatta al padre: leggendo il fascicolo del caso, paragona il ferro da stiro a un capodoglio e inizia a parlare di balene.



Si scopre che la persona che dovranno difendere è la moglie dell’uomo che ha aggredito il padre della protagonista per una gelosia immotivata all’inizio dell’episodio: la donna ha colpito il marito con il ferro da stiro durante una ennesima lite per la sua inutile gelosia e, siccome l’uomo è finito in coma, lei è accusata di omicidio volontario visto che ha detto ai poliziotti che sarebbero morti tutti e due se l’uomo avesse continuato così. Il marito soffre di demenza senile e ha continui mal di testa dati da un ematoma subdurale e la moglie viene denunciata per l’aggressione, l’accusa deve dimostrare che non era un omicidio ma lesioni personali. Lee Jun- ho, uno dei membri del team di Young-Woo, si mostra molto carino nei suoi confronti e interessato a conoscerla oltre il lavoro le suggerisce un trucchetto per attraversare la porta girevole cercando di capire come beccare il momento giusto: fare piccoli passi di valzer per mantenere il ritmo mentre entra nella porta. Questa, tutto sommato, è una cosa carina per risolvere una gag profondamente infantilizzante.

Young- Woo ha anche un’altra amica molto cara, Dong Geu-ra-mi, con la quale si confronta per avere consigli su come gestire questo nuovo lavoro facendo le prove del discorso. L’amica le dice di mostrarsi il più sicura possibile visto che lei e il padre sanno che può benissimo essere competente nel suo lavoro.

Dong Geu-ra- mi, amica della protagonista.
Jun-ho appoggia l’idea che il ferro da stiro usato dalla donna per colpire il marito assomigli a un capodoglio e chiede all’avvocata di parlare liberamente dei cetacei quando avranno occasione di incontrarsi fuori dal luogo di lavoro. I due colleghi vanno a trovare la donna in ospedale e il marito dà di nuovo in escandescenza appena riconosce l’avvocata e capisce di chi è figlia.
Su decisione unanime, a inizio processo l’avvocata mette le mani avanti giustificandosi per alcuni atteggiamenti “strani” che avrà perchè autistica. Nonostante possa sembrare una mossa furba, a me ha dato un pò la sensazione di una sorta di abilismo interiorizzato da parte di lei e non ho molto gradito questa scelta dato che, appena lo dice, si attira sguardi abbastanza pietistici dalle persone presenti.
Alla fine vincono la causa proprio facendo riferimento alla malattia dell’uomo ormai deceduto visto che l’avvocata straordinaria ha un’illuminazione che fa comprendere al team che l’uomo aveva già mal di testa e in più la moglie in realtà non lo ha colpito al cranio dato che si è difeso facendosi scudo con le mani. Il medico dell’uomo riconosce il suo errore, cade l’accusa di omicidio volontario e il caso viene riconosciuto come aggressione e lesioni personali. Young- Woo ha dimostrato il suo valore e ora il team la accetta come avvocata neoassunta.
Il discorso sul quale voglio porre l’accento è proprio quello che ho trattato nella parte centrale della recensione e credo che si capisca che quella scenetta ripetuta mi ha dato parecchio fastidio.
Spero in una riflessione con voi, come sempre,
Cate L. Vagni.
Ora che ho letto ancora meglio la tua recensione (dopo averne parlato a voce) capisco quanto tante scene possano far triggerare. Essenzialmente il messaggio intrinseco dell’intero episodio (premetto che sarà crudele) è che alla fine, benché bislacca, conviene tenere la protagonista nel team, perché ha degli sprazzi di genialità, che possono risultare utili a tutto il gruppo. Si badi bene che questo non è minimamente rispettare la protagonista, né vedere del potenziale, ma semplicemente accollarsela per avere dei tornaconti lavorativi.
Poi davvero vogliamo portare avanti lo stereotipo nel quale l’autistico palesi la sua genialità a casaccio negli ambienti più ostili?
Cioè caspita, questo per le persona autistiche potrebbe diventare ansia da prestazione XD
Concordo completamente con te sul fatto che determinati atteggiamenti inscenati nell’episodio siano riconducibili alla DISPRASSIA (mai nominata) e non allo spettro autistico. Ok che la disprassia può essere una co-occorrenza nell’autismo, ma anche un neurotipico può essere disprassico eppure non si ribatte in continuazione sulla stessa scenetta inventata ad hoc per infantilizzarlo e per renderla una gag comica. Come ritengo che sia surreale che, benché la disprassia, una volta che la protagonista ha preso dimestichezza con l’ambiente circostante, non migliori di una virgola!
Unica cosa, in cui mi sento di dissentire, è che l’unica cosa giusta secondo me è premettere prima dell’udienza la “condizione” della protagonista. Non credo che si tratti di abilismo interiorizzato della protagonista su se stessa (senz’altro lo sguardo abilista le viene gettato dalla corte), ma ritengo che sia onesto presentarsi per quello che si è, proprio per evitare fraintendimenti, che avrebbero potuto mettere in discussione la sua professionalità durante l’iter del processo e compromettere irreversibilmente le sorti dell’assistita.
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La scena iniziale del confronto tra la CEO e il futuro capo di Young – Woo mi ha ricordato il primo episodio di The Good Doctor proprio per quello: nessuno voleva Shaun nel team tranne il direttore dell’ospedale che lo conosceva e sapeva di cosa era capace quindi lo mettono alla prova e dopo aver proposto una manovra folle su un paziente per salvarlo in extremis lo accettano senza problemi. È veramente doloroso da vedere ripetuto così tante volte in serie diverse a distanza di anni. Se non avessero vinto grazie a lei l’avrebbero cacciata senza pensarci due volte e non è giusto visto che tecnicamente tutti loro avevano più esperienza di lei. Lei deve dimostrare il suo valore quindi secondo me il suo mettere le mani avanti è solo un modo per sperare di fare pena e vincere più facilmente la causa perché è “strana” e quindi certi atteggiamenti potrebbero sembrare poco professionali infatti alla fine ottiene quello che vuole. Non è una semplice presentazione in un contesto dove se fallisci sai che ti cacceranno perché non sei ben voluta né dal tuo capo, che sta solo assecondando la CEO, che dalla maggioranza dei colleghi – solo Jun – ho sembra rispettarla per questo il suo consiglio mi sembra molto più carino rispetto a quello dell’altra avvocata che è invidiosa e basta – perché i suoi atteggiamenti sembrano sempre fuori luogo. A momenti pure lo stimming viene usato per far ridere visto quanto ci insistono per questo quel discorso davanti al giudice non mi è piaciuto molto. Non è furbizia, lei deve mettere le mani avanti perché se perdono dovrà rinunciare al lavoro dei suoi sogni
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Bravissima, in pratica passa il messaggio che, poiché parte per sua natura svantaggiata, allora deve saper risolvere la situazione più estrema nel modo più mirabolante per essere presa MINIMAMENTE sul serio! Non ritengo affatto che palesare ciò che è in aula di tribunale sia furbizia, anche perché quella che casomai dovrebbe intenerire ed entrare nelle grazie dei giudici è l’assistita mica la protagonista XD ritengo che sia stata una mossa corretta, perché la protagonista sa che non potrà mascherare completamente la sua natura e se non specificato a propri, il giudice avrebbe potuto pensare che fosse il suo atteggiamento fosse poco professionale o che addirittura la protagonista si burlasse della sua autorità, mandando davvero in rovina la sua assistita.
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In due episodi visti ho già capito che per risolvere i casi avranno bisogno delle sue illuminazioni raggiunte pensando alle balene quindi la cosa non promette bene. Nei prossimi giorni scrivo anche la seconda recensione e ti assicuro che il processo del secondo episodio nasce da un pretesto così stupido che pure la CEO e l’avvocato capo sono shockati di dover perdere tempo con una causa del genere. Io boh xD purtroppo temo che questo messaggio tossico però sia anche realistico per persone neurodivergenti come noi perché la difficoltà è doppia anche se hai una preparazione accademica perfetta ma è veramente avvilente rendersi conto che chi dovrebbe avere più esperienza della protagonista fa cadere tutto sulle sue spalle perché altrimenti non vale abbastanza. I lampi di genio sono la cosa più irrealistica del mondo e stanno bene solo nei cartoni animati perché comunque fa ridere vederli, diciamoci la verità
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Personalmente quando Netflix me l’ha proposta, non ho preso minimamente in considerazione la serie. Vedendo il trailer avevo percepito un senso di disagio e derisione nei confronti della protagonista che non mi hanno convinta.
Di tanto in tanto mio padre segue una serie francese che s’intitola Astrid e Raphael dove il personaggio di Astrid è autistico. L’hai mai visto?
Cosa ne pensi?
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Me l’ha proposta anche Antonio di Austin Dove ma è una serie difficile da reperire perché si trova sulla sul canale specifico a un dato orario e non so se è reperibile online. Però ce l’ho in lista e proverò a cercarla, anche solo guardando qualche spezzone. Menomale che anche tu che sei neurotipica avevi percepito la stessa cosa che io ho provato per tutto il primo episodio in una serie che tecnicamente dovrebbe rappresentarmi. Non ci siamo proprio… Non mi va di essere presa in giro così dopo aver subito bullismo per anni a scuola, grazie
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Ti capisco cara e hai tutte le tue ragioni. Quello che a me fa più riflettere è che ormai sembra che nelle serie TV aggiungano autistici e coppie miste non per una forma di sensibilizzazione, ma perché ormai sembra tutto una moda. Non so se riesco a farmi capire.
Essere autistico non è una moda, è una condizione che se non diagnosticata, rischia appunto di essere poi resa più difficile dal bullismo ignorante. Ammiro quello che fai qui, il tuo blog dovrebbe essere letto molto di più di quanto giardino certe serie televisive.
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Ho capito benissimo cosa intendi. Per fortuna ho trovato un’altra serie Netflix dove il personaggio autistico è interpretato da una persona autistica che ha aiutato i creatori a capire come caratterizzarla senza stereotipi potenzialmente dannosi. Se il personaggio subirà bullismo almeno è una rappresentazione migliore di molte altre per ora proposte. Nel cinema mi pare di aver capito che si chiami tokenismo e così non aiuti, se il pubblico non capisce di cosa stai parlando non fai un piacere alla minoranza che vai a rappresentare ma rischi di fare peggio purtroppo
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Un vero peccato…
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Tante, troppe occasioni sprecate purtroppo… 😕
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Il mondo dell’editoria e del cinema è pieno di occasioni sprecate per qualsiasi cosa, purtroppo. 😦
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La tua recensione si legge molto volentieri perché esprimi in maniera chiara concetti complessi, con un bello stile narrativo.
Io però sono una ammiratrice dell’avvocata Woo: il Personaggio è autistico e disprassico ma anche estremamente competente nel suo campo specifico, in questo caso la giurisprudenza. Ho recentemente conosciuto una persona autistica che mi ha riferito tra le sue difficoltà , quella di non centrare la porta per entrare ( disturbo visuo spaziale). Inoltre ho apprezzato che si sia evidenziato che alcune persone nella serie tv ritengono l’avvocata Woo ritardata e disabile. Rappresentano le persone non informate sullo spettro autistico, che ci sono innegabilmente nella società . La protagonista risolve brillantemente casi complicati ma non sa aprire una bottiglia d’acqua e scegliere i vestiti. Io la adoro : l’importante è che se ne parli !
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La reazione dell’avvocata Choi infatti è purtroppo realistica e l’ho detto. La gente ti vede in un certo modo e a volte non lo dice nemmeno palesemente ma con parole fintamente gentili che comunque sono derisorie. Se non spieghi cos’è la disprassia quella sembrerà sempre una gag comica di pessimo gusto visto che pochi sanno cos’è il disturbo visuo spaziale e quindi la scena non si capisce. Io lo so perché lo sperimento ogni giorno ma chi non ha mai sentito questo disturbo la vede solo come una scema e comunque dopo un po’ diventa fastidioso per chi quella scena la vive tutti i giorni e non si diverte. Jun- ho la aiuta con gentilezza, Su- Yeon no perché si vede dal minuto zero che non ha stima per lei. È importante che se ne parli ma se comunque lo fai portando avanti determinati stereotipi non aiuti e ti assicuro che si possono costituire personaggi autistici non stereotipati ascoltando chi la condizione la vive infatti esiste un’altra serie teen dove il personaggio autistico è stato creato insieme all’attrice autistica e non sono presenti determinati stereotipi che la comunità autistica ritiene dannoso. Il punto è questo.
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È stata un’interpretazione interessante. Non l’ho visto, ma da come lo hai descritto posso capire cosa ti ha alterata e lo condivido in pieno.
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Da persona disprassica sono un po’ stufa di essere dipinta come un’incapace. Sarebbe bello provassero a parlare anche di questa neurodivergenza visto che nessuno la conosce e i romance hanno tutte protagoniste goffe. Per sfinimento me la sono creata da sola nel mio ultimo libro che spero di pubblicare un giorno.
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Anch’io credo di rientrare nella disprassia e penso di comprendere la tua frustrazione.
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Sì, io non ne posso più sinceramente
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