Arte, in tutti i sensi

Per la Giornata Internazionale dei diritti della donna vi avevo parlato di quel piccolo gioiellino che era l‘anime tratto dal manga Arte, di Kei Okhubo.

Oggi, con grande emozione, vi parlo dell’opera originale del mangaka. La ricerca dei numeri ha richiesto mesi e molta pazienza, ma alla fine ci sono riuscita.

Copertina del primo volume del manga

La trama, a grandi linee, la trovate nell’articolo linkato sopra e l’anime corrisponde ai primi sei volumi del manga, più o meno. Ma, già dal momento in cui Arte sbarca a Venezia dalla Famiglia Falier, iniziano le differenze: il manga approfondisce davvero il motivo per cui la piccola Caterina detesta il galateo e si comporta male volontariamente, con la naturale conseguenza che tutte le balie prima di Arte sono fuggite a gambe levate dopo poco tempo. Infatti Juri stesso sceglie Arte perchè percepisce quanto i caratteri delle due siano simili. Difatti, andando avanti con il manga, si scopre che anche la piccola Falier respinge le sue origini nobili a causa di ciò che ha vissuto i primi anni della sua vita – avrà al massimo nove anni ma vi assicuro che la sua storia vi farà abbastanza arrabbiare, come è successo a me – esattamente come Arte fa per tutto il manga. Alla fine si legano così tanto che, in un certo senso, si possono quasi considerare sorelle, visto che, come ho scritto nell’altra recensione, anche la passione della piccola Caterina deve restare un segreto perché ha paura che la famiglia la ritenga inadatta alle sue origini.

Arte è una ragazza davvero caparbia, ma, allo stesso tempo, capace di apprendere dai suoi errori e superare i momenti di crisi e uscirne vincitrice per crescere. Fa sempre un passo indietro se è necessario e ascolta i consigli di tutti. La sua forza d’animo è di ispirazione per tutti quelli che la incontrano, a prescindere dal genere: per esempio, i suoi due cari amici Angelo e Dacia, rispettivamente un giovane allievo di una bottega di un collega di Leo e una sarta, riflettono sulla loro vita. Angelo, per esempio, cerca di far capire alle sorelle che non hanno sempre bisogno del suo aiuto in tutto ma possono provare da sole per le cose più semplici e difenderà una di loro quando sarà vittima di voci che la dipingono come una prostituta per delle scelte che ha preso, e il padre le inveirà contro per aver generato uno scandalo che crea onta nella famiglia. Dacia, invece, prenderà lezioni di lettura e scrittura da Arte, e, quando la sua amica non potrà più guidarla, prenderà in mano la sua vita e imparerà anche a fare di conto per migliorare la sua condizione sociale.

La stessa madre, dopo averla cacciata di casa in malo modo, si ricrederà visto che la figlia si dimostra in grado di guadagnarsi da vivere con le sue mani e ha davvero tanto talento, come aveva già visto il padre della ragazza. Le due donne si riavvicineranno nel penultimo volume del manga e si parleranno a cuore aperto. Ho apprezzato che questo importantissimo confronto sia arrivato solo verso la fine e non troppo presto, perchè altrimenti non sarebbe risultato credibile. Anche la madre doveva maturare e aprire la mente ed è un processo lento, quindi poteva accadere solo mentre la figlia inizia a farsi rispettare come pittrice e ritrattista.

Anche Leo, che inizialmente è scorbutico e ombroso, alla fine si affeziona alla sua allieva e quasi si dispiace quando la vede partire. Arte capirà di amarlo prima di lui, ma la loro relazione resta sospesa perchè – per un motivo che non mi spoilero – Arte dovrà trasferirsi in Spagna e quindi non c’è alcuno sviluppo dal lato sentimentale. Questo dà un senso di amarezza che ci sta. Oltretutto nell’ultimo volume la storia prende il sopravvento sulla finzione e Firenze subisce un assedio realmente successo. Quindi potete immaginare che risvolti potrebbe prendere il finale in maniera del tutto inaspettata. Negli ultimi numeri ci sono veramente tanti colpi di scena che ti lasciano con il fiato sospeso.

In definitiva, Arte Spalletti è un modello da seguire per ogni giovane donna che ha un obiettivo nella vita e, infatti, consiglio la lettura anche a chi non è molto avvezzo ai manga. Anche l’anime merita, ma, purtroppo, manca metà storia e i personaggi secondari non sono per niente approfonditi.

Spero che questa recensione vi abbia incuriosito e magari spinto a recuperare quest’opera,

A presto,

Cate Lucinda Vagni

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