Sara J Maas e i retelling: la saga di ACOTAR.

Oggi parliamo del primo volume di una trilogia che ha dato vita a una nuova etichetta di genere nel mondo editoriale: romantasy, un termine che fonde le parole fantasy e romance – e, per me, è assai cacofonica, ma questo è un problema mio, quindi lasciamo stare -: la saga di ACOTAR. o Una Corte di Spine e Rose in italiano, di Sara J Maas. Nella prima traduzione era riportato come Rose e Spine, ma di recente hanno invertito l’ordine per renderlo più vicino all’originale, quindi è diventato Spine e Rose . Questa saga, come tutte quelle scritte dalla Maas, si pone come retelling di fiabe famose, soprattutto di quelle che abbiamo conosciuto tramite la Disney. Il primo volume della saga riprende La Bella e la Bestia ed è uscito nel 2019. Io ho ascoltato il primo volume letto da Ester Parrulli, una doppiatrice che non conoscevo, e, tutto sommato, l’ha reso piacevole, anche se il libro in sè non mi è piaciuto granchè. Per chi fosse curioso di scoprire i personaggi doppiati da Parrulli, lascio la lista qui. La mia esperienza con i retelling era iniziato con La Canzone di Achille, che è stato una mezza delusione.

Ma cominciamo questa recensione.

La nostra Belle è Feyre Archeron, una ragazza umana, terzogenita di una famiglia caduta in disgrazia a causa delle scelte discutibili del padre, che era un mercante molto benestante, dopo la morte della madre. Feyre, sulla falsariga di Katniss Everdeen, caccia per mantenere in vita la famiglia e rivende ciò che caccia, le sorelle maggiori, invece, sperperano tutto quello che la sorella “guadagna” per acquisti frivoli, soprattutto la secondogenita, Elain, presentata come la sognatrice della famiglia che cura le piante. La primogenita, Nesta, sembra non vedere di buon occhio Feyre, nonostante sia lei a sfamarli. Le sorelle sono presenti solo nella versione originale della fiaba, non nella versione Disney.

Dico “sulla falsariga di Katniss Everdeen” perchè Feyre va a caccia, ma non ha la metà della capacità di analisi di Katniss, dato che fa un sacco di errori veramente stupidi che, tra l’altro, tutto la fanno sembrare tranne che un’altra versione di Belle: nel suo mondo gli umani convivono con i Fae, creature magiche con diversi poteri, in questo caso Feyre vede un Fae mutaforma tramutato in lupo e, anche se capisce che non è un lupo vero, lo uccide lo stesso. Capisco che serviva per far partire la trama, ma mi sembra che così lei ci faccia davvero una pessima figura e non appare così furba come dovrebbe essere.

Per vendicare la morte del Fae ucciso, Fayre viene rapita da Tamlin, la nostra Bestia – che si chiamerebbe Adam, ma tanto non interessa a nessuno perchè è più conosciuto con l’altro nome – che la porta a Prythian, terra dei Fae divisa in Corti con nomi basati sulle stagioni e i momenti della giornata e Signori Supremi che le comandano, Tamlin è il Signore Supremo della Corte della Primavera. Tamlin, come la Bestia, è stato maledetto e si deve sposare per distruggere il maleficio. La maledizione gli ha deturpato il volto e, quindi, deve portare una maschera per coprirlo, ma resta comunque un essere magico e immortale, quindi un essere umano non può comunque competere con lui sulla bellezza estetica.

Alla Corte conosciamo Lucien Vanserra, emissario di Tamlin, che, in cuor mio, è il corrispettivo di Lumiere, anche se non è specificato da nessuna parte. Forse nella fiaba originale Lumiere non esiste, come non esiste Gaston, ma non mi interessa. L’altro membro della servitù con cui Feyre lega è Alis, che, andando a logica, sarebbe la mamma di Chicco, ovvero Mrs Bric.

Già dal momento in cui viene rapita Feyre diventa un’indecisa cronica che si lagna per metà libro senza prende mai una vera decisione: durante il tragitto da casa sua alla Corte di Primavera pensa più di una volta di ammazzare Tamlin, ma non lo fa. Mentre è alla Corte continua a progettare la fuga, ma desiste ogni volta e si mette nei guai per girovagare per la Corte e andare a caccia. Ora, Belle decide spontaneamente di prendere il posto del padre malato, ma non mi ha mai dato la sensazione che si lamentasse così tanto di stare al castello, nonostante la Bestia non sia per niente amichevole all’inizio. Belle gira per il castello e fa in modo di spingere la Bestia ad aprirsi e migliorarsi.

Feyre è analfabeta, un dettaglio che mi ha lasciata alquanto interdetta: la sua famiglia era benestante prima che il padre facesse quella mossa avventata e perdessero il patrimonio, quindi perchè a lei non è stato insegnato a leggere? Non so se le sorelle maggiori sappiano leggere, ma credo di sì. La spiegazione che mi sono data è che è un ennesimo escamotage per dimostrare – forzatamente – che è caparbia e vuole imparare a leggere e scrivere per comunicare con la famiglia. Mossa inutile, ma ne riparleremo più in là.

Quando finalmente sembra sul punto di scappare, la situazione cambia: Tamlin si apre a lei e le regala i colori per dipingere, dato che Feyre ha questa passione. Un pò come la Bestia mostra a Belle la sua biblioteca personale. Imparare a leggere e scrivere non le serve perchè Tamlin ha fatto credere a tutti che Feyre sia andata a vivere da una zia ricca chissà dove e ci pensano Tamlin e Lucien a rassicurare la famiglia Archeron.

Tamlin e Feyre iniziano a innamorarsi, e poteva anche nascere una storia carina, se non fosse che, a un certo punto, succede una cosa che mi ha lasciato ancora più interdetta della faccenda dell’analfabetismo di Feyre: i Fae festeggiano Calanmai, un rito in cui i Fae Maggiori come Tamlin trovano la propria compagna Fae per la vita, I Fae sono umani solo nell’aspettò, ma sono “bestiali” negli istinti, infatti, durante questo rito, sono ebbri di magia e diventano pericolosi. La magia li fa andare fuori di testa e gli istinti sessuali diventano difficili da controllare. Ora, giustamente Tamlin e Lucien dicono a Feyre di restare confinata in camera sua, ma, dato che lei è veramente stupida. fugge e ci va lo stesso anche se gli umani non dovrebbero partecipare perchè rischiano la vita. Infatti Feyre viene aggredita da tre Fae Minori decisamente malintenzionati e si salva solo perchè interviene un altro Fae Maggiore che ci verrà presentato ufficialmente più tardi. Lucien la trova e la riporta a casa, ma lei, di nuovo, esce da camera sua e si imbatte in Tamlin, ebbro di magia e di ritorno dal Calanmai. E il problema è proprio questo: i Fae non sono umani e quella è in parte la loro natura, ma quella scena spicy mi ha dato delle sensazioni molto contrastanti e non mi spiego perchè Feyre lo provocasse quando era già abbastanza pericoloso di suo in quel momento. E i Fae hanno questo “effetto collaterale” ogni volta che vogliono seguire le proprie pulsioni sessuali, quindi questo rende abbastanza discutibili le scene spicy, che in questa saga aumentano di libro in libro.

Il Fae Maggiore che ha impedito che Feyre venisse aggredita dai tre Fae Minori malintenzionati si chiama Rhysand e, in teoria, sarebbe il Signore Supremo della Corte della Notte, ma, per adesso, è il galoppino dell’antagonista – lo chiamano “La puttana di Amarantha” – e si diverte a provocare Tamlin in tutti i modi. Rhysand ha le ali e ha poteri telepatici, quindi in realtà conosce la vera identità della protagonista, ma la copre lo stesso quando questa dà un nome falso e fa torturare una povera innocente solo perchè è una compaeasana che odia. Feyre successivamente proverà un minimo di rimorso a vedere come hanno torturato quella povera disgraziata, ma questo non la rende una protagonista con la quale empatizzare, sinceramente.

Amarantha è la Strega che ha maledetto Adam nella fiaba originale e qui colei che ha maledetto Tamlin, oltre che una specie di monarca psicotica che controlla Prythian e spadroneggia su tutto e tutti. Sinceramente incute la metà della paura che ti aspetteresti da un personaggio del genere, infatti è uno spreco enorme di potenziale.

Feyre, che nei primi capitoli voleva tornare a casa a tutti i costi, ora ci deve essere spedita a forza perchè è un’umana e non può restare con i Fae, dato che non può competere con loro. In pratica non prende mai una decisione da sola, ma subisce gli eventi, e quando lo fa era meglio se evitava. Wow.

Scopriamo che Nesta è immune all’incantesimo che Tamlin ha lanciato sulla famiglia Archeron e, a ragion veduta, è molto contrariata. Anche se la famiglia è tornata benestante, la maggiore delle sorelle Archeron non è felice per niente di quella bugia. Di conseguenza Feyre deve tornare da dove è stata cacciata per sistemare tutto. Tutto questo perchè gli umani erano in teoria protetti da un incantesimo che si sta indebolendo sempre di più e teneva separati Fae e umani, perchè quelli erano i patti presi dopo una guerra di secoli prima in cui esercito umano e fatato si erano uniti, motivo per cui poi Amarantha ha preso il potere supremo.

Amarantha fa di tutto per umiliare sia Tamlin che Feyre, infatti Feyre viene costretta ad affrontare tre prove che per un essere umano sarebbero impossibili. per dimostrare che ama Tamlin e, nel mentre, fa le pulizie domestiche per Amarantha e gli altri suoi adepti. Rhysand, che agisce sempre e soltanto per tornaconto personale e per indispettire Tamlin, le propone un patto. Feyre sa benissimo che Rhysand vuole far innervosire Tamlin in tutti i modi, eppure accetta il patto lo stesso e dopo si ricorda quali dovrebbero essere le vere intenzioni di Rhysand.

Sei frustrante, Feyre.

Comunque, Rhysand le propone, qualora effettivamente sconfiggesse Amarantha, di passare tre giorni al mese presso la sua Corte. Chissà a che mito è ispirato il secondo volume dato che Tamlin è il Signore Supremo della Corte della Primavera e Rhysand di quella della Notte, soprattutto con un patto del genere… Già…

Il patto prevede anche che Feyre sia la dama di Rhysand ai banchetti e beva il vino fatato per ubriacarsi e ballare per lui. Feyre accetta anche perchè per lei quel posto è terribile e deprimente e, infatti, alla fine è quasi felice di ubriacarsi. In tutto questo, come se Tamlin non esistesse, Feyre inizia ad amoreggiare pure con Rhysand. Povero Tamlin.

La prima prova di Amarantha consiste nello sconfiggere un verme gigante che potrebbe ucciderla senza alcuno sforzo, ma lei vince grazie a un consiglio di Lucien, che viene punito per quel gesto. Infatti, nella seconda prova Feyre dovrà salvare sè stessa e Lucien dalla morte scegliendo la leva giusta. Durante questa prova Amarantha pronuncerà un indovinello al quale la ragazza dovrà rispondere alla prova successiva.

E la terza prova è il culmine di queste prove completamente prive di pathos in cui Feyre vince per pura fortuna: deve uccidere tre Fae che neanche conosce. Per quanto sia comprensibile che non le piaccia l’idea di uccidere, ma cosa sono tutti questi sensi di colpa per degli sconosciuti? Ha avuto meno ripensamenti a mentire sulla sua identità, finchè non ha visto cosa è successo a quella povera malcapitata che ha la sola colpa di starle antipatica. Così la protagonista risulta ancora più antipatica e lagnosa, non sensibile e caritatevole. Ovviamente, Amarantha la inganna e il terzo Fae non è uno sconosciuto, ma Tamlin. A questo punto, Feyre non sa più cosa fare e si scatena la rivolta di tutti i Fae che Amarantha controllava, a partire da Tamlin, Rhysand e Lucien. Sia Amarantha che Feyre muoiono, ma la seconda viene premiata e torna in vita come Fae Maggiore grazie ai regali dei vari Signori Supremi. In pratica è lei che risorge come fa la Bestia nella fiaba classica, non Tamlin, che, comunque, ora può scoprire il suo volto.

Per concludere, se non lo avessi audioletto, probabilmente lo avrei mollato a metà perchè Feyre è troppo tediosa come protagonista e la trama ci mette un sacco a ingranare. Il libro ha 46 capitoli e la metà sono statici da morire per essere un fantasy. La storia d’amore ricalca la Bella e la Bestia e in sè non è così problematica, ci stava anche. La voce di Ester Parrulli in certi casi rende Feyre ancora più insopportabile nella sua indecisione e nel suo piangersi addosso per errori che poteva evitare se avesse riflettuto di più. Il secondo è considerato il migliore della trilogia su Feyre, quindi gli darò comunque una possibilità più in là. Il quarto è uno spinn off su Nesta, la sorella maggiore che tutti odiano solo perchè è Feyre che la descrive come odiosa e distaccata, ma già da questo volume si capisce che non lo è. Il quinto, che non si sa quando uscirà, riguarderà sicuramente Elain.

I commenti sono sempre aperti per un confronto, vi aspetto,

A presto,

Cate Lucinda Vagni

10 pensieri su “Sara J Maas e i retelling: la saga di ACOTAR.

Lascia un commento