Analisi di un genere: la storia del fantasy e il confronto con fantascienza e altri generi

Era da parecchio che non proponevo l’analisi di un genere,eh? Il primo in assoluto è stato quello sulla distopia pubblicato a giugno e adesso tocca al fantasy.

E’ sicuramente uno dei generi che leggo di più e sul quale, tra l’altro, c’è un forte stigma ed è considerati “per bambini”.

Il genere nasce tra XIX e XX secolo ed è caratterizzato da mito, soprannaturale, immaginazione, allegoria, metafore, simbolo e surreale.

E’ spesso posto a confronto con tutti sottogeneri della letteratura fantastica come fantascienza e horror. Difatti la grande differenza tra fantascienza e fantasy è che il primo vuole spiegare scientificamente elementi fantastici mentre il secondo è fantasia allo stato puro senza spiegazioni. Alla luce di questo capita di avere casi di contaminazione tra generi, per questo nel mondo anglosassone si parla di speculative fiction.

Volendo partire dalla principio si può affermare che la letteratura cavalleresca e con i Cicli – romano che parla di Alessandro Magno, carolingio e Materia di Britannia su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. – per passare poi a opere come l’Orlando Furioso ariosteo e il Don Chisciotte di Cervantes.

Con Madame D’Aulnoy nasce il termine contes de fèe, termine alla base della parola inglese per fiaba, ovvero fairy tales. Il termine nasce per distinguere le storie che contenevano meraviglia da quelle che non ne avevano. Il periodo illuminista ebbe la tendenza a mostrarsi ostile verso questo genere, le fiabe vennero declassate a bugie.

Con la fascinazione romantica verso il Medioevo si sviluppa un nuovo sottogenere che è accostato al fantasy, ovvero il gotico. Un romanzo nato in questo periodo è Il castello di Otranto di Horace Walpole del 1764. Il gotico è a sua volta il precursore dell’horror. Si parla di soprannaturale e l’atmosfera è fantastica e onirica.

Nell’Ottocento si riprendono le fiabe con Canto di Natale di Charles Dickens o con Hans Christian Andersen. Ma il primo romanzo fantasy propriamente detto fu pubblicato da George MacDonald nel 1872 con il titolo La principessa e il goblin e il secondo, Phantastes o Le fate dell’ombra – in italiano Anodos – del 1858, un fantasy per adulti. Nasce anche il dark fantasy con autori come H. P Lovercraft.

Nel 1923 nasce la prima rivista dedicata interamente al fantasy, Weird Tales.

J. R. R. Tolkien, padre dell’high fantasy, venne molto influenzato dal lavoro di MacDonald. Lo stesso Tolkien influenzò C. S Lewis, autore de Le Cronache di Narnia.

Dopo Tolkien, il fantasy ha un ulteriore sviluppo a metà anni Novanta con la saga di J. K. Rowling, ma anche la saga del Ciclo dell’Eredità di Christopher Paolini.

Esempi italiani sono Moony Witcher, autrice di Nina la bambina della sesta luna, nome d’arte di Roberta Rizzo e Licia Troisi. Prima di queste autrici furono gli Scapigliati con il legame con Edgar Allan Poe nonostante la letteratura “di genere” fu a lungo rifiutata in Italia.

Spero che questa disamina della storia di questo genere che tanto amo vi abbia incuriosito,

A presto,

Cate L. Vagni

10 pensieri su “Analisi di un genere: la storia del fantasy e il confronto con fantascienza e altri generi

  1. Bell’articolo!
    Hai fatto benissimo a ricordare che il fantasy si allaccia moltissimo ai cicli arturiani e al romanzo epico-cavalleresco, come composizione, nonostante lo stesso elemento fantastico sia presente da sempre, nella storia dell’uomo (con le sue superstizioni) e nella letteratura (i poemi omerici o l’Epopea di Gilgamesh).
    Il fantasy, nei suoi schemi, ha in realtà regole ferree: dal fantasy allegorico di Tolkien a quello religioso di Lewis, dal filosofico-fisico di Pullman allo sci-fi o post-apocalittico di Brooks.

    Bell’articolo, Cate! Mi iscrivo (se ti va, ricambia) 😉

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  2. Chissà come mai non sono stupita dal fatto che durante il periodo illuminista si ebbe la tendenza a mostrarsi ostili verso questo genere e che le fiabe vennero declassate a bugie XD Comunque non avevo capito che ci fosse un collegamento addirittura con la letteratura cavalleresca! Ti faccio i miei complimenti per la disamina su un genere, che non è mai rientrato nelle mie corde. Di contro ho sempre adorato la fantascienza, perché affascinata dal fatto che determinati mondi paralleli possano per la scienza esistere se diventano reali determinate condizioni.

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    • E in Italia, siccome dobbiamo sempre fare gli snob, se non fosse stato per gli Scapigliati figurati se il genere si sarebbe diffuso così tanto. Molto probabilmente il fantasy in un certo senso è il genere più antico che esista. Con tutto il rispetto per la religione, se ci pensi i miti possono essere considerati fantasia essendo legati alla superstizione anche se forse potrebbe avere un fondo di verità.

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      • Il motivo per cui non amo il fantasy è che si distacca troppo dalla realtà: non avendo molta fantasia, faccio difficoltà a pensare a cose che si distacchino troppo dalla realtà… quindi si può dire che il mio sia un limite mentale, che renderebbe la letteratura troppo confusa. Certo, se si riprendono addirittura i miti greci, latini, etruschi avoja a fantasy!

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