Nuove terminologie, espressioni facciali e autismo

Nello scorso articolo ho analizzato minuziosamente il personaggio di Elsa di Frozen e come questa può avvicinare i bambini alla mia condizione. Da qui nasce l’idea per quello che cercherò di spiegare oggi ovvero come i cartoni animati aiutano i bambini autistici a decodificare le espressioni facciali, capirle e imitarle.

Ma, prima di parlare di questo, mi pare opportuno farvi sapere che, grazie a un articolo di Fabrizio Acanfora su Intersezionale, sono venuta a conoscenza di un nuovo termine che è fondamentale divulgare: neuroatipicità.

In questi mesi, parlando della mia condizione, ho usato il termine neurodiversità in opposizione a neurotipicità ma, in realtà, dopo questa scoperta ho capito che quel termine non è un opposto, il contrario effettivo è neuroatipico.

Per capire la Neurodiversità bisogna fare un parallelo con la biodiversità in natura. Questo concetto è infatti stato coniato da Judy Singer per indicare ogni tipo di diversità che accumuna il genere umano dato che, sia tra autistici che tra neurotipici non esisteranno mai persone completamente identiche.

Neuroatipico, quindi, è la persona che ha uno sviluppo cognitivo che non segue quello tipico, lo si può considerare termine ombrello per racchiudere non solo lo Spettro Autistico ma anche i DSA, ADHD e Tourette.

A me il termine neurodiverso – e la soprattutto la sua variante neurodivergente– piace.

Dopo la presentazione di questo termine, veniamo al tema dell’articolo.

Partiamo dal presupposto che le espressioni facciali sono strettamente legate alle emozioni. Spesso capita che le persone autistiche non sappiano interpretarle e questo porta fraintendimenti più o meno grandi nella comunicazione non verbale.  Una signora intervistata per la rubrica L’Autismo risponde ha detto che i suoi muscoli facciali sono statici quindi non si può intuire il suo stato d’animo dal viso.

Mi ha colpito molto questa testimonianza perchè anch’io ho molte difficoltà a gestire i muscoli facciali e mi viene spesso fatto notare che sembro storcere la bocca anche se non provo fastidio o non c’è cattivo odore. Questa discrepanza nasce dal fatto che non ho la percezione del mio viso e dei muscoli perché mi guardo poco allo specchio. E’ un discorso molto complesso che può anche essere frainteso dato che guardarsi allo specchio rientra tra le azioni minime da compiere per prendersi cura di sè e avere un piccola dose di vanità.

E’ difficile spiegare questa questione della percezione del mio viso e come lo vivo ogni volta che mi viene detto che sembro costantemente avere una smorfia sul viso quindi, per quanto mi piaccia  fotografarmi, ho sempre paura che non sembri un sorriso anche se ci sto provando con tutta me stessa – e la situazione mi aiuta a sorridere naturalmente, soprattutto -. Invece altri trovano le mie espressioni molto carine tanto da essere simili alle immagini chibi prese dalla cultura giapponese.

I personaggi di Hetalia versione chibi

La difficoltà a codificare le espressioni facciali, appunto, può essere facilitata dai cartoni animati perchè queste sono spesso estremizzate e quasi caricaturali.

Come supporto a questa affermazione ho trovato la testimonianza di una ragazza autistica che seguo su Instagram ha raccontato che lei le ha imparate copiando Ariel de La Sirenetta.

Negli anime, poi, le emozioni sono portate ancora più all’estremo, soprattutto la rabbia.

Lucinda e la rabbia

Ecco, per esempio, Lucinda dei Pokèmon decisamente adirata con l’altro personaggio che non l’ha riconosciuta. Direi che il vulcano alle sue spalle non dà adito a fraintendimenti riguardo alla rabbia che prova.

( Riguardandola mi è venuto da ridere anche perchè è il mio personaggio preferito. Non potevo non usarla come esempio xD)

L’esagerazione si ha anche nella rappresentazione delle emozioni positive. Come i sempiterni cuori che sbucano da ogni parte per evidenziare l’innamoramento.

Oppure anche vari simboli che compaiono sulla testa del personaggio possono dare suggerimento sull’emozione provata: una goccia per l’imbarazzo o una croce per indicare fastidio.

Emozioni ed espressioni in anime e manga

Essendo espressioni volontariamente portate all’estremo sono un buon punto di partenza che deve essere elaborato e adattato a una realtà dove le reazioni sono nella maggior parte dei casi più controllate e quindi questo collegamento non è così automatico. L’unico caso in cui le espressioni possono essere caricate è il teatro oppure anche durante le discussioni è più immediato il collegamento emozioni\ espressioni.

Per altro mi viene da dire che questa rappresentazione in un certo senso schematica delle emozioni sia presente anche nelle emoji usate nei messaggi che sono un’infinità e a volte non si capisce nemmeno a cosa collegarle effettivamente.

Un articolo semplice che spero abbia dato buoni spunti di riflessione, purtroppo il materiale per ricerche è molto scarno e mi sarebbe piaciuto avere fonti consultabili da indicare.

A presto,

Cate L. Vagni

11 pensieri su “Nuove terminologie, espressioni facciali e autismo

  1. Quante cose che si imparano! Tanti termini simili che significano cose completamente diverse e un mondo parallelo che si apre sugli anime. In effetti, le espressioni facciali sono veramente tantissime e rendono davvero bene l’idea di ciò che vogliono trasmettere.

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  2. quindi diciamo che prendete spunto dal mondo dei manga/anime per le espressioni facciali alquanto caricaturate ma che hanno una distinzione netta ed una peculiarità per ogni emozione e che seguono uno schema logico, riproponendosi nell’arco dei capitoli/episodi al fine di identificarle per poi ridimensionarle e usarle per se stessi e riconoscerle nel mondo esterno?
    Comunque sappi che adotterò in futuro il termine neuroatipico perché, come ben ti ricorderai, visto che ti costringo ogni volta a correggermi, mi confondo frequentemente tra le terminologie normotipico/neurotipico, che tendo spesso a mischiare. Ma cosa più importante concordo con questa nuova terminologia, perché a mio avviso l’aggettivo “diverso” lascia spazio a troppe interpretazioni…in primis verrebbe da domandarsi “diverso da chi?” e “diverso su che cosa?” ed inoltre l’aggettivo “diverso” è ancora un aggettivo troppo vago, che, come giustamente scrivi poche righe sotto, va a comprendere tutto il genere umano, perché ognuno di noi ha la propria forma mentis e non siamo creati con lo stampino.
    L’aggettivo atipico invece a mio avviso è molto più mirato e porta l’interlocutore a capire che si parla di uno sviluppo cognitivo, che non segue il modello tipico e mi piace che così diventi un termie ombrello, che va a comprendere tutte le atipicità dello sviluppo.
    Per quanto riguarda le tue espressioni facciali ti confermo che a volte sono davvero (involontariamente, lo so) kawaii! Altre volte invece il tuo viso ti fa apparire un po’ assente, ma noi che ti conosciamo bene, sappiamo benissimo che la tua espressione non collide col tuo stato d’animo e che come amica sei un’ottima ascoltatrice.
    Per le smorfie invece non devono essere molto evidenti, perché personalmente non ho mai fatto loro caso.
    Dalle foto, che in passato ci siamo scattate insieme, posso solo dire entrambe abbiamo lo stesso difetto: non guardiamo mai fisso in camera XD
    Fammi capire: quindi eviti di guardarti allo specchio oppure non ti focalizzi sull’espressione e ad esempio tendi a metterti in ordine i capelli e le altre azioni standard, che si fanno davanti allo specchio?
    Sappi che era una vita che non leggevo l’aggettivo SEMPITERNO… che reminiscenze scolastiche! Sei sempre un passo avanti! 🙂
    Eh ma qui oltre che a Lucinda, che il tuo personaggio Pokemon preferito, spunta anche un’ Hetalia, che non è da meno! Anche se la mia vena patriottica mi porta a scrivere che l’Italia è una grande assente in queste immagini chiabi! XD

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    • Nessuna scelta è casuale. Devi ammettere che la scena di Lucinda è troppo bella 🤣🤣 ma anche quella che abbiamo visto durante la videochiamata con Giustino rende l’idea. In effetti può aiutare molto questo metodo. Hai ragione su neurodiverso. Però comunque io adoro Neurodivergente e puoi intuire perché 😏 La cosa dello specchio non so come spiegarla. Mi specchio giusto la mattina per pettinarmi e raramente durante la giornata infatti a volte magari mi sdraio e i capelli si spettinano oppure sono sporca e non lo vedo. Questo si riversa sulle espressioni facciali perché non ho la percezione dei movimenti del viso e sembrano sempre contratti. Sono un anime vivente 🤣🤣

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      • Ah beh Neurodivergente è il top, anzi facciamo diversamente NeuroDivergent (so che mi hai capita) XD Il vulcano è spettacolare ed è anche corretto… prima dell’esplosione la rabbia cova e ribolle come la lava dentro al vulcano! Un anime vivente, ma solo quel giusto che ti rende a momenti kawaii (come quando Francesco prova a metterti in imbarazzo) XD

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