Una buona rappresentazione dell’Autismo non verbale: Loop, corto Pixar (2020)

Oggi vi parlo di un corto uscito lo scorso anno che ho recuperato pochi giorni fa realizzato dalla Pixar: Loop.

Pixar, Loop 2020

Questo corto è molto importante per la tematica alla base, perfettamente collegato con quello del blog: la rappresentazione dell’autismo e, nella fattispecie, di quello non verbale.

Se da una parte abbiamo la disastrosa e imbarazzante rappresentazione di Music, dall’altra abbiamo questa: pregevole, ben riuscita e realistica. Con un punto in più dato dal fatto che la protagonista è effettivamente interpretata da una ragazza autistica non verbale.

Ma iniziamo l’analisi di questo breve corto disponibile su Disney+:

Ci troviamo a un campo estivo per ragazzi e Marcus deve scegliere un compagno per un giro in canoa. L’unica barca disponibile è quella di Renè, la quale di solito è accompagnata dall’educatore del campo. Renè è, appunto, non verbale e comunica esclusivamente attraverso il cellulare che riproduce in loop i versi degli animali, usati per calmarsi. Marcus è comprensibilmente scettico sull’andare in canoa con questa ragazza, perché sa che ha necessità particolari e lui non ha competenze per comprenderla a pieno.

Marcus cerca di entrare in contatto con la ragazza attraverso le parole e, dopo un momento di confusione in cui effettivamente lei sembra la classica autistica persa nel suo mondo, riescono a trovare un punto di contatto e Marcus la porta davanti alle canne che si trovano ai bordi dei laghi e lei le sfiora, sorridendo. Marcus la imita con sincera curiosità e i due iniziano a creare un legame.

Il viaggio continua finché gli stimoli sensoriali diventano troppi e Renè ha un sovraccarico. I due si ritrovano su una sorta di isoletta e la ragazza si nasconde sotto la canoa lasciando il compagno molto confuso e preoccupato per lei. Molto probabilmente il ragazzo si sente anche responsabile per la reazione della sua nuova amica, che sta esprimendo un forte disagio senza poterlo verbalizzare. Marcus le resta vicino continuando a parlare per cercare di tranquillizzarla lasciandole un ciuffo d’erba da prendere per fargli capire che la crisi è passata. Renè comprende il gesto del ragazzo e quel ciuffo d’erba è la chiave per avvicinarli ancora di più.

Finalmente vediamo due persone che si vengono incontro nelle difficoltà senza che sia la persona autistica ad adattarsi – vedesi lo spot che ho analizzato per il 2 aprile con due bambini su due pianeti che non comunicano tra loro – e un autistico non verbale che non sembra completamente estraniato dall’ambiente circostante ma che, a modo suo, comunica con gli altri.

Inoltre la ragazza è di carnagione scura quindi rappresenta anche un’altra realtà che vive grandissime discriminazioni ogni giorno.

Vi consiglio di recuperarlo,

Cate L. Vagni

4 pensieri su “Una buona rappresentazione dell’Autismo non verbale: Loop, corto Pixar (2020)

  1. Se la rappresentazione nei media dello spettro autistico verbale è una novità su tutti i fronti, per la quale serve molto studio e delicatezza, quella dell’autismo non verbale è davvero un’impresa, un atto di coraggio, una presa di posizione tenacem perché, che io sappia, non ci sono dei video o dei film, in cui ci sia una corretta rappresentazione degli autistici non verbali. Sono felice che proprio la Pixar, che ha un’altissima presa sul pubblico, si sia cimentata in questo viaggio. Come vedi, step by step, tra qualche tempo anche la vostra comunità non sarà più rappresentata come una macchietta o a suon di stereotipi. GOOD JOB!

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