I nomi non sono mai casuali

Questo è un articolo che volevo scrivere da molto tempo e per me ha un enorme valore anche affettivo.

Qualche articolo fa ho introdotto la mia passione per il Giappone, oggi mi ricollego a quello per parlarvi di uno dei personaggi più significativi per me: Lucinda Hikari in giapponese – del franchise Pokèmon. Il suo nome, in qualsiasi lingua, fa riferimento alla luce o all’alba.

Lucinda da Diamante e Perla

Sono da sempre legata ai Pokèmon e per un periodo avevo perso di vista l’anime. Quando su Jetix ritrovai le puntate di Pokèmon Diamante e Perla con questo nuovo personaggio che era la compagna di viaggio di Ash per quella Generazione, la quarta. Ci troviamo a Sinnoh. Una curiosità: i nomi dei luoghi visitati nelle prime quattro Generazioni sono ispirati a isole o parti del Giappone reale, la Quinta è basata sull’America, le Sesta sulla Francia, la Settima sulle Hawaii e la più recente sul Regno Unito.

Trattandosi di un’anime per lo più indirizzato ai bambini spesso anche i caratteri delle compagne di viaggio di Ash tendono ad assomigliarsi . Nonostante infatti Lucinda abbia un carattere quasi identico a quello della precedente compagna di viaggio, Vera a Hoenn per le stagioni dedicate alla Terza Generazione, è diventata uno dei miei personaggi preferiti di sempre. E’ una bambina di dieci anni che vuole diventare una rinomata coordinatrice nelle Gare Pokèmon come la madre.

Lucinda e Piplup

Il percorso è impervio e in molti momenti si perde d’animo ma arriva molto vicina a conquistare il suo sogno anche se non vince la finale. E’ una ragazza molto dolce e tranquilla, grande supporto per Ash tanto da vestirsi da cheerleader a ogni suo scontro in Palestra.

Costume da cheerleader

Una delle mie coppie del cuore è formata da lei e un suo amico di infanzia, poi rivale nelle gare, Kenny. Nei prodotti di intrattenimento si usa il termine ship per le relazioni dei personaggi – soprattutto quelle romantiche – e la loro si chiama Penguin perchè entrambi hanno scelto come starter Piplup, che, come suggerisce il nome, è un pinguino.

Lucinda e Kenny formano la Penguinshipping

Piplup mi piacque molto fin da subito per poi venir rimpiazzato da Infernape, stadio finale dello starter Fuoco Chimchar. La sua storia mi colpì – nell’anime, gli starter di Tipo Fuoco non hanno mai fortuna con gli allenatori iniziali. Si salvano solo Torchic nella terza e Fennekin nella sesta essendo scelti dalle rispettive controparti femminili di quella Generazione, ma, di base, vengono sempre abbandonati malamente. –

Ash e Infernape

Insieme a Elsa di Frozen, questo è un altro cosplay che desidero fare e a dirla tutta lo stavo anche preparando ma chissà.

Il titolo dell’articolo sembra apparentemente criptico ma la spiegazione è presto detta: nei vari tentativi fatti negli anni per cercarmi un “nome d’arte”, alla fine ho scelto la mia attuale firma: Cate è ovviamente la forma abbreviata del mio nome, così come Vagni lo è del mio cognome. La L è dedicata a lei, che, per altro, ha ispirato anche la protagonista di un romanzo che prima o poi sogno di pubblicare che parla di Autismo. Il motto del blog riprende il titolo di questo romanzo. Un nome particolare che a me piace tanto.

Per questo i nomi non sono mai casuali per me.

Spero che questo articolo vi abbia incuriosito,

A presto,

Cate L. Vagni

14 pensieri su “I nomi non sono mai casuali

    • Io invece gli ultimi non li ho giocati ma visti indirettamente tramite i gameplay. Il manga è più maturo ma il punto è che anche l’anime avrebbe dei momenti molto maturi però in Italia hanno il vizio di censurare puntate più serie quindi sembra un prodotto per bambini che segue sempre lo stesso schema da anni

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      • Col discorso censure, sfondi una porta aperta: potrei andare avanti per ora. Il fatto è che Pokémon è indirizzato in una fascia d’età che va dagli 11 anni in su. Solitamente, l’età anagrafica del o dei protagonisti determina il target a cui è rivolto. Nella serie, i vari personaggi crescono, ma in Italia restano bambini per sempre perché imprigionati dal concetto: cartone animato = bambini.
        C’è anche da dire che seppur rivolto a un pubblico giovane, i concetti che esprimono e le esperienze di vita a cui a volte fanno fronte, non hanno nulla da invidiare a serie “più mature”, diciamo così. 😉

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        • Esatto. Intendevo proprio questo. Nell’anime nessuno cresce, nel manga invece i personaggi effettivamente maturano. Le trame tendono a ripetersi all’infinito e, appunto, anche i caratteri del compagni di viaggio di Ash e dei rivali sono un po’ sempre gli stessi “copia incollati”

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  1. Avendo avuto la fortuna di leggere in anteprima il tuo romanzo, non è stato per me una sorpresa leggere questo articolo e capire i vari riferimenti ai nomi scelti.
    Il vero SPOILER, che neanche io sapevo, sta nel nome d’arte che hai scelto… Per me la L. non era Lucinda, ma semplicemente la prima lettera della seconda parte del tuo cognome… sono sotto shock!

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    • Babbo ha fatto varie volte questa battuta a dirla tutta xD eh sì, il nickname che spero diventi la firma ufficiale dei romanzi è dedicato a lei 😁 in effetti potrebbe sembrare poco originale avere due protagoniste con il nome simile anche se il genere dei romanzi è diverso ma il motivo c’è e va bene così 😌

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  2. Pingback: Scoprire nuovi autori: Lucinda Riley | Daydream On a Bookshelf – Piccolo scaffale dei sogni

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