Il ciclo si chiude ( Rovina e Ascesa di Leigh Bardugo, GrishaVerse #3)

Ho cominciato mesi fa la Grisha Trilogy con un hype enorme addosso. Il primo volume era stato un inizio promettente, il secondo non mi aveva pienamente convinta e ora tocca all’ultimo.

Rovina e Ascesa, Leigh Bardugo, Mondadori, 2020

Su BookTube è opinione comune e condivisa che il finale della saga sia deludente. Io non sono per niente d’accordo: è un finale perfettamente in linea con il messaggio dell’autrice. Tutto si conclude nel luogo in cui è iniziato.

A mio parere, anche se lo stile è molto semplice e lineare e la trama tutto sommato riscontrabile in diversi fantasy di quegli anni, il pregio della Bardugo è essere riuscita a creare dinamiche che sanno incuriosire il lettore. Tutto l’aspetto politico e religioso del mondo di Ravka ha dato spessore a una storia che forse per alcuni potrebbe anche risultare noiosa.

Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e interessanti. Tra tutti Nikolai Lantsov, che abbiamo conosciuto sotto la falsa identità del corsaro Sturmhond (mia nuova crush letteraria ), Genya Safin e David Kostyk ( una coppia molto carina e forse, anche più interessante della principale tra Mal e Alina).

Vorrei aprire una parentesi su due personaggi in particolare: Zoya e l’antagonista, l’Oscuro. Zoya è una Chiamatempeste che nel primo libro ha attirato la gelosia di Alina dato che faceva avances molto palesi a Mal. E’ chiaro che debba essere un personaggio “detestabile” per la sua bellezza e il suo carattere molto burbero e scorbutico ma nel corso della storia diventa un’alleata fondamentale che comprende la falsità delle promesse dell’Oscuro, complice dalla morte della sua famiglia. A volte sembra oppositiva e collabora controvoglia ma fortunatamente si va oltre la mera gelosia data dal fatto che Alina, all’inizio, si sia sentita una nullità davanti alla sua bellezza da Grisha che ha attirato l’attenzione di Mal.

In questo libro, Baghra racconta la sua storia e quella dell’Oscuro, suo figlio, del quale scopriamo anche il nome di battesimo. Questo tipo di confronto con la protagonista sembra volergli dare una mezza redenzione e questo è un genere di cliché che non mi piace granché anche contando che lui progettava di distruggere un’intera Nazione e considera Alina un oggetto visto il suo potere con la retorica del “Io e te siamo uguali e non esiste nessuno come noi”. Sinceramente questa scelta mi ha fatto storcere il naso: non tutti meritano di essere perdonati, soprattutto se hanno un piano come il suo. So che è un’opinione impopolare visto che il Fandom lo ama e, per contro, detesta Mal, nel mio caso la fascinazione verso di lui si è esaurita con il primo volume.

Il colpo di scena legato a Mal poi mi ha confermato che l’autrice ha saputo rendere giustizia a un personaggio che era effettivamente svantaggiato e “inferiore” rispetto alla protagonista. A parti invertite probabilmente il personaggio maschile sarebbe stato considerato sessista, mentre Mal da alcuni è considerato uno zerbino – nel migliore dei casi – o direttamente un personaggio tossico che accetta Alina solo quando non ha a disposizione il suo potere – non sono affatto d’accordo. E’ l’Oscuro che vuole Alina solo in funzione del suo potere. Mal la teme e teme anche di perderla essendo l’unico punto di riferimento che ha- . Nel secondo volume non mi era piaciuto per niente, in questo ha avuto uno sviluppo ottimo e il finale, come ho già detto, va bene così perchè era l’unico possibile.

Un altro piccolo punto a favore è la presenza, tra i personaggi secondari, di una coppia lesbica, formata da Tamar, ex membro della ciurma di Nikolai, e Nadia, Chiamatempeste che Alina ha incontrato a corte e si unisce all’Esercito di Alina contro l’Oscuro. L’ho trovate molto carine.

Il viaggio a Ravka è ufficialmente concluso, ora si passa alla scoperta di Ketterdam con Kaz e i Dregs nella dilogia Sei di corvi.

Attendo altri pareri da chi ha letto la trilogia,

Cate L. Vagni

3 pensieri su “Il ciclo si chiude ( Rovina e Ascesa di Leigh Bardugo, GrishaVerse #3)

  1. Non conosco la saga, ma sono completamente d’accordo con la tua disanima… sta diventando alquanto stucchevole e pericoloso credere che un personaggio, volto a fare del male a qualcuno o ad una comunità o al mondo intero, possa redimersi al 100%, tornando ad essere o diventando buono. Questo perché anche i maggiori serial killer danno il buongiorno per strada o lasciano il posto ad una vecchietta sull’autobus… non esiste una persona che dal momento della nascita sia 100% cattiva o di contro 100% buona, ma ci sono delle azioni talmente gravi, che non si possono perdonare e che denotano una propensione al male e alla totale assenza di empatia (discorso a te molto caro). Credo che le persone possano migliorare, credo che le persone possano smussare i propri difetti non annullandoli ma rendendoli quantomeno meno pesanti da sopportare per gli altri.
    La frase che invece non ho capito è la seguente: “Considera Alina un oggetto visto il suo potere con la retorica del “Io e te siamo uguali e non esiste nessuno come noi”… perché la retorica dell’essere simili dovrebbe essere una cosa negativa o addirittura rendere oggetto la persona amata?

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