Ludodreamer e Booktube ( seconda intervista estratta dalla mia tesi)

Dopo aver intervistato una casa editrice per analizzare il rapporto con i lettori, ho voluto creare un parallelismo per portare il punto di vista di chi collabora ovvero dei Bookinfluencer: ho scritto a Ludovica aka Ludodreamer su Instagram selezionandola tra tutti quelli che seguo e ha accettato subito con entusiasmo. Per presentarvi questa nuova figura professionale che si è sviluppata grazie ai social sia parlando di sè che descrivendo i vari aspetti del lavoro. Lascio la parola a lei con quest’intervista:

Se ti va di presentarti, ti lascio la prima domanda libera per parlare di te.

Sono Ludovica Sordini, ho 22 anni, studio Lingue presso l’università di Roma Tre e da quasi 7 anni pubblico video sul mio canale Youtube (Ludodreamer), dove parlo principalmente di letteratura fantasy young adult.

Racconta come è nata la tua passione per la lettura e se l’idea di aprire un canale è stata la prima o hai valutato più ipotesi, come per esempio anche l’apertura di un blog.

La mia passione per la lettura è nata praticamente da quando ho imparato a leggere, poiché mia mamma mi regalava tantissimi libri. Infatti, ricordo che già alle elementari volevo passare la ricreazione a leggere “La bambina della sesta luna” di Moony Witcher piuttosto che giocare con i compagni di classe. Poi, durante il periodo delle medie, ho scoperto la saga di “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo” di Rick Riordan e ho capito che la passione per la lettura ci sarebbe sempre stata.

Nel 2014, quando avevo circa 16 anni, ho aperto il canale YouTube poiché nella mia vita privata non avevo molte persone con cui parlare di libri, quindi volevo creare un mio spazio in cui condividere questa passione. Inoltre, ho preso questa decisione ispirandomi anche a dei canali americani che parlavano di libri e che seguivo, in quanto all’epoca la book community americana era una realtà già avviata, al contrario di quella italiana, dato che all’inizio eravamo in pochi. Invece, ad oggi la book community italiana è una realtà solida, siamo tante persone a parlare di libri, e alcune di loro rientrano anche tra le mie amicizie più strette.

Onestamente all’inizio non ho valutato altre ipotesi, come un blog, perché il video mi sembrava il mezzo più efficace per arrivare alle persone. La differenza maggiore tra un post scritto su un blog e un video, è che le persone vedono come parli, che aspetto hai, e inevitabilmente si affezionano anche a chi c’è dietro. Oltre a seguirti per i tuoi contenuti, le persone ti seguono perché sei tu a crearli, per cui credo che il legame tra un booktuber e i suoi followers sia più sentito in base alla mia esperienza personale. Infine, successivamente ho creato altri profili sempre legati al canale, ad esempio su Instagram, Goodreads, Facebook che utilizzo come un prolungamento, per chi vuole avere altri contenuti, più immediati dei video, o legati ad altri miei interessi.

C’è una tipologia di video ti piace di più tra tutte quelle che proponi? Quale, invece, ti piace di meno?

La mia tipologia preferita di video è quella del reading vlog, ovvero un video in cui condivido una lettura di uno o più libri mentre la sto facendo e questo mi permette di mostrare altri aspetti della mia vita quotidiana, o di riprendere momenti importanti. Anche i miei followers sembrano apprezzarli molto, in base ai feedback che ricevo. Mi piace molto fare anche i video TBR, acronimo di to be read, in cui mostro i libri che ipotizzo di leggere in una determinata stagione, in un mese o anno specifico. Invece, ultimamente non mi diverte più fare i book tag, quei video in cui si associano domande a libri, perché li trovo ripetitivi e tutti uguali.

Puoi spiegare meglio la differenza tra un Book Haul e un Wrap up? Apparentemente sembrano due tipologie di video molto simili ma nella prima i libri vengono mostrati come presentazione e nella seconda si dà una veloce impressione sulla lettura come preparazione a un’eventuale recensione singola, ho capito bene?

Certo! La differenza principale tra le due tipologie è che nei book haul si mostrano i libri acquistati e/o ricevuti dalle case editrici o tramite regali in un determinato periodo di tempo, mentre nei wrap up si parla delle letture fatte in uno o più mesi. I libri mostrati nei book haul non necessariamente sono stati già letti, e sicuramente c’è un approccio più estetico del libro come oggetto in sé, ma agli spettatori risultano utili per conoscere le ultime uscite, per decidere i loro acquisti futuri. Invece, il wrap up permette di essere più specifici nelle informazioni, poiché oltre a fornire un parere personale, si parla della trama, degli aspetti tecnici (se si tratta di un libro standalone, di una saga ecc.), delle tematiche e i libri mostrati sono di meno rispetto a quelli di un book haul. In base alla mia esperienza, il wrap up non è necessariamente preparatorio a una recensione singola, anzi è come se fosse un’unione di tante piccole recensioni in un solo video. Lo preferisco sia da booktuber che da follower, perché mi permette di parlare di più letture o di scoprire nuovi titoli.

Qual è stata la tua prima collaborazione in assoluto? Puoi spiegare meglio come funziona questo aspetto del vostro lavoro e se le richieste arrivano in egual misura sia direttamente da voi sia dalle varie case editrici?

La mia prima collaborazione in assoluto è stata con Mondadori, poiché a gennaio 2019 mi contattarono tramite mail per ricevere la ristampa della saga “Guida galattica per autostoppisti” e ad oggi continuo a ricevere loro titoli. Le collaborazioni possono avvenire in due modi: se si viene contattati dalla casa editrice, come è stato nel mio caso, oppure viceversa in cui si richiede una collaborazione per un libro specifico e poi può proseguire nel tempo. Inoltre, la collaborazione con una casa editrice è uno scambio, poiché loro inviano copie di libri che mi interessano e da parte mia li mostro sui miei profili social (in una storia di Instagram, un video su YouTube) facendogli di conseguenza pubblicità. I libri che ricevo non sempre sono solo quelli che richiedo, ma la scelta degli invii ricade sul manager dell’ufficio stampa di una determinata casa editrice. Negli ultimi anni i libri ricevuti sono diventati sempre più inclini ai miei gusti personali, poiché ad esempio il manager dell’ufficio stampa di Mondadori guarda i miei contenuti (così come quelli dei miei colleghi) e al momento degli invii sa cosa potrebbe interessare a chi. Non c’è nessun contratto, quindi non sono obbligata a leggerli/mostrarli tutti oppure a parlarne bene, il mio giudizio non è influenzato in alcun modo.

Ti è mai capitato di ricevere copie omaggio di libri inediti come ARC*? Succede principalmente con quei romanzi che generano il cosiddetto hype o anche con romanzi poco conosciuti che devono ancora essere pubblicati?

Sì, mi è capitato di riceverli, principalmente quelli di uscite italiane. Nel panorama anglofono si tende a fare gli ARC per quasi tutti i libri, sia quelli di autori già famosi, che per quelli emergenti. Penso dipenda da quanto la casa editrice punti su quel titolo, perché il parere dei vari book influencer che lo leggono in anteprima può essere determinante per il successo o il fallimento a livello di vendite. Invece, nell’editoria italiana l’ARC come oggetto in sé non è ancora così affermato. Infatti, io ho ricevuto copie inedite soltanto da Mondadori, tra cui La quinta stagione di NK Jemisin, Il priorato dell’albero delle arance di Samantha Shannon, La vita invisibile di Addie LaRue di Victoria Schwab e Gideon la Nona di Tamsyn Muir.

Usi anche la tua pagina Instagram per pubblicizzare i libri che ricevi? Ci sono delle differenze tra YT e Instagram per le sponsorizzazioni di romanzi usciti o che comunque verranno pubblicati nel breve periodo?  Mi sembra di aver notato che spesso Booktube e Bookstagram coincidano anche se, ovviamente, sono due social con dinamiche differenti.

Sì, utilizzo anche Instagram per pubblicizzare i libri che ricevo. Di solito, appena mi arrivano, li mostro nelle stories dando tutte le informazioni: quando esce, la trama, se si tratta di un sequel o di uno standalone ecc. Credo che la differenza principale tra i due social sia l’impatto che si ha a livello di seguito. Ho notato nella mia esperienza personale che le case editrici italiane tendono a collaborare maggiormente con i booktubers e meno con i bookstragrammers, in parte per una questione numerica, ma sopratutto perché un video è un contenuto con maggiore impatto e che può portare effettivamente i followers a decidere di acquistare quel determinato libro. Nonostante negli ultimi anni i social stiano diventando sempre più veloci, come si deduce dal fenomeno Tik Tok, e anche Instagram sta assumendo la propria rilevanza in questo scenario. Infatti, un’ulteriore differenza penso sia l’immediatezza dei contenuti: nell’ultimo periodo ho notato che se gli utenti sono alla ricerca di contenuti immediati, prediligono Instagram, mentre chiaramente YouTube richiede un’attenzione maggiore. Preferendo questa piattaforma, è un po’ demoralizzante vedere come magari un video non performi allo stesso modo di un reel o di una storia, perché secondo me BookTube e Bookstagram coincidono a livello di contenuti, ma non a livello di ore impiegate nel realizzarli. Su un piano oggettivo, ci vuole più tempo per girare, editare e caricare un video piuttosto che scattare delle foto, editarle e pubblicarle. Questo sempre in base alla mia esperienza personale.

Sei iscritta a EFP, piattaforma che in un certo senso è antesignana di Wattpad. Hai provato a usare anche questa piattaforma? Cosa ne pensi del fatto che le nuove pubblicazioni vengano estrapolate nella maggior parte dei casi dalle classifiche del sito?

Durante l’adolescenza utilizzavo EFP per scrivere fan fiction, ma non ho mai usato Wattpad. Non sono d’accordo con il pubblicare storie che hanno successo sul sito, perché vedo il libro e la fan fiction come due prodotti differenti. Spesso trasformano le fan fiction in storie originali, sto pensando al caso di After di Anna Todd, ma dalla qualità dubbia e con un editing inesistente. Ma penso che il problema sia a priori, perché le case editrici pensano che un target giovanile non riesca a leggere romanzi con uno spessore maggiore, quando invece non è così. Poi certo, a moltissime persone questi libri piacciono, perché l’intrattenimento e la lettura sono soggettive.

Tramite i tuoi video ho scoperto la Young Adult Literature Convention di Londra. Ti capita di essere invitata  a questo tipo di eventi anche in Italia grazie al fatto di avere un canale Youtube o hai partecipato anche prima di aprire il canale ? L’edizione 2020 dello YALC si è tenuta in via telematica come molti altri eventi, hai preso parte anche lo scorso anno nonostante non fosse dal vivo o hai preferito aspettare di poterci tornare fisicamente?

Sì, prima della pandemia mi è capitato di essere invitata ad eventi grazie al canale. Ad esempio, a dicembre 2018 c’è stato l’evento Più Libri, Più Liberi a Roma ed io sono stata invitata dalla Fazi, insieme ad altri miei colleghi, a partecipare a una conferenza privata con Laini Taylor, in cui le abbiamo fatto delle domande e poi ci ha autografato i libri. Prima di avere un canale non penso di aver mai partecipato a un firma copie, perché il panorama fantasy young adult non era così avviato e di conseguenza non si organizzavano eventi del genere in Italia. Il primo grande evento che ricordo è stato quello con Cassandra Clare a Roma nel 2016.

No, non ho partecipato all’edizione telematica dello YALC 2020, perché ero in vacanza in quei giorni e perché non mi interessavano gli ospiti o le attività proposte. Spero davvero di poterci tornare nel 2022, perché è un evento a cui tengo molto.

Una parte cospicua dei miei studi tratta proprio dell’evoluzione del rapporto con la lettura e con la concezione del libro. Nella tua esperienza quali sono stati i punti deboli della lettura digitale rispetto a quella tradizionale soprattutto per quello che riguarda la concentrazione durante la lettura e le distrazioni che si possono riscontrare con l’utilizzo di questi dispositivi?

Penso che il punto debole della lettura digitale sia che non sostituisce l’esperienza che un libro cartaceo ti offre: dallo sfogliare le pagine, al profumo della carta, alla bellezza di una copertina. Tuttavia, nella mia esperienza con un e-reader ho notato solo aspetti positivi, tra cui la concentrazione. Ho notato che mi distraggo meno leggendo in digitale piuttosto che in cartaceo, perché è possibile regolare la luminosità, scegliere il font e la grandezza del carattere che si preferisce. Inoltre, riposa la vista, quindi dopo una lunga giornata davanti a schermi o passata sui libri, leggere in digitale non richiede un’eccessiva attenzione.

Continuando a parlare della concezione del libro come oggetto da collezione, ciò che mi colpisce di più è vedere che di diversi romanzi che vi sono piaciuti di più vengono acquistati in  tutte le versioni che le case editrici propongono anche in più lingue. Il fatto di avere un ebook in qualche modo ti spinge ad acquistare meno copie anche se il libro ti è piaciuto?

Sì, avere un Kindle mi ha portato ad acquistare di meno, perché spesso tendo a leggere prima il libro in ebook e poi decidere se acquistarlo in cartaceo. Però, mi piace collezionare i miei libri preferiti in edizioni e lingue diverse.

Ti capita che qualcuno acquisti usando il link di affiliazione Amazon che aggiungi nella descrizione di ogni video? Quanto è stato fondamentale per migliorare la qualità dei tuoi contenuti da quando è iniziato il tuo percorso su YouTube?

Sì, mi capita spesso che qualcuno utilizzi il link di affiliazione per fare acquisti su Amazon. Non è stato determinante per migliorare la qualità dei miei contenuti, però a volte mi permette di fare acquisti legati al canale, come nuovi libri o attrezzatura tecnica per i video.

(*N.D.A: ARC è acronimo di Advacend Reading Arc, ovvero la bozza di un arco narrativo di un romanzo ancora in fase di correzione mandata per avere una prima opinione e capire quanto il libro potrà incuriosire il pubblico. Lo specifico perché non è detto che tutti lo sappiamo.)

Se l’intervista vi ha incuriosito, vi lascio i suoi contatti qui sotto per approfondire:

 Instagram: https://www.instagram.com/ludodreamer/?hl=it

Facebook: https://www.facebook.com/Ludodreamer

YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCVWOd4Uqr0mEXCkC-eFuFsw

A presto,

Cate L. Vagni

6 pensieri su “Ludodreamer e Booktube ( seconda intervista estratta dalla mia tesi)

  1. L’editoria sta diventando sempre più dinamica, sfaccettata , tecnologica e aperta al pubblico, che ne sta diventando parte attiva. Rinnovo i miei complimenti per il modo molto ben articolato, col quale hai posto delle domande molto tecniche, ma al contempo interessanti e facile da capire. Io stessa, da profana del settore, ho capito solo adesso quanto le varie piattaforme social aiutino ad avvicinare il lettore al libro, non più inteso come prodotto fruibile solo una volta concluso, ma come opera a più voci, dove il feedback del lettore non arriva solo a posteriori, ma durante la costruzione del romanzo stesso.

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    • Esatto. Lo scopo per cui l’ho intervistata era proprio questo: far conoscere questa nuova figura professionale ancora fraintesa. Ovviamente farò varie interviste su tanti temi prossimamente e questo è un primo esperimento. Per fortuna è venuto bene visto che non ero nemmeno sicura che le domande fossero chiare visto che sembrano molto simili tra loro. È un nuovo inizio per il blog che darà voce anche ad altri anche se ovviamente lo spazio resta mio 😁

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