Biblog: diario di una futura bibliotecaria, il tirocinio parte 2

Dopo aver presentato la biblioteca e la sua rivista, è il momento di raccontare come si è svolta questa mia prima esperienza lavorativa pur nella consapevolezza di dover semplificare il linguaggio per voi.

Il tirocinio ha avuto vari obiettivi: la ricerca, la preparazione delle schede catalografiche sul software Clavis, conoscenza degli spazi e affiancamento al pubblico.

La ricerca si è svolta sul loro database, ovvero LiBeR, per capire come funziona e scoprire le categorie che ho citato nella prima parte oltre che le varie votazioni a ogni libro, anche cercando i miei preferiti. Grazie a questo primo punto del progetto ho potuto realizzare una mia bibliografia a tema con alcuni romanzi che possedevano parlando di autismo. Insieme alla tutor l’ho allestita nella sezione ragazzi della biblioteca in dei tavoli liberi.

La ricerca e la creazione di bibliografia formano quella che viene definita letteratura grigia ovvero materiale dedicato a un argomento altamente specialistico e non venduto. Nel caso delle biblioteca spesso i materiali di grigia fungono da inserto per la rivista.

La mia bibliografia si chiama Raccontare l’autismo, romanzi e biografie per incontrare sguardi divergenti e la descrizione che abbiamo scritto insieme alla tutor è questa:

Curiosi di scoprire modi differenti di vivere la propria quotidianità? In questa selezione potrete trovare storie per raccontare la vita e le esperienze di chi ha una percezione divergente, ma non per questo meno ricca o più incomunicabile, della realtà. Il mondo dell’autismo è ancora spesso raccontato attraverso stereotipi o con un linguaggio a volte superato, come Sindrome di Asperger, rispetto al quale una proposta può essere quella di storicizzare termini medici non più utilizzati e forse anche fuorvianti. Questa piccola selezione vuole offrirvi un ponte tra due mondi apparentemente lontani.”

Passando alla catalogazione, che sta lentamente cambiando nome in metadatazione in quanto insieme di dati raccolti per creare una descrizione reperibili e rielaborabili partendo dalla rete, si entra nel merito del linguaggio specialistico che vi presento brevemente: nella biblioteca dove ho fatto il tirocinio ci sono almeno cinque persone che sono definite bibliotecario documentalista e si occupano di catalogare i libri ricevuti. Le regole da studiare e applicare sono tante e spesso vengono aggiornate annualmente. Tra le tante cito ISBD ovvero lo Standard Internazionale di Descrizione Bibliografica che, appunto, si occupa di standardizzare il più possibile la descrizione bibliografica a partire dalle informazioni di base come autore, titolo, casa editrice, anno di pubblicazione e altro prendendo in considerazione anche la punteggiatura.

Una famiglia di regole fondamentale in questo ambito sono le FR, che trattano i requisiti funzionali di descrizione, record, authority e soggetto. Regole tecniche che mirano a trovare punti in comune a livello internazionale anche in quei Paesi come l’Asia, dove spesso è l’opera ad avere maggiore rilevanza rispetto all’autore, tant’è vero che i testi più asiatici più antichi sono quasi tutti anonimi o riconducibili a collettivi di autori.

Il software di catalogazione impiegato nella rete toscana ma non solo è, appunto, Clavis. Le schede realizzate su questo software si basano sulla catalogazione derivata in cui si parte da una scheda già realizzata se contiene dati simili a quelli del libro da inserire nel sistema cambiando quelli principali del futuro inserimento. Oltre ai dati generali e una breve descrizione della trama, si inserisce la valutazione ripresa da LiBeR – che vale solo per la biblioteca dove ho fatto il tirocinio, come ho detto nella prima parte – e poi vengono inseriti il prezzo, il codice ISBN e altri dati di circolazione del libro per il pubblico. Anche se ho imparato molto velocemente come realizzare queste schede, la tutor mi faceva svolgere questa parte del lavoro solo sotto la sua supervisione, solo gli ultimi giorni mi ha permesso di provare a compilare in autonomia la parte descrittiva della scheda.

Su Clavis si possono anche creare scaffali virtuali attraverso il raggruppamento di schede con le rispettive descrizioni per poi convertirle in file che diventano bibliografie ragionate come ho fatto io.

La parte dedicata agli spazi si è articolata in: andare a riprendere i libri restituiti dalla quarantena, spartirli tra adulti – al primo piano – e ragazzi – piano terra -, scansionare l’ISBN per rimetterli in circolazione e infine riporli sullo scaffale.

Qui volevo fare una precisazione che può essere interessante anche per gli utenti: i libri della biblioteca hanno una serie di numeri posti o sulla costa o sui fogli di guardia1: l’etichetta riporta il nome dell’autore abbreviato con a seguire Paese di origine, periodo storico e genere letterario. Anche se per gli utenti spesso è una sequenza senza significato, invece, è fondamentale per ottimizzare i tempi di ricerca del libro in caso di richiesta di prestito: si chiama Classificazione Decimale Dewey, suddivisa per materie e argomenti in maniera forse un po’ rigida che comunque viene aggiornata anche se l’ultimo è del 2009 e ha più versioni anche adattabili al tipo di biblioteca. per esempio esiste la versione ridotta per biblioteche più piccole. Gli aggiornamenti, a volte, fanno in modo che vengano eliminati dei numeri e accorpati tra loro. Lo dico a titolo informativo per evitare dispersioni o perdite di tempo, fa comodo sia all’utente che al bibliotecario rispettarla xD

Un esempio di scaffale organizzato secondo CDD.

L’affiancamento al pubblico è avvenuto quasi sempre poco dopo la pausa pranzo – il mio orario terminava alle 15 – quindi non ho visto molti utenti ma è stato utile per approfondire la parte legata al prestito interbibliotecario dell’area fiorentina – SDIAF , Sistema Documentario Integrato Area Fiorentina -, l’OPAC della rete SBN e REANET, che racchiude le reti dell’Elsa e dell’Arno. Anche se la parte di back office e reference non fosse centrale nel mio tirocinio, è stato importante come momento di riflessione sui miei studi e su come la biblioteca sia un organismo vivo che deve seguire le innovazioni tecnologiche. Questo punto si ricollega alla cinque leggi della biblioteconomia di Raganathan, delle quali ho in programma di parlare per riflettere insieme su quanto la biblioteca sia in continua evoluzione.

Questo è stato il resoconto del mio tirocinio. Ho pensato molto a come parlarne e spero che, soprattutto la parte sulla catalogazione, sia abbastanza chiara.

A presto,

Cate L. Vagni

1 I fogli di guardia sono bianchi e si trovano all’inizio del libro prima del frontespizio, che riporta nome dell’autore, titolo ed eventuale traduttore, e alla fine dopo il colophon, ovvero la pagina finale del libro in cui si riportano le informazioni su luogo, anno di pubblicazione e casa editrice .

14 pensieri su “Biblog: diario di una futura bibliotecaria, il tirocinio parte 2

  1. articolo molto interessante, ammetto che mentre lo leggevo lo facevo con la voce di mia cugina (che ha appena terminato un anno di servizio civile presso una biblioteca comunale xD)

    la classificazione Dewey mi ricorda molto i libri della mia biblioteca universitaria, è molto comoda per capire se quel libro rientra nel tuo argomento ricercato^^

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  2. E questo spiega perché è tanto importante non rimettere a caso i libri sugli scaffali. Da utente mi è capitato che il bibliotecario tornasse sconsolato al bancone a dirmi che non trovava il libro che volevo in prestito perché era stato evidentemente rimesso fuori posto!😭

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