Transgender Day Of Visibility 2022: conosciamo le varie sfumature dell’identità di genere con Red

Questo articolo è molto particolare: come sapete, su questo blog parlo anche di temi che riguardano l’attivismo oltre la sensibilizzazione verso la neurodivergenza.

Ho parlato delle varie etichette della comunità trans recensendo le graphic novel di Fumettibrutti: nella prima parte ho portato l’esempio di Elliot Paige per spiegare la differenza tra genere e sesso e la disforia di genere, nella seconda ho spiegato i colori della bandiera e le varie sfumature dell’identità di genere.

Oggi, 31 marzo 2022, è il Transgender Day of Visibility e ho deciso di dare spazio a una persona trans perchè possa raccontare la sua storia e la sua esperienza per rendere tutto più comprensibile.

La persona intervistata è Red – non dirò il suo nome di battesimo o deadname e lәi stessә non l’ha specificato durante l’intervista quindi per evitare misgendering lo lascerò da parte. – unә ballerinә di hip hop che ho conosciuto tramite Instagram durante il lockdown. Chiedo l’accortezza di usare la schwa nei commenti se parlerete al plurale per rispetto nei suoi confronti anche se io mi riconosco nel mio genere di nascita. Il blog è uno spazio sicuro e tale deve restare quindi in questo caso è fondamentale rispettare il linguaggio inclusivo infatti giò di base i commenti hanno il filtro e devono essere accettati.

Red è una persona autistica, infatti ho in programma una seconda intervista per parlare della sinestesia, un aspetto molto interessante dell’autismo che io non vivo e voglio approfondire attraverso chi invece lo vive.

Dopo queste richieste e premesse doverose, andiamo con l’intervista:

1 Quali sono i tuoi pronomi? Se vuoi presentarti da solә ti lascio la prima domanda libera.

I miei pronomi sono she / he / they.

2 Racconta del tuo percorso di presa di coscienza, dato che, quando eri piccolә non avevi la possibilità di conoscere l’etichetta che oggi senti che ti rappresenta. Verso che età hai iniziato a sentire di non appartenere totalmente al genere che ti è stato assegnato alla nascita? Oltre a essere non binary, nella tua bio ha scritto di essere anche agender e genderfluid. Ti va di spiegare meglio queste etichette legandole alla tua esperienza e alla tua quotidianità?

Ricordo che già durante l’infanzia sentivo di non appartenere al genere assegnatomi alla nascita. Spesso giocando mi ritrovavo sia nei personaggi maschili che femminili e per me non era importante se fossero maschi o femmine. Erano solo persone.

Agender significa che mi sento semplicemente persona, genderfluid è come mi sento: fluidә tra maschile, femminile e persona. Tutto cambia di giorno in giorno e per me è assolutamente normale.

3 Ti va di parlarci della disforia? Quali parti di te te la causano più spesso? Come la affronti?

Il seno è la parte che mi causa pù disforia in assoluto, anche se è piccolo è evidente e in alcuni giorni vorrei proprio strapparlo via.

4 Ho potuto constatare che le persone neuroqueer 1 sono in realtà tantissime. In te la presa di consapevolezza è andata per gradi in entrambi i casi o la diagnosi di autismo ti ha aiutatә anche a capire la tua identità di genere?

La diagnosi di autismo mi ha aiutato a voler cercare un termine che definisse la mia identità di genere. Non lo conoscevo e ho iniziato a seguire attivistә che trattavano questo argomento me anche a confrontarmi con persone autistiche. È stato meraviglioso dare un nome a tutto ciò!

5 Parlando di stereotipi di genere, passiamo ai vestiti. Tu indossi quasi esclusivamente abiti larghi – NDA: questo è legato anche a una questione sensoriale data dall’autismo dato che spesso le persone autistiche sono ipersensibili a determinati tessuti, alle etichette e alle cuciture oltre che a come i vestiti calzano -, questo ha influenzato il modo in cui gli altri ti vedono? Ti hanno mai detto che sei poco femminile?

Assolutamente sì! Mi sono sentitə ripetere tantissime volte che sono poco femminile, oppure che dovrei valorizzare di più il mio corpo da donna. In alcuni giorni trovo questa frase davvero violenta per la mia disforia. Tutto cambia però in scena: se devo interpretare un personaggio più “femminile” su un palco, non me ne frega niente, lo prendo come un gioco e mi diverte quel tipo di ruolo che però non rispecchia la mia realtà. Mi è capitato di indossare abiti “femminili” nella vita per accontentare alcune persone , purtroppo.

6 Ti hanno mai definito “maschiaccio” anche per l’hip hop e il suo stile – ovviamente non solo da un punto di vista del vestiario ma dello stile in senso più ampio. – ?

Assolutamente sì! Capita continuamente. Mentre io vedo l’ Hip-Hop come qualcosa di neutro, viene associato all’ essere “maschiaccio”.

7 Con gli abiti più “femminili” ed eleganti come ti trovi? Ne hai di preferiti?

Con gli abiti che vengono definiti “femminili” ( Utilizzo le virgolette perchè per me l’ abbigliamento non dovrebbe avere genere) mi ci trovo bene sul palco, oppure utilizzo molto spesso in estate gonne giganti, perchè mi fanno sentire liberə da qualsiasi tessuto. Per il resto utilizzo sempre abbigliamento che per me è molto neutro. Quando mi vestito “più femminile” per accontentare altre persone, non mi sentivo me stessə e soffrivo molto.

8 Il trucco invece che sensazione ti dà addosso? Ti piace indossarlo o lo fai solo per i tuoi spettacoli?

Sinceramente mi piacerebbe sapermi trovare bene per modificare il mio volto in base a come mi sento, ma non ne sono capace. C’è anche da dire che a livello sensoriale alcune consistenze mi danno proprio fastidio. Nella vita comune o non mi trucco, oppure utilizzo il tratto della matita attorno agli occhi. Talvolta il mascara. Durante gli spettacoli o video clip mi sbizzarrisco di più! In quel momento tutto è possibile essendo un mio interesse assorbente.

Grazie per aver raccontato la tua esperienza, spero che possa aiutare la sensibilizzazione su questo tema.

Se volete conoscere meglio Red la trovate su Instagram, Facebook e Tik Tok:

Profili dedicati all’attivismo: Instragram , Facebook

Profili dedicati alla danza: IG, FB

Tik Tok

YT: Autismo, Danza

1 Persona che fa parte sia della comunità neurodivergente che di quella LLGBTQIA+

14 pensieri su “Transgender Day Of Visibility 2022: conosciamo le varie sfumature dell’identità di genere con Red

  1. Quella domanda in realtà voleva riflettere sul fatto che i vestiti e lo stile spesso siano associati ai due generi in maniera stretta per questo ho chiesto come viene percepito il suo indossare esclusivamente vestiti larghi considerati poco femminili. Essendo ləi unə ballerinə la sua risposta ha ancora più significato perché quando balla o recita riesce a non sentirsi a disagio con il suo corpo. Questo volevo dire. Chiaramente se reciti a volte devi uscire da te stesso ma non sempre e questo ti porta a interpretare ruoli che magari nella vita non sentiresti come tuoi. Ci tenevo molto a quella risposta perché comunque i vestiti sono sicuramente la cosa più “genderizzata” che esiste dopo i giocattoli anche se solo per alcuni

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  2. Articolo super curato e rispettoso in ogni suo punto con risposte altrettanto esaurienti e sincere.
    Ho apprezzato tantissimo anche le premesse ed il fatto di aver ribadito che si tratta di un posto sicuro e che i commenti verranno mediati.
    Cosa si intende per neuroqueer? Qual è la differenza tra agender e genderfluid?

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    • L’ho scritto nella nota: persona sia neurodivergente che LGBTQIA+. Beh ho intervistato Red proprio perché lo spiegasse in prima persona. Genderfluid è chi alterna momenti in cui si riconosce nel genere femminile, maschile o in nessuno dei due o in tutti quelli che esistono visto che in realtà sono tantissimi mentre agender vuol dire riconoscersi solo come persona senza dare penso al genere di appartenenza. Red lo ha spiegato così ma credo che possa variare molto da persona a persona. Ho trovato altre persone agender anche tra quelle autistische che seguo e credo che ne intervisteró un’altra che ha accettato prossimamente 😊

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      • Domanda un po’ spinosa: si può essere genderfluid e agender contemporaneamente? Mi spiego meglio: si tratta di 2 termini simili per dire la stessa cosa oppure hanno una sfumatura diversa? Perché ci ragiono da qualche giorno e a rigore di logica non trovo il nesso tra il fluttuare tra diversi generi e non riconoscersi in nessun genere… Senz’altro mi manca il tassello per unire entrambe le definizioni e sarei curiosa di capirlo meglio ☺️

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        • Genderfluid credo sia più legato all’espressione di genere e a come la vuoi mostrare agli altri nel suo caso, agender è come si sente. Secondo me puoi essere entrambe le cose perché comunque se “fluttui” tra i diversi generi di base non ti riconosci in nessuno in senso stretto. Poi ogni persona è a sé quindi per lei funziona così e per altri può avere un significato ancora diverso.

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