Questo è un articolo un pò strano in quanto parlerò di una delle mie ultime letture, ma non sarà una recensione. Il romanzo in questione serverà solo per una riflessione più ampia.

Ho avuto un interesse specifico per la storia romana per anni e Manfredi era uno dei miei autori preferiti, ho anche guardato il programma che conduceva anni fa proprio sulla storia romana. Il primo romanzo letto dell’autore è stato Lo scudo di Talos durante il biennio. Dovete sapere che io mi definisco classicista mancata per via del fatto che nel biennio del linguistico ho studiato latino e me ne sono innamorata ma fino al primo anno di università in cui avevo l’esame di letteratura latina obbligatorio non l’ho più ripreso. Il greco resta una di quelle lingue che vorrei studiare ma ancora non ho toccato.
Oltretutto, l‘alter ego che mi sono creata in Hetalia si chiama Tullia perchè in seconda superiore, studiando storia, il mio cervello è rimasto affascinato dal personaggio di Cicerone e la cosa è andata per la sua strada. I classicisti sicuramente mi stanno maledicendo in silenzio e pensano che, se avessi studiato davvero la letteratura latina, non la penserei così ma andiamo avanti.
Come accennavo all’inizio, questa sarà una recensione atipica – Come me, del resto 😉 – perchè non ho molto da dire sul libro in sè in quanto la trama è piuttosto semplice. 1 ma, appunto, serve per una riflessione per me molto importante. Il libro mi è stato regalato anni fa da una mia amica che mi chiesto che libri volessi ricevere per il compleanno e l’ho ricevuto insieme a Le idi di marzo.
Ho accennato al mio blocco e al rigetto verso questo mio grande amore per via dell’esame di storia romana al primo anno di triennale nell‘articolo dove facevo un resoconto del mio percorso per il 2 aprile. Stava per succedere la stessa cosa anche con la lingua latina dopo aver bocciato in tronco l’esame del laboratorio di lingua che invece ero sicura di aver passato senza problemi perchè durante il biennio ero la più brava della classe e avevo quasi il massimo dei voti. Mi ero illusa che bastasse così poco, la seconda volta comunque l’ho passato e per l’esame di letteratura latina sono andata a ripetizioni tutta l’estate perchè di poesia e metrica non sapevo assolutamente niente. Era uno degli esami più difficili che sono riuscita a passare al primo tentativo con un buon risultato.
La batosta con storia romana ha scatenato una reazione a catena durata per quasi tutta l’università in cui mi ero autoimposta di non leggere più Manfredi o storia romana in generale per via di quell’esame andato male. Lo so che sembra una reazione esagerata ma, purtroppo, le persone neurodivergenti tendono a prendere decisioni drastiche da un momento all’altro anche sui propri interessi speciali e arrivano proprio a rinnegarli. A volte lo fanno anche per i troppi giudizi ricevuti dagli altri che non accettano quel determinato interesse. In più io sono molto perfezionista quando so che quella data cosa mi riesce visto che di base la mia autostima è molto altalenante e quindi per il mio cervello era inaccettabile aver fallito proprio quell’esame.
Dopo vari mesi di ripensamento sono andata a ricercare l’ultimo romanzo di Manfredi che mi era rimasto da leggere nel garage – ci siamo trasferiti e la libreria che avevo nella vecchia camera è divisa tra quella all’ingresso e i libri rimasti in garage nello scaffale della libreria – per poi scoprire di aver beccato uno dei pochi che non è ambientato nell’Antica Roma ma ai giorni nostri. E’ stata comunque una lettura piacevole che mi ha fatto riavvicinare a questa mia passione dimenticata.
Ora che l’ho riscoperta non la mollerò più, sentivo il bisogno di parlarne.
A presto,
Cate L. Vagni
Trovo sia un bene che tu voglia riprendere e poi è un gran bell’interesse che arricchisce il tuo già ampio bagaglio culturale. Metticela tutta e segui sempre il tuo cuore! ❤️
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❤️❤️😘
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Da classicista, che ahimé dopo 10 anni dalla fine della scuola ha dimenticato quasi tutto, non ti giudico, anzi ti auguro di cuore che il tuo blocco venga superato completamente e che tu possa riprendere in mano tutta la letteratura classica! E’ alquanto difficile ma altrettanto affasciante! Personalmente l’ho sempre preferita alle traduzioni ed è sempre riuscita a far aumentare la mia media!
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Ho una lista di titoli da leggere quindi ho fatto bene a convincermi a superare questo blocco 💪
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Come ti capisco, anche a me quando va male un esame faccio difficoltà a riavvicinarmi a una materia che prima mi piaceva. Mi indispettisco proprio.
Per il resto gli studi classici sono una cosa maledetta, ti fanno sputare sangue sui libri, e per una specie di Sindrome di Stoccolma che credo di avere, finisco sempre per tornare a loro. Ti entrano dentro, tu hai parlato del latino, ma ti assicuro che letteratura greca è anche peggio. Quella con quella lingua conquista tutto, e finisce che stai alle quattro di notte a tradurre Omero disperata per l’esame, promettendoti che non lo farai mai più.
Per poi tornare. Si lo so, è l’equivalente di un amore tossico.
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Lo immagino. È una lingua affascinante ma complicatissima.
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Te lo dico ti da la Sindrome di Stoccolma, come storia romana del resto.
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Come romanzo storico ambientato nell’antica Roma è molto bello anche “Il flagello di Roma” di Michele Gazo: l’hai letto?
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No anche perché non lo conoscevo. Mi informerò. Grazie del consiglio 😁
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Grazie a te per la risposta! Nel mio ultimo post ho parlato di un altro libro di una bellezza indimenticabile… spero che ti piaccia! 🙂
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