Una protagonista goffa ma non “carina” e indifesa ( Fidanzati dell’inverno – L’Attraversaspecchi #1, Christelle Dabos)

Questa saga volevo leggerla da tempo ma si perdeva nella TBR infinita che ho e va in base all’umore. A darmi la spinta è stato un mio Tik Tok dove ironizzavo sull’associazione tra goffaggine, essere carina e bisogno di protezione spesso associato alle protagoniste femminili che secondo me infantilizza le persona disprassiche ed è fuorviante. Nei commenti parecchia gente mi ha citato Ofelia come personaggio che è goffo ma rompe lo stereotipo e quindi, unito al fatto che la protagonista è una bibliotecaria come Lazlo, ho deciso di leggerlo.

Christelle Dabos, Fidanzati dell’Inverno- Attraversaspecchi, Edizioni E/O, 2012

Questa saga sfrutta un’ambientazione stile Cyberpunk molto interessante in cui il mondo è diviso in Arche governate da spiriti di famiglia. La nostra Ofelia vive su Anima e gestisce il museo di famiglia, lo zio vive a stretto contatto con un archivio senziente che custodisce la storia di Anima e delle varie Arche. Anima è governata dallo spirito di famiglia chiamato Artemide, e gli Animisti, ovvero gli abitanti di questo luogo, hanno il potere della lettura ovvero possono entrare in contatto con gli oggetti e scoprirne la storia. Ofelia ha dei guanti speciali per la lettura. La sciarpa di Ofelia, per esempio, è viva grazie alla magia e si sistema da sola, Ofelia ha un secondo, rarissimo, potere che da il nome alla saga: è un’Attraversaspecchi, potere che le permette di spostarsi da un luogo all’altro usando, per l’appunto, gli specchi. Qui arriviamo al primo punto: ci viene detto subito che Ofelia è una ragazza molto goffa e se ne ha dimostrazione mentre è con lo zio, che si ritrova a riparare ogni oggetto che la maldestra nipote rompe. Questa goffaggine ha un’origine: a tredici anni, la ragazza è rimasta incastrata tra due dimensioni durante un viaggio attraverso gli specchi e da quel momento ha avuto difficoltà di coordinazione.

Chiaramente, basandosi sul fatto che l’autrice ha tentato di giustificare la goffaggine della protagonista sarebbe altamente problematico definirla disprassica dato che una persona, salvo rare eccezioni, nasce neurodivergente ma durante la lettura mi sono rivista molto in questa sua caratteristica e sono stata contenta che, nonostante tutti gli altri personaggi mettano in dubbio la sua forza e pensino che sia indifesa e fragile, lei sappia sempre rispondere con la testa alta e non si lasci spaventare. La goffaggine NON ti rende carina, anzi, nella realtà ti rende oggetto di prese di giro che arrivano al bullismo perchè la tua scarsa coordinazione è vista come ridicola.

La ragazza ha sempre rifiutato tutti i pretendenti ma la famiglia ha necessità che si sposi quindi stipula un accordo con un’Arca lontanissima chiamata Polo e il suo futuro marito è il misterioso Thorn, un ragazzo di poche parole.

Su Thorn ho trovato alcune teorie che lo associano all’ autismo perchè ha questo carattere così spigoloso e non sembra molto propenso a dimostrare affetto sia a Ofelia che a Berenilde, sua zia. Ofelia sarà accompagnata da sua zia Rosaline. Penso che le due zie siano a loro modo iconiche con i loro caratteri così eccentrici che collidono ogni volta. A me ha fatto un pò storcere il naso che per l’ennesima volta un personaggio sia definito autistico perchè apparentemente distaccato dagli altri a livello emotivo – lo hanno detto anche di Newt Scamander di Animali Fantastici, personaggio per certi aspetti simile a Thorn nella dedizione al lavoro – Thorn è un personaggio complesso e mi sembra una semplificazione eccessiva ridurre tutto a questo. Non lo vedo come autistico nonostante certe caratteristiche combacino. Thorn è pieno di segreti, a partire dal suo concepimento che gli ha attirato le antipatie di un’intera corte. Lo spirito di famiglia di questa Arca così lontana e fredda è Faruk, un re particolarmente amato da Berenilde e la corte vive sospesa sulla Città -cielo, luogo fatto di illusioni e capitale di quest’Arca.

Ofelia è curiosa e non riesce a stare ferma nella propria stanza, come le intima varie volte il futuro sposo, e, a un certo punto, scopre una stanza di specchi che riflettono tutto quello che succede a palazzo. Il suo potere di Attraversaspecchi sembra avere un limite spaziale infatti lo zio è triste perchè una volta trasferita al Polo la nipote non potrà usare gli specchi per tornare su Anima, almeno apparentemente.

Il potere degli Animisti non funziona sui libri degli spiriti di famiglia, infatti Ofelia ha provato spesso a leggere il libro di Artemide in diverse occasioni, fallendo. Berenilde vuole farglielo fare con quello di Faruk per scopi personali anche se sa già che non funzionerà. Si scopre che il matrimonio è stato combinato dalle Decane, che fanno le veci di Artemide come governanti di Anima, per scopi ben precisi legati proprio a Ofelia e a Berenilde, che ha un obiettivo specifico.

Questo primo volume mi ha incuriosito molto e leggerò tutta la quadrilogia pur nella consapevolezza che il finale ha deluso praticamente chiunque ma voglio valutare io se veramente è così deludente o no, anche quello della Grisha Trilogy non è piaciuto quasi a nessuno quindi magari sarò di nuovo impopolare e va bene così.

Fatemi sapere la vostra,

Cate L. Vagni

14 pensieri su “Una protagonista goffa ma non “carina” e indifesa ( Fidanzati dell’inverno – L’Attraversaspecchi #1, Christelle Dabos)

  1. ciao^^
    io almeno di questo volume ho sentito parlare molto bene
    una serie che trovi non so quando sul canale tv Giallo (io l’ho trovata in terza serata, ma forse la prima visione è prima) che ha uno splendido personaggio autistico (nel senso, non il solito problematico che si vede in tv) è Astrid e Raphaelle, dove Astrid è autistica e criminologa, fissata con gli indovinelli e la routine

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  2. Pingback: Terzo volume della saga dell’Attraversaspecchi: l’inizio del declino oppure no? | Daydream On a Bookshelf – Piccolo scaffale dei sogni

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