Tra streghe, squali e autismo: la storia della piccola Addie

Oggi vi parlo di una piccola perla che, come tanti altri romanzi, ho scoperto durante il tirocinio mentre scrivevo la mia bibliografia sull’autismo: Una specie di scintilla di Elle McNicoll.

Elle McNicol, Una specie di scintilla, Uovonero

( Comunque questa copertina è semplicemente adorabile, non trovate? A me mette tanta allegria. )

Ho parlato della Casa Editrice lo scorso anno per la Giornata mondiale del Libro e ho letto un altro romanzo a tema autismo con una rappresentazione non infantilizzante di un ragazzo non verbale, ovvero Sasha di Uscita di sicurezza di Carla Anzile, edito Pelledoca.

Elle McNicoll, l’autrice, è una persona autistica: questo non è un dettaglio ininfluente visto che in ogni prodotto sia audiovisivo che letterario è importante dare spazio a persone neurodivergenti per superare certi stereotipi ormai macchiettistici. Ha origini scozzesi, un laurea in scrittura creativa e ha deciso di intraprendere la carriera di scrittrice dopo aver scritto una tesi di laurea sulla scarsità delle rappresentazioni della neurodivergenza nell’infanzia, quindi ha deciso di essere lei il cambiamento in un mondo con così poca inclusività della divergenza nell’editoria.

Elle McNicoll

In questa recensione riporterò due citazioni per mostrare come questa rappresentazione sia una ventata di aria fresca visto in mezzo a tante che ci infantilizzano anche quando parlano di autistici adulti, ma per questo ci vuole un articolo a parte perchè non mi va di sciupare questo con delle lamentele.

La nostra piccola protagonista è l’undicenne scozzese Adeline, per tutti Addie. La sua famiglia vive a Juniper, un paesino vicino a Edimburgo, e ha due sorelle: Nina, neurotipica che fa l’influencer, e Keedie, che studia all’università ed è autistica come lei.

Ho capito che Nina parla quando parla di Keedie. La sua voce è visiva, due colori diversi. Uno è scuro e l’altro è chiaro. Entrambi i colori sono per Keedie. Ma non sono sicura del loro significato.

Ho scelto questa citazione per iniziare perchè mi ha fatto sorridere: fa riferimento alla sinestesia, una condizione che fonde due sensi diversi tra loro. Ci sono tante espressioni metaforiche usate tutti i giorni che la esemplificano come, per esempio, voce ruvida. Ne voglio parlare da un pò e lo farò insieme a un’altra persona autistica che è sinestetica.

[…] << Quando sei… diversa, la tua elaborazione è un pò particolare. Le tue mani hanno un pò di problemi a fare esattamente quello che vuole il cervello. Sono così occupate a ricevere le parole esattamente le parole nel modo giusto, e nel giusto ordine, che non hanno tempo, che non hanno il tempo di rendere la scrittura perfetta o gradevole. >>

A dire questo è Keedie, dopo che Addie ha raccontato che la sua insegnante, che prima ha avuto come alunna la sorella maggiore “problematica”, l’ha ripresa perchè la sua scrittura sembri ancora infantile anche se ormai ha undici anni. Questa descrizione mi ha fatto pensare sia alla disgrafia che alla disortografia e mi ha fatto piacere questo accenno. Da persona disgrafica posso dire che senza il computer sarebbe stato impossibile rendere leggibile la mia scrittura e non è che scrivessi male volontariamente: il mio cervello si stancava più facilmente perchè impugnavo male la penna e dovevo sforzarmi ad avere una grafia decente. Il risultato era che avevo mal di testa e male alla mano destra ogni volta che finivo un compito e questo era quasi completamente pasticciato perchè, con la smania di controllare la calligrafia, le varie correzioni si sovrapponevano e tutto era incredibilmente caotico perchè cancellavo e riscrivevo per essere sicura che la grafia fosse corretta. Capisco la sensazione di frustrazione di Addie, la conosco troppo bene e sono grata che qualcuno ne abbia finalmente parlato. Una volta sono stata presa per analfabeta solo perchè ho detto di essere disgrafica, ed era un esame universitario, stendiamo un velo pietoso.

Il rapporto tra Keedie e Addie è stupendo: si rispecchiano l’una nell’altra perchè autistiche e Keedie è la guida spirituale della piccola protagonista, una delle poche persone nelle quali può trovare davvero conforto e che può aiutarla a capire il mondo. Keedie, a differenza sua, si è sempre sentita sola e avrebbe voluto avere qualcuno che la aiutasse a trovare un senso al mondo intorno a lei. che sembra così ostile. Insieme si sentono a loro agio, mentre con la terza sorella hanno difficoltà a creare un dialogo e spesso la comunicazione fallisce. Keedie è una ragazza consapevole e fiera che vuole parlare della sua condizione e non se ne vergogna, anche se non è comunque semplice esporsi con i compagni di corso e l’ambiente universitario la sovrastimola. E’ lei che redarguisce Nina che usa termini scorretti e rifiutati dalla stessa comunità autistica come il concetto di funzionamento o l’essere definiti “autistici lievi” perchè si riesce a essere relativamente autonomi e ci si adatta alla società neurotipica.

Addie si porta sempre dietro un thesaurus, una sorta di dizionario, che le ha regalato proprio Keedie. Gli squali sono il suo interesse speciale e il bibliotecario della scuola la attende ogni giorno e lascia che si sfoghi parlandone e leggendo tutti i libri e manuali a riguardo che la biblioteca ha a disposizione. Gli squali fungono da metafora per spiegare come si sente Addie: tutti li temono, sono diversi, emarginati esattamente come lei. Le carte cambieranno quando la sua insegnante. Miss Murphy, parlerà della caccia alle streghe e delle donne accusate di esserlo proprio a Juniper.

Addie ha sempre avuto una sola amica, Jenna, che conosce dall’infanzia. L’arrivo di Emily turba la loro amicizia e le allontana perchè palesemente non prova simpatia per Addie per le “stranezze” derivate dalla sua condizione, infatti è la persona che la bullizza ogni giorno e arriva a distruggere il suo prezioso thesaurus causandole una crisi. Sia i genitori che Keedie avevano proposto alla ragazzina di tentare di avvicinarsi a Emily anche per non perdere l’amicizia con Jenna. Addie farà amicizia con la nuova arrivata, Audrey, trasferitasi da Londra e ugualmente emarginata.

Addie, come tante persone autistiche, ha un enorme senso di giustizia e prende molto a cuore la storia di queste donne ingiustamente condannate proponendo di creare un memoriale per loro. Nessuno la prende sul serio e tutto quello che dice è declassato a “fissa di una ragazzina stramba”, come spesso accade ai nostri interessi speciali quando non sono conformi a quelli “socialmente accettati“.

Keedie risponde per le rime all’insegnante che mortifica costantemente la sorellina perchè la vede come copia carbone della stessa Keedie e non prova nemmeno minimamente a comprendela, dandole apertamente dell’abilista. Leggere questo termine mi ha dato tanta soddisfazione dato che in Italia è ancora sconosciuto e frainteso. Ne avevo parlato tempo fa in questo articolo e ribadisco che potete seguire l’attivista Sofia Righetti per approfondire: è la discriminazione specifica della disabilità – sia fisica che psichica – in diversi modi sia espliciti che più sottili, come quando si usa la parola ritardato – ormai. tra l’altro, obsoleto -per dire stupido. L’insegnate aveva detto ai genitori che non avrebbero dovuto assecondare il comportamento di Addie dato che è una ragazzina disabile e sta ingigantendo troppo una questione della quale non importa niente a nessuno.

Keedie discuterà anche con l’altra sorella, Nina, perchè ha esposto Addie in un video sapendo che la gente che la segue l’avrebbe osannata perchè “stava truccando una ragazzina disabile”. Nina si sente ferita dato che Addie è anche sua sorella e pensava di fare una cosa bella per lei, infatti Addie aveva accettato per capire come funziona il suo lavoro. Questo è un discorso molto delicato e forse la buona fede di Nina non si può mettere del tutto in discussione: la ragazza è sibling di due sorelle autistiche quindi sicuramente ha avuto le sue difficoltà crescendo.

Addie ricorda una loro vecchia amica anche lei autistica, Bonnie, una ragazza che è stata portata in ospedale dopo una violenta crisi e non è più tornata a casa. Addie vive con la paura costante che possa succedere anche a lei, soprattutto dopo la crisi violenta avuta a causa dell’atto di bullismo di Emily, che da carnefice è diventata vittima dopo che Addie le ha fatto male senza volerlo durante il meltdown scatenato dal vedere la cattiveria con la quale Emily distrugge un oggetto al quale lei è così legata.

La spiegazione del titolo è ancora più carina: Addie vede l’elettricità negli altri e grazie a questa cerca di stabilire dei legami.

Per anni il mio comfort book è stato Nowhere Girls di Amy Reed perchè Erin, una delle tre protagoniste, secondo me era un’evoluzione fondamentale per la rappresentazione dell’autismo. Sono due libri completamente diversi – Nowhere Girls è uno young adult che parla di tanti temi delicati come la violenza sessuale e la colpevolizzazione della vittima, mentre questo è un middle grade che vuole far riflettere ma comunque trasmette molta leggerezza nel presentare le caratteristiche di Addie ma che mi rendono felice perchè non ci stigmatizzano come in altri contesti. Elle McNicoll ha pubblicato un secondo romanzo nel 2021, Mostraci chi sei, sempre edito Uovonero, e Like a Charm, del 2022.

Presentarvi l’autrice e questo romanzo significa tanto per me,

Vi aspetto nei commenti,

Cate L Vagni

13 pensieri su “Tra streghe, squali e autismo: la storia della piccola Addie

  1. Concordo con te, la copertina è super cute e a me mette armonia! Concordo anche con l’autrice, di rappresentazione dell’autismo sin dall’infanzia ce n’è veramente poca, ma a quanto pare questi libri per bambini e preadolescenti regalano spesso delle chicche niente male! E direi FINALMENTE qualcuno che parla di disgrafia e disortografia come co-occorrenza dell’autismo in modo appropriato e usa la parola abilista per sottolineare la pochezza di certi commenti, che si basano solo su stereotipi triti e ritriti!!! Cosa è un sibling? Il fatto che la ragazza non voglia che si scordi un omicidio di massa come la caccia alle streghe del suo paese non mi pare proprio un interesse assorbente da ragazzina stramba, ma è il chiaro esempio che per non ricadere negli stessi errori, è giusto non dimenticare e un memoriale avrebbe reso giustizia a tutte quelle vite strappate!

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    • Ho scoperto il termine “sibling” tramite Margherita dei Terconauti e vuol dire “Fratello/ sorella di persone disabile”. Lei lo è anche se di recente ha scoperto di essere autistica. Comunque Keedie è il mio spirito guida, la adoro troppo. Il rapporto tra lei e Addie è bellissimo. Sì ma purtroppo per gli abitanti di Juniper era una storia ormai superata e non interessava a nessuno. Ma solo io noto un nuovo trend, ovvero quello di associare le persone autistiche agli animali marini? 🤣 Prima Sam con i pinguini, poi Avvocata Woo con le balene e ora Addie con gli squali xD mi fa sorridere questa cosa ma non credo che diventerà un nuovo stereotipo da associare alla nostra condizione dai xD

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      • Certo di rimbalzo anche i sibling si ritrovano in circostanze non canoniche, per me sarebbe giusto che anche loro avessero un supporto psicologico. Sei un buona compagnia, anch’io lo avevo notato questo connubio autismo= fan degli animali marini 😂 sì ok, ma è un evento terribile che ha sconvolto quel paese, si parla di memoria storica locale, quello che propone è molto giusto e fattibile

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        • Allora al prossimo giro creerò un personaggio autistico al quale piacciono i leoni marini o i lamantini 🤣 lo sarebbe stato ma a quanto pare non interessava a nessuno come purtroppo è capitato davvero nella nostra storia per secoli, temo, e siccome lei è una ragazzina e per giunta autistisca nessuno la prende sul serio anche se alla fine il monumento commemorativo viene realizzato

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