I target dovrebbero essere vincolanti?

Come sapete, nell’ultimo periodo ho recuperato la saga di Percy Jackson dopo anni. in questo momento ho cominciato la seconda pentalogia, Eroi dell’Olimpo. I primi due libri hanno due film dedicati, universalmente considerati del tutto inaccurati e non fedeli ai libri ( L’annoso problema delle età degli attori rispetto ai personaggi che interpretano e Un Gary Stu semidivino ( PJ e il mare dei mostri, libro vs film) ), per il terzo ho optato per una recensione dettagliata. Per gli ultimi due, La battaglia del Labirinto e Lo scontro finale, ho riflettuto a lungo su come parlarne: mi sembrava superfluo replicare quello che ho fatto per il terzo volume dato che questa è una saga famosissima – spesso accostata all’altrettanto famosa saga di Harry Potter – e quindi era abbastanza inutile ma, allo stesso tempo, non volevo lasciate incompiuta questa pentalogia che sono davvero felice di aver recuperato. Di conseguenza ho deciso di porre un quisito, che potete leggere nel titolo dell’articolo, ovvero I target dovrebbero essere vincolanti?

Ho spiegato cosa sono e come funzionano i target in uno dei primi articoli del blog e, leggendo e ascoltando diverse recensioni di libri che ho letto – o vorrei leggere – ho trovato sempre più gente che, riferendosi allo Young Adult, dice di essere fuori target e quindi di non aver apprezzato a pieno il libro in questione. Sì, perchè, in teoria dai 25 anni in poi la “tua” categoria sarebbe quella new adult \ adult dato che più piccoli sono i personaggi, più determinate dinamiche che costituiscono i tropes base del fantasy potrebbero sembrarti quasi ridicole.

Rick Riordan, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: La battaglia del labirinto, Mondadori, 2008
Rick Riordan, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo: Lo scontro finale, Mondadori, 2009

Percy, come Harry, inizia le sue avventure a dodici anni e si trova già a dover salvare il mondo. Un ragazzino poco più che preadolescenti si ritrova con un peso così grande sulle spalle e ha come mentore Chirone. Tutte le sue avventure si svolgono nel corso di un’estate. Con l’avanzare dei volumi, conosciamo gli altri Semidei del Campo Mezzosangue e il pericolo aumenta sempre di più.

Tanti sono cresciuti sia con Harry Potter che con Percy Jackson, ma in questo articolo non farò paragoni tra le due saghe perchè, secondo me, non ha senso. In questo articolo voglio analizzare le sensazioni provate mentre leggevo verso questi piccoli Semidei.

Partiamo da loro, la ship di punta della saga: la Percabeth. Questi due rappresentano il trope dei Friends to lovers, che negli ultimi anni viene sempre più bistrattato in favore degli Enemies to lovers. Percy e Annabeth, a quanto pare, mettono tutti d’accordo, anche coloro che non gradiscono questa dinamica relazionale, che di solito coinvolge due amici di infanzia. Ci vorrebbe un articolo a parte per questo discorso dei tropes e, magari, prima o poi arriverà, di fatto, comunque sono quasi certa che tutti, leggendo, abbiamo pensato che l’antipatia tra Percy e Annabeth fosse credibile e destinata a durare: Annabeth stessa afferma che il solo motivo per cui in un primo momento non sopporta Percy solo perchè i loro genitori divini sono nemici giurati. Nel corso dei cinque libri di questa prima pentalogia, il loro rapporto si evolve con le varie imprese che si trovano a condividere. Nel terzo volume Percy incontra una mortale che, come sua madre Sally, può vedere oltre la Foschia, il suo nome è Rachel Elizabeth Dare. Questa ragazza si attirerà l’antipatia delle figlia di Atena, che è gelosa della sua amicizia con Percy. Nel quarto volume, infatti, Annabeth non vuole l’aiuto di Rachel mentre attraversano il Labirinto di Dedalo perchè crede che la ragazza sia fuori posto e non accetta di vederla così vicina a Percy. Il destino di Rachel si compie alla fine dell’ultimo volume ed un ruolo pieno di oneri per il Campo Mezzosangue: resta una normale adolescente solo in apparenza, ma i Semidei sanno che ha un potere che per secoli è rimasto a una sola persona ed è maledetto.

Rachel non si lascia spaventare dalla gelosia della figlia di Atena e riesce a dare il suo contributo durante la battaglia dentro il Labirinto, lanciando la sua spazzola per capelli contro il Titano che stanno affrontando. Un gesto che spiazza sia chi legge che i Semidei ma dimostra che la ragazza è coraggiosa e non teme questa situazione così assurda nella quale si è ritrovata. Alla fine le due ragazze diventano amiche, anche perchè Rachel si accorge dei sentimenti della Semidea verso il suo amico, che, ovviamente, non comprende minimamente perchè la figlia di Atena sia diventata così scontrosa e lanci frecciatine così velenose a Rachel.

E’ proprio Annabeth a baciare Percy in un momento di forte tensione nel bel mezzo dell’avventura, lasciandolo molto confuso e un pò turbato da quel gesto. Mi hanno fatto molta tenerezza e nell’ultimo romanzo della saga sono ormai una coppia a tutti gli effetti, anche se la gioia dura poco perchè Rick voleva iniziare una seconda saga con un colpo di scena alquanto discutibile, ma ne parleremo nella recensione a Eroi dell’Olimpo.

Uno dei personaggi più criticati dal fandom è il figlio di Ade, Nico di Angelo: quando lo incontriamo la prima volta nel terzo volume è un bambino di dodici anni con una passione per Mitomagia, una collezione di statuine dedicata – guarda caso- alla mitologia greca e, sempre per pura casualità, la statuina che gli manca per completare la collezione è quella di Ade. Lui e la sorella maggiore non hanno ricordi della loro vita e sono rimasti indietro di circa sessant’anni. Il piccolo sperimenta per la prima volta la sensazione di essere tradito appena Bianca si unisce alle Cacciatrici, che mal sopportano i ragazzi, e fa promettere a Percy che non le succederà nulla. Purtroppo la sorella si sacrificherà per il gruppo perchè ha preso la statuina di Ade per il fratello dalla discarica degli Dei, sorvegliato da un Titano robot. Questa scoperta alimenta la sensazione di tradimento del ragazzino, che urlerà contro Percy e fuggirà via. Ora, è chiaro che è esagerato accusare Percy per una decisione che la sorella ha preso di sua spontanea volontà, ma non penso che lo si possa biasimare del tutto: per anni lui e la sorella sono stati soli e Bianca si è presa cura di lui. Ma non ci si può aspettare tutta questa maturità da un dodicenne. Nel libro successivo, Nico rinnega la sua fanciullezza e la passione per Mitomagia e prova a evocare l’anima della sorella per parlarle anche se lei è la prima che gli intima più volte di evitare di continuare la sua ricerca: il difetto fatale die figli di Ade è il rancore e scavare troppo a fondo nella loro storia più essere pericoloso. Alla fine Nico perdonerà Percy e si alleeranno. Si scoprirà anche che Ade ha tenuto in vita i figli perchè almeno uno dei due potesse raggiungere i sedici anni e diventare il Semidio della profezia, scontrandosi con Percy e Talia. Tra l’altro, Nico è veramente potente, forse anche troppo rispetto agli altri: prima di tutto, la necromanzia derivata dal loro genitore divino che permette di evocare sia scheletri che spettri – infatti Nico viene soprannominato Re degli Spettri –, possono sentire il battito del cuore degli altri e quindi capire quando stanno stanno per morire, manipolano l’oscurità e hanno il potere della geocinesi. Quest’ultimo potere ha senso visto che possono richiamare gli scheletri ma mi sembra comunque troppo. Secondo me è sbagliato paragonare i traumi dei vari personaggi per trovare quello che ha sofferto di più: Nico ha perso la persona che l’ha praticamente cresciuto da quando sono rimasti orfani e ha tutto il diritto di stare male, ma sbaglia ad accusare Percy per una cosa che non è dipesa da lui in alcun modo. Per fortuna gli chiede scusa.

Anche il rapporto tra Annabeth e Clarisse, figlia di Ares, è molto migliorato: se prima non si sopportavano proprio, adesso hanno imparato a collaborare se serve a tutte e due. Nel quarto Clarisse soffre perchè il suo ragazzo, Chris Rodriguez, figlio di Ermes, è impazzito dopo essersi perso nel labirinto. Quei momenti mi hanno fatto molta tenerezza visto che, come figlia di Ares, lei ci viene dipinta come una dura a tutti i costi. La stessa Clarisse, nell’ultimo volume, fa amicizia con Silena Baureguard, capo della casa di Afrodite: la ragazza ha da poco perso il fidanzato, Charles, figlio di Efesto, morto durante uno degli scontri e Clarisse decide di diventare la sua guardia del corpo. A un punto si scambieranno – all’insaputa di Clarisse – e Silena guiderà i figli di Ares venendo ferita mortalmente. Questa scelta mi ha ricordato molto Patroclo e Achille, ma non approfondirò ulteriormente la questione perchè non ne ho la forza. Non approfondirò nemmeno tutti i problemi legati alla rappresentazione delle figlie di Afrodite, visto che nella seconda saga sicuramente hanno un ruolo più centrale.

In definitiva, i target non vanno rispettati pedissequamente, ma, andando avanti con l’età, ti sentirai sempre più distante dai protagonisti del romanzo e questo potrebbe inficiare sull’esperienza di lettura e sul gradimento del libro. A me tutti loro fanno un sacco tenerezza nella maggioranza dei casi, proprio perchè sono così piccoli.

Ho già cominciato Eroi dell’Olimpo e mi sta abbastanza piacendo, vedrò come organizzare le recensioni.

Aspetto i vostri commenti e a presto,

Cate L. Vagni

15 pensieri su “I target dovrebbero essere vincolanti?

  1. Una saga che ho amato moltissimo

    A risollevare le figlie di Afrodite per fortuna c’è Piper, uno dei personaggi astuti e meglip scritti della saga

    Anche Nico ha un bell’arco, fino al co. Dettaglio che veniva inteso con Percy sempre facilitato negli inferi

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  2. Credo quello che non ho mai sopportato di questa saga è sempre stato il trattare la mitologia come un fumetto. Però io quando l’ho letta ero fuori target. Il grosso limite di percy jackson per me rimane non aver saputo crescere insieme ai suoi personaggi (oltre a una sovraproduzione perché non puoi scrivere 20 libri in 10 anni)

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    • Sulla sovrapproduzione sono più che d’accordo infatti ho un po’ di dubbi sull’ultima pentalogia ( Sfide di Apollo) proprio perché in effetti molti fan sono abbastanza delusi da una scelta in particolare di Riordan ( che ricorda fin troppo quella fatta ne Il Regno Corrotto con Matthias, quindi una scelta pessima che ha fatto arrabbiare parecchi lettori anche giustamente). Ci sono alcune cose che sembrano assurde pure a me quando si parla delle sfide e di come si utilizzano i poteri legati al genitore divino ma in realtà mi fanno anche ridere proprio perché sono assurde. Poi vabbè, tutto il resto è soggettivo quindi lo so che a te PJ non piace però è bello confrontarsi e scambiarsi opinioni pacatamente ☺️

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  3. Concordo col commento finale: i target non devono diventare vincolanti e limitanti, perché conosco persone di 40-50 anni che adorano il fantasy (anche con protagonisti super giovani), proprio per la trama, per la caratura stilistica, per le ambientazioni e per le relazioni tra i vari personaggi. Ritengo che non sia assolutamente necessario doversi riflettere nel personaggio principale anche se la storia verte sulle sue gesta: molto probabilmente potrebbero rispecchiarsi in personaggi secondari adulti oppure trovare comunque somiglianze caratteriali a prescindere dall’età dei vari protagonisti. Insomma, va bene che il rischio di non rispecchiarcisi completamente esiste, ma ritengo di contro che per rispecchiarsi in un personaggio l’età non è una discriminante così forte… chissà magari si potranno rispecchiare nel personaggio molto giovane ripensando a come erano loro stessi qualche decennio prima XD

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    • Abbiamo parlato di questa questione sotto un altro punto di vista, ovvero lo spicy. Io in realtà leggo romanzi “adult” ma per certi temi mi sento abbastanza a disagio se li descrivono in modi troppo espliciti e forti. Non ce la faccio proprio a leggere certi termini scurrili anche se magari hanno senso per il carattere di un dato personaggio, che spesso è il ragazzo. Preferisco gli ya e la loro tranquillità che al massimo descrive la tensione romantica e i sentimenti, per farmi apprezzare anche la parte che racconta il lato “pratico” ho bisogno che sia scritto in un certo modo altrimenti mi sento a disagio. Non ce la posso proprio fare. Sto bene con i miei ya nonostante tutto, non mi smuovo di li xD

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      • Beh espliciti e senza dubbio volgari! Considerando anche il fatto che adoro più l’eros delle scene pratiche e ne abbiamo parlato una volta concordandone entrambe. Per le letture spicy anch’io mi fermo più che volentieri allo young adult e quindi sarei fuori target di almeno 7 anni XD

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        • Eh se mi scrivi una scena dove ti concentri più sui muscoli e sulle “doti” – in tutti i sensi – di lui dopo un po’ mi passa la voglia di leggerla. Non è romantica, è praticamente lo script di un porno in quel caso e anche no. Poi certo, a volte pure negli ya i protagonisti fanno scenate nei momenti meno opportuni o si scambiano effusioni quando intorno a loro c’è il cataclisma ma è comunque più tranquillo della maggioranza delle roba degli ultimi anni che, come ti ho detto, viene spacciata per fantasy ma in realtà è solo incentrata sul un romance scritto talmente male che non si sa cosa è peggio dei due. Diventa sgradevole alla lunga che due protagonisti pensino solo a quanto si desiderano come se ci fossero altre priorità è non ci fossero altri personaggi intorno a loro che meritano rispetto e spazio allo stesso modo. Anche meno, grazie.

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