Tra Alice e la Dramione: da dove arrivano Ofelia e Thorn?

Ho da poco terminato la lettura del secondo volume della quadrilogia fantasy steampunk LAttraversaspecchi dell’autrice francese Christelle Dabos, Gli scomparsi di Chiardiluna, e lo trovo molto intrigante, ma, prima della recensione, volevo riportare alcune curiosità sulla saga come spunto di riflessione sull’ispirazione e la scrittura.

La prima curiosità è che, a quanto pare, Thorn e Ofelia sarebbero basati sulla Dramione, una di quelle coppie non canon che il fandom preferisce a quella ufficiale, la Romione, per svariati motivi, in primis per l’Enemies to lovers. Questa coppia per me è altamente problematica perchè Draco è un bullo e odia le persone come Hermione per gli insegnamenti avuti dai genitori. Ora, se la analizzi da vicino, Ofelia in effetti ha molto in comune con la strega più brillante della sua età, ma non me la sento di dire la stessa cosa di Thorn: Tom Felton è stato una delle mie celebrity crush dopo il Principe Mezzosangue, lo ammetto, ma non vedo tutta questa somiglianza tra i due se non a livello fisico. Sarà che Draco è un ragazzino, mentre Thorn ha almeno vent’anni ma mi sembrano piuttosto diversi caratterialmente. Oltre a loro due, che sono la coppia principale del romanzo, troviamo anche Gaela, una donna che riprende la sua caratteristica principale da Alastor Malocchio Moody e il carattere da uno dei personaggi del classico Disney Atlantis, nello specifico, la ragazzina che fa il meccanico.

La seconda fonte di ispirazione., forse più palese, è Lewis Carroll: il secondo volume della storia di Alice si intitola Attraverso lo specchio e, come mostrato nel film, Alice si sposta tra la Terra e Il Paese della Meraviglie proprio attraverso gli specchi. A un certo punto, tornata sulla terra, Alice scoprirà di essere stata internata in manicomio per isteria. Il potere che contraddistingue Ofelia è proprio quello di attraversare gli specchi per muoversi tra i luoghi. Un potere che le ha causato dei guai e l’ha resa goffa da piccola, come ho detto nella prima recensione. Thorn, invece, è sempre di fretta e le regala un orologio. Penso che sia abbastanza chiaro il collegamento con il personaggio di Carroll al quale è ispirato. Poi c’è un altro personaggio che in questa saga ha il ruolo di ambasciatore ed è eccentrico – come quasi tutti i personaggi della saga, in realtà – e “folle” come il Cappellaio Matto: Archibald, il preferito di tutti i lettori.

Su Thorn avrei un’altra nota ma la approfondirò nel corso della recensione, quindi iniziamo:

Christelle Dabos, Gli scomparsi di Chiardiluna, Edizioni E\O, 2019

Alla fine dello scorso volume Ofelia aveva scoperto che il suo futuro marito e sua zia avevano scelto lei perchè hanno bisogno del suo potere di lettrice per scoprire i segreti del libro del loro Spirito di Famiglia, Faruk. Ofelia non aveva affatto gradito questa scoperta, dato che era stata praticamente forzata a trasferirsi da Anima, la sua Arca sulla quale gestiva un museo, al Polo, un posto freddo e per niente accogliente dove tutti la sottovalutano anche a causa delle sue difficoltà motorie. Al Polo, tutti coloro che gravitano intorno al sovrano Faruk vivono a Città-cielo, un luogo sospeso e fatto di illusioni. Viverci è veramente complicato e Ofelia ha quasi la sensazione di star impazzendo dato che non può uscire e distinguere la realtà e le illusioni è sempre più difficile. Ofelia è diventata vicenarratrice quindi è incaricata di leggere alcune storie per il sire Faruk. Berenilde, la zia di Thorn, è incinta di Faruk ma la corte non la vede di buon occhio perchè Thorn è un figlio illegittimo. Intorno alla corte gravitano diversi Clan, il principali sono i Miraggi, fautori delle illusioni che dominano la Città-cielo. Il Clan dal quale proverrebbe Thorn sono i Draghi, esseri dotati di artigli che usano per ferire la mente degli avversari.

Come dicevo nella prima recensione, qualcuno vedeva in Thorn un potenziale personaggio autistico ma io non ero d’accordo. Nel corso della lettura di questo secondo volume, però, la mia opinione è cambiata. Partiamo dell’inizio:

Thorn è nato e cresciuto su un’Arca chiamata Polo, chiaramente ispirata al Nord Europa, infatti si cita Asgard – che non è un luogo vero, ma in ogni caso sarebbe in Svezia – quindi già di per sè ha avuto un’educazione molto rigida e non ha ricevuto molto affetto nella sua vita. Il clan della madre è quello degli Storiografi, che hanno poteri basati sulla memoria e sul controllo della stessa. Gli Storiografi ricordano qualsiasi cosa, non dimenticano quasi nulla. Io farei sicuramente parte di questo Clan, se vivessi in questo mondo xD Gli storiografi possono corrompere la memoria altrui attraverso i loro poteri, quindi è una magia assai pericolosa. Thorn è un personaggio eccessivamente rigido con una forte morale, anche se a volte ha dovuto compiere due omicidi e ha voluto combinare il matrimonio con Ofelia per il motivo sopracitato. Thorn appare misterioso e sfuggente perchè non parla molto, infatti la zia di Ofelia non lo trova simpatico e non approva il fatto che la nipote debba sposarlo. Questo suo carattere, in effetti, non facilita la relazione con Ofelia, che, di base non è una persona molto espansiva e sentimentale, ma c’è stato un momento in cui ho adorato il modo contorto in cui Thorn esprime i propri sentimenti a Ofelia. Vi riporto una sola frase che deve bastare come spiegazione:

<< Meglio così >> borbottò Thorn tra i denti << perchè non mi sono mai dato tanto da fare per non farmi odiare da qualcuno >>

Questa frase mi ha suscitato una risata di cuore e, da questo momento, ho realizzato che questo ragazzo ha un potenziale per rappresentarci più di tanti altri che sono canonici. La frase sopra è una dimostrazione pratica che le persone autistiche dimostrano i loro sentimenti in modi che i neurotipici spesso non comprendono e ci criticano duramente. Thorn sta dicendo alla sua futura moglie che si sta innamorando e ci tiene a lei anche se all’inizio l’ha scelta per i suoi scopi. A fine libro si dichiarerà in una maniera più “canonica” ma quella frase per me basta e avanza.

( Sorvoliamo un attimo sul fatto che la sinossi spoilera cosa succede a Thorn e non è proprio il massimo, ma vabbè… )

Ofelia, d’altro canto, è nata su Anima, che è l’esatto opposto del Polo, la sua è una famiglia di archivisti e catalogatori e questo mi ha reso ancora più felice. Faruk la elegge vicenarratrice, ovvero ha l’incarico di intrattenere lui e la Corte leggendo delle storie. Ruolo che lei non si sente del tutto suo. Thorn non le dice mai niente, quindi, nel momento in cui alcune persone intorno a loro iniziano a scomparire misteriosamente, lei decide di usare i suoi poteri di lettrice per capire cosa sta succedendo. La situazione diventa sempre più pericolosa e Thorn, nonostante si stessero avvicinando, straccia il contratto di matrimonio e le chiede di tornare sulla sua Arca e dirgli addio. Ofelia rifiuta di ascoltarlo nonostante anche la zia le dica di dare retta a Thorn e realizza il patto originale del contratto di matrimonio, però Faruk non è comunque soddisfatto della lettura della ragazza. Si scopre che il giorno in cui si è incastrata tra due luoghi mentre viaggiava attraverso gli specchi ha liberato senza volerlo anche un essere che è un pericolo per l’equilibrio delle Arche, che è fuggito e ne ha già distrutta una. Thorn e Ofelia si sposano in fretta e furia nella speranza che lui possa salvarsi, ma le cose non vanno esattamente come sperano e Thorn si dichiara per davvero in un momento molto tragico e pieno di tensione.

Continuerò la saga, anche se so che il finale ha deluso tutti e ho la sensazione che, effettivamente, già alla fine del secondo siano stati aggiunti dettagli anche interessanti che ho paura che, se non approfonditi a dovere, possono appesantire la trama.

A presto,

Cate Lucinda Vagni

10 pensieri su “Tra Alice e la Dramione: da dove arrivano Ofelia e Thorn?

  1. Concordo con te amica mia… Forse la frase “non mi sono mai dato tanto da fare per non farmi odiare da qualcuno” è talmente bella che personalmente anch’io rimarrei ugualmente sbalordita come nel ricevere una dichiarazione canonica.
    Adoro il il fatto che con questa frase si sottintenda che la ama, ma non evidenziando cosa l’amore ti fa fare (come succede sempre) ma cosa l’amore non ti fa fare, soprattutto se (come la sottoscritta) hai una natura caratteriale che è molto diretta, che potrebbe ferire le persone intorno. Non esagero nel dirti che anch’io un giorno potrei usare una dichiarazione del genere, quindi rubo 😉

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