E se i desideri fossero un privilegio?

Qualche articolo fa vi ho parlato di un fantasy italiano che racconta di una ragazza che vive un’avventura nel regno dove nascono i sogni, che sono senzienti. Il mio cervello ha fatto una bislacca associazione delle sue e ho deciso di leggere questo libro, di tutt’altro genere e con una protagonista più grande di Aura, perchè parla di desideri.

Oggi vi parlo del primo volume della dilogia distopica italiana Awen, scritta da Arianna Rosa e pubblicata dalla casa editrice indipendente Acheron Books. La Acheron pubblica fantasy ad ambientazione italiana.

Arianna Rosa, Awen – Esprimi il tuo desiderio, Acheron Books, 2022

La storia è ambientata a Roma nel 2036, ogni capitolo si apre con il giorno preciso in cui i fatti si svolgono. La protagonista assoluta è la giovane Antea, una ragazza che soffre di anemia mediterranea, una patologia fortemente invalidante che la obbliga a sottopporsi a delle trasfusioni una volta al mese. Il libro si apre proprio con la scena di una trasfusione. Ma, purtroppo, la famiglia di Antea non potrà permettersi ancora per molto di pagarle le cure perchè sono molto poveri. La ragazza cerca di aiutare i genitori e sè stessa lavorando in un cinema, unico lavoro che può fare dato che nessuno vuole farsi carico di una persona con una malattia così debilitante. Questo lavoro non le basta più. Ho apprezzato la scelta di parlare di una patologia del genere, perchè Tea – come verrà soprannominata da uno dei personaggi – è la prima protagonista betatalassemica della quale leggo.

Questa Roma distopica è governata dall’associazione che da il titolo al romanzo, la Awen: una multinazionale che ha reso i desideri un privilegio di chi può permettersi di pagarli e, se invece vivi di stenti come la famiglia di Antea, devi partecipare a un reality show dove i tuoi desideri saranno valutati e potrai realizzarli vincendo un’ingente somma di denaro solo se verranno considerati abbastanza degni di attenzione. Antea vuole guarire, ma questo desiderio è un onere troppo grande per i genitori. La ragazza, quindi, si farà assumere alla Awen nella speranza di poter avere uno stipendio migliore, ma il risultato sarà che i genitori le daranno della traditrice e la cacceranno di casa.

C’è anche un secondo motivo per cui la ragazza non può più lavorare nel cinema: Antea ha deciso di collaborare con un misterioso samurai di nome Noah, e si ritrova braccata da alcuni tipi piuttosto loschi che la aggrediscono.. La malattia le impedisce di correre abbastanza velocemente e le mozza il respiro ogni volta che tenta di farlo. Dopo essere stata cacciata di casa, verrà accolta negli alloggi della Awen e scoprirà cosa significa avere diverse facilitazioni che semplificano la vita e che prima si sognava, a partire da un AI che fa da assistente e realizza ogni cosa lei voglia. Alla Awen Noah diventerà un suo collega e conoscerà anche Tommaso, un ragazzo massiccio che porta una maschera perchè non vuole mostrare il suo volto. I due ragazzi sono due folli e trascineranno Antea nel loro piano altrettanto folle di rubare la macchina che l’azienda usa per realizzare i desideri, dato che anche loro ne hanno uno ma non possono realizzarlo. Il palazzo ha duecento piani e la macchina è all’ultimo, Antea resta abbastanza spiazzata appena i due ragazzi ammettono a cuor leggero di voler scalare quella immensa struttura per arrivare a quella stanza. Come biasimarla: a fatica riesce a correre, figurati se può scalare un palazzo del genere.

I ragazzi studiano il piano attraverso un videogioco in VR. Nel mentre si legano, anche se Antea fatica a parlare apertamente della sua malattia. Noah ha un passato molto tormentato e complesso che lo ha portato a compiere scelte disperate e spesso anche immorali , mentre, nel momento stesso in cui la maschera (sia fisica che metaforica) di Tommaso cade, capiamo perché ha bisogno della macchina dei desideri e che forse non è davvero così scontroso come dà a vedere.

Non voglio anticipare troppo, ma in definitiva Antea per me è forte più tante altre protagoniste che vogliono fare le dure trattando male gli altri, ma anche i due ragazzi sono realistici nelle differenze che li uniscono nella loro missione. Noah mostra più volte di tenere tanto all’incolumità di Tea, mentre Tommaso alla fine tirerà fuori un lato più emotivo a seguito dei vari non detti degli altri due che verranno svelati nel momento di maggior tensione. La chicca è che Tea ha una frase ricorrente e rappresentativa ogni volta che prova un senso di vuoto e frustrazione: Làchesi nera. Forse i classicisti possono cogliere il riferimento e lei stessa lo spiega a un certo punto, ma io sono andata a cercarlo perchè volevo a tutti i costi capire cosa significava prima di arrivare a quel punto della narrazione. Anche perchè, in teoria, è un’imprecazione mascherata. Comunque, siccome mi è piaciuta, penso che la userò pure io nella vita di tutti i giorni se qualcosa non va come deve xD

Il secondo volume, quello conclusivo, Awen – Il Costo del desiderio, è uscito quest’anno. Lo recupererò senza dubbio prossimamente.

Spero di avervi incuriosito,

A presto,

Cate Lucinda Vagni

18 pensieri su “E se i desideri fossero un privilegio?

    • In realtà comunque non ha molto in comune con Hunger Games anche perché nel reality show di Awen non devono uccidersi a vicenda per fortuna, devono solo convincere la giuria che il desiderio è degno di attenzione e vale la pena realizzarlo. Poi Katniss è sì povera e vive di stenti, ma non è malata terminale mentre Antea sì infatti dubito che possa effettivamente combattere, a fatica riesce a correre. Poi in questo caso sono i genitori a essere i ribelli della situazione che si incaponiscono di poter sopravvivere anche senza la figlia solo perché lavora “per il nemico” nella speranza di uno stipendio migliore, Katniss non potrebbe mai essere stata cacciata di casa visto che Prim rifiuta di cacciare e la madre è in uno stato catatonico totale. Potrei anche dire che il paragone con 1984 ci sta per come viene percepita la Awen, ma gli altri due no. In Awen solo i ricchi possono vedere realizzati i loro desideri seduta stante, le persone povere devono sempre essere sottoposte a giudizio e se vincono il reality possono guadagnare abbastanza da essere presi in considerazione, altrimenti, detto proprio terra terra, si attaccano. Infatti Antea peggiora sempre di più mano a mano che la storia va avanti perché purtroppo, come effettivamente accede nella realtà, c’è scarsità di sangue e questo significa che non può sottoporci alle trasfusioni una volta al mese come dovrebbe.

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  1. wtf
    il castello narrativo del libro deve essere stato fatto sotto acidi, si passa da palo in frasca; adoro
    cmq, parlando di voli pindarici, ho recentemente capito il prossimo libro dopo Infernalia: il libro sul cinema americano anni 50-60, che è in attesa da anni; e me ne sono ricordato stamattina chissà perke 😛

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