Una devastazione che ti lascia impotente e spazza via tutto quello in cui credevi e per il quale ti stavi impegnando davvero

Questo articolo è davvero duro da buttare giù e ancora devo elaborare del tutto l’accaduto, forse scrivere mi aiuterà a farlo.

A ottobre avevo condiviso con voi questo articolo, in cui raccontavo entusiasta di come fossi tornata nella Biblioteca che mi aveva ospitato per un mese di tirocinio universitario per il mio anno di Servizio Civile Universale. Ho fatto in tempo a dirlo che, pochi giorni dopo, è successo l’impensabile: Campi Bisenzio è stata colpita da una pesante alluvione un mese fa e quella Biblioteca è stata completamente spazzata via, invasa dall’acqua e dal fango prima che questa si riversasse sulla città.

Il preludio c’era già dal pomeriggio di quel giovedì 2 novembre: mentre ero a lavoro con le mie colleghe, all’improvviso salta la corrente. Ma fin qui è una cosa che può anche succedere, nulla di straordinario, ciò che ha cominciato a creare agitazione nelle colleghe che erano al mio fianco è stato vedere l’acqua – piovana – che stava lentamente arrivando ai nostri piedi e ai computer dell’accoglienza. Siamo tempestivamente corse verso l’altra zona al piano terra, lo spazio ragazzi, sperando che l’acqua si fermasse. L’ha fatto ma siamo rimaste senza corrente per quasi tutto il tempo e non potevamo nemmeno uscire perchè fuori pioveva e l’ingresso si stava allagando. Le colleghe ironizzavano, ma eravamo tutte confuse in quel momento. Dalle 17 la corrente è tornata quasi a fine giornata lavorativa, alle 19. Piano piano la pioggia si è calmata e sono tornata a casa, ma la sera è arrivato il cataclisma: il Bisenzio è esondato ed è arrivato nel pianerottolo della mia palazzina. Erano le 22 e, in un primo momento era saltata la corrente, quindi, di nuovo, non mi ero preoccupata. Una degli inquilini del primo piano gridava ma, ancora, non mi sono allarmata subito perchè nel mio palazzo c’è sempre abbastanza rumore. Alla fine io e nonna ci siamo affacciate e abbiamo scoperto sia perchè era saltata la corrente sia il motivo delle urla: il pianoterra e il giardino erano completamente invasi da acqua e fango.

Questo era il pianerottolo la sera del 2 novembre

L’acqua avanzava ed è salita fino al quinto scalino del pianerottolo, allarmando gli inquilini del primo piano. L’appartamento di nonna è al secondo piano, quindi tutto sommato noi eravamo al sicuro.

La mattina del 3 novembre mi sveglio senza acqua nè corrente, e inizia la confusione: il mio collega del Servizio Civile, che aveva il turno la mattina, mi ha scritto perchè non riusciva a contattare la OLP. La sua zona si era salvata dalla furia dell’acqua, la mia purtroppo no, essendo a pochi metri di distanza dalla biblioteca. Mi ha mandato un video dove la biblioteca non si vedeva bene ma c’erano delle transenne a bloccare l’accesso all’edificio quindi non prometteva bene. Alla fine la OLP ci ha detto che la biblioteca era chiusa. La mattina passa aspettando la Protezione Civile per far defluire l’acqua del nostro giardino, dato che le nostre palazzine – sono quattro in tutto – erano circondate dall’acqua. La sera non l’avevo visto perchè era troppo buio, ma svegliarsi e realizzare di essere praticamente intrappolata è stato angosciante. Ho fatto vari video a tutti i lati del giardino. Sono stati attimi sospesi in cui il tempo scorreva lentamente e io ero l’unico collegamento con l’esterno perchè tutti i telefoni della mia palazzina erano scarichi e nessuno aveva una PowerBank disponibile, tranne me.

La Protezione Civile è arrivata verso l’ora di pranzo e, appena il giardino è stato liberato, gli inquilini del palazzo sono andati a spalare il fango per poter riattaccare la corrente il prima possibile, anche se l’operazione ha richiesto almeno un altro giorno intero. Mentre il pomeriggio progrediva parlando con i miei amici di Follonica e una mia amica dell’Università che abita a Montemurlo, è arrivata una notizia che ha fatto crollare tutto il mio mondo: la mia adorata Biblioteca Tiziano Terzani era stata sommersa dal fango e buona parte del piano terra era stato devastato. In quel preciso istante tutto si è bloccato e ho sentito qualcosa rompersi dentro di me. Mi veniva da piangere.

La Biblioteca Tiziano Terzani, venerdì 3 novembre 2023

Questo disastro non è successo tanto per l’esondazione del fiume Bisenzio, ma a causa del torrente collegato che attraversa Calenzano, il Marina. La Biblioteca è attacca all’argine di questo torrente, quindi è stato un attimo che sfondasse il muro e inondasse tutto. Da quel momento tutto si è fermato ed è sopraggiunta una sensazione di angoscia e smarrimento fortissima che mi ha bloccato lì con la mente per giorni. Mi sono sentita vuota e sola anche se, di fatto, non lo ero. Sabato 4, verso l’ora di pranzo, è arrivato mio padre per portare me e mia nonna lontano da lì, visto che eravamo ancora senza corrente. Scendendo, ho visto il muretto del cancello di ingresso alle palazzine era completamente distrutto e riverso a terra. Anche questa visione mi ha angosciato.

Le due settimane successive mi sentivo intrappolata in un limbo e, quando mi svegliavo, la mia mente riusciva a formulare un solo pensiero: “Perchè sono qui? Non dovrei essere qui.”, come se inconsciamente sperassi di poter tornare a lavoro il prima possibile invece di essere dov’ero – e sono tutt’ora, ovvero a casa dei miei -. La mente non era del tutto collegata al corpo e le emozioni sembravano sparite. Non riuscivo a razionalizzare e comprendere cosa sentivo visto che, volente o nolente, nei giorni precedenti, la mia empatia affettiva aveva più che altro assorbito le emozioni di tutti gli altri, inibendo completamente le mie. Un meccanismo molto comune nell’autismo che , purtroppo, in questo caso, mi si è ritorto contro e ha lasciato indietro “Caterina“. Ogni giorno seguivo gli aggiornamenti sulla biblioteca sulla loro pagina ufficiale e tutto continuava a sembrarmi surreale. In concomitanza con la biblioteca c’è l’archivio post unitario, che a oggi risulta gravemente danneggiato. Ogni giorno che passava ero con il fiato sospeso per capire cosa poteva essere salvato e in che condizioni verteva la struttura. Ho cominciato a tirare un sospiro di sollievo alla notizia dei primi recuperi e nel vedere la biblioteca venir ripulita, ma, purtroppo, quel luogo non esiste più perchè ha subito danni strutturali enormi e la maggior parte dei libri per bambini e ragazzi sono andati persi. La Biblioteca Tiziano Terzani è il polo principale per la letteratura per bambini e ragazzi, quindi custodiva anche opere rare o pezzi unici come deposito legale, di conseguenza è una perdita enorme per tutti gli esperti del settore.

A oggi mi sto riprendendo lentamente dallo shock, ma fatico ancora ad accettare che questi sei mesi siano stati spazzati via con questa violenza dopo l’entusiasmo con il quale ero tornata in quel luogo e che mi accompagnava ogni giorno che andavo a lavoro anche quando ero stanca o stressata per altro. Ho ripreso il servizio con un impiego in telematico offertomi dall’Ente titolare del progetto SCU per dicembre, c’è ancora abbastanza incertezza e molte cose da riprogrammare ma tutto sommato sono sollevata dal fatto di aver avuto questa opportunità come dimostrazione che il mio impegno non è stato comunque vano.

Per la biblioteca ci sono molti eventi di solidarietà e donazioni, tra le quali quella di Bruno lo Zozzo di Simone Frasca e la possibilità di abbonarsi a Liber, la rivista della Biblioteca di Campi Bisenzio, ma questa è una rivista specialistica quindi non è per tutti.

Volantino realizzato per la raccolta fondi per la Biblioteca e il teatro di Campi Bisenzio

Scrivere questo articolo mi aiuta molto per razionalizzare, è doloroso pensare a quello che è successo ma la rete di solidarietà è forte e si stanno rialzando, anche se ci vorrà tanto tempo prima di riavere la Villa Montalvo, che ha sempre ospitato la biblioteca.

In questo caso è veramente difficile trovare una chiusura adatta, ma vi ringrazio anche solo per il supporto che darete leggendo le mie parole,

A presto,

Cate Lucinda Vagni

23 pensieri su “Una devastazione che ti lascia impotente e spazza via tutto quello in cui credevi e per il quale ti stavi impegnando davvero

  1. cavolo mi spiace moltissimo!
    poi vedere tutti quei libri ricoperti di fango, è una visione che fa male al cuore
    dai, almeno da te a parte il pianerottolo mi sembra non abbia fatto danni in casa; anche casa mia è vicina a un fiumiciattolo, ma spero che essendo artificiale sia facilmente controllabile

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  2. Oh mamma mia che tristezza! 😟Ma erano tutti libri per bambini e ragazzi? Io tutti quelli che avevo li ho regalati ad un’associazione di mamme. Ma adesso la biblioteca è ancora chiusa? Si possono donare libri e mandarli lá?

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      • Mi spiace davvero, ma non esiste magari una qualche associazione che abbia una stanza per metterci i libri rimasti? Vuoi che faccio un appello? Io purtroppo non sto sui social altrimenti sarebbe forse più facile ma tenterò lo stesso con le persone che conosco.

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        • Per il momento li hanno spostati ma non hanno una sede, la biblioteca di emergenza sarà istituita nei prossimi mesi ma non a breve quindi le donazioni di libri sono proprio bloccate, accettano solo quelle in denaro perché serve per la ricostruzione. Si stanno organizzando ma non è facile.

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    • I libri per adulti al primo piano sono tutti integri, ma la biblioteca era Centro Regionale dei servizi per le biblioteche per ragazzi toscane e, purtroppo, siccome la letteratura per bambini e ragazzi era tutta al piano terra, hanno salvato il salvabile. All’ entrata c’erano anche le novità e purtroppo non si sono salvate anche perché quella parte era già stata invasa dall’ acqua piovana. È veramente un dolore immenso… Chissà se potranno mai tornare in quella sede.

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  3. Avete contattato qualche associazione in zona che possa darvi spazio per tebere i testi rimasti? Io ho fatto un appello in giro ma come ben vedi non essendo io Chiara Ferragni nessuno ha risposto 😞 I libri ormai interessano a pochi….

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  4. Pingback: Un tag per raccontare un pò di me | Daydream On a Bookshelf – Piccolo scaffale dei sogni

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