Dopo il finale del primo volume, le premesse del secondo volume della dilogia italiana Awen di Arianna Rosa edita Acheron Books e ambientata nel 2038, non potevano che essere ancora più folli, infatti il titolo della mia recensione dovrebbe lasciar presagire cosa accade in questo secondo volume, intotolato Il costo dei desideri, pubblicato nel 2023.
Antea ha usato il suo unico desiderio, che voleva usare per chiedere di non essere più talassemica, per salvare i suoi amici da un inseguimento quasi mortale dopo che hanno rubato la macchina dei desideri della Awen. Una macchina che non è un oggetto ma una creatura magica di nome Livs, schiavizzata dalla multinazionale per i suoi poteri, in grado di cambiare forma in base a come lo immagina la persona che interagisce con lui, ma, in linea di massima, è un elfo. Tea si è connessa emotivamente a lui dopo aver espresso il desiderio.
Purtroppo il trio si sfalda e Tommy sparisce per quasi tutto il romanzo, portandosi dietro Livs, dopo aver discusso con Noah. I tre diventano dei ricercati per aver hackerato la Awen, quindi anche Noah e Antea devono fuggire e cambiare identità. Dopo che Livs fa sapere ai ragazzi che il capo della sua specie è ancora vivo e comunica telepaticamente con lui, oltre al fatto che i suoi poteri sono bloccati, Antea e Noah decidono che devono trovare questa creatura e liberarla. La Awen ha sedi anche a New York e in Inghilterra, quindi Tea e Noah, in un primo momento, vanno a New York sotto falso nome. Anche se Tommy non è presente fisicamente per buona parte del tempo, Tea sa comunque cosa sta facendo perchè ha un collegamento telepatico con Livs che le mostra sprazzi delle loro giornate.
Proprio a causa di quel collegamento telepatico, Antea convince Noah a fuggire una seconda volta e andare in Inghilterra, per la precisione nella zona dell’Hampshire, perchè Anne Walloby, capo della Awen insieme al marito Edward Norton della Wishfull Technology, vive lì. Ed è proprio il personaggio di Anne Walloby, che verrà presentata sotto un’altra ottica nel momento in cui Tea e gli altri la incontrano e non è la persona che credono, dato che è convinta di essere una filantropa.
Voi dovete sapere che per quanto Tommy mi piaccia, io sono Team Noah fin dal primo capitolo della dilogia, infatti l’evoluzione della relazione tra lui e Tea mi è piaciuta da morire. Quando finalmente il trio si ricongiunge è commuovente vedere come Tommy compia un gesto inaspettato, convinto da Livs, rivolto proprio a Tea. Ognuno di loro ha i suoi validi motivi per avere quel dato desiderio, ma nessuno di loro lo usa come aveva immaginato. Quello di Noah, per esempio, scatena una carneficina perchè è la creatura magica che deve esprimerlo a interpretarlo a modo suo e, siccome serba rancore per gli esseri umani, la conseguenza è peggiore del desiderio stesso.
Spero di avervi incuriosito, ho cercato di non anticipare troppo,
A presto,
Cate Lucinda Vagni

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