Terzo volume della saga dell’Attraversaspecchi: l’inizio del declino oppure no?

Ci sono periodi di forte stress in cui leggere, anche in digitale, diventa difficile, aver scoperto gli audiolibri mi salva. Quello tra gennaio e febbraio di quest’anno ci rientra perfettamente: sono stata totalmente assorbita dalla stesura della mia tesi di master, quindi la sera leggere era complicato, ma ascoltare storie lette da altri mi ha aiutato.

Oggi vi parlo del terzo capitolo della saga dell’Attraversaspecchi di Christelle Dabos: La memoria di Babel. Per un approfondimento su Ofelia, la recensione del primo volume della saga è qui, mentre per informazioni generali sull’ispirazione dell’autrice e sul secondo volume qui. La saga in audiolibro è letta dall’attrice Liliana Bottone, che ho apprezzato davvero tanto per come ha saputo diversificare le voci di tutti i personaggi, come ho detto anche nella recensione del romanzo di Sacha Naspini letto da Ernesto D’Argenio. Ancora una volta, l’audiolibro della saga della Dabos è stato realizzato dalla Emons con Edizioni E\O, mentre il romanzo è uscito nel 2017.

L’Attraversaspecchi è una quadrilogia, ma la maggioranza dei lettori tende a considerarla una dilogia e a criticare duramente gli ultimi due volumi, in particolar modo il finale della saga. Ma di questo parleremo a tempo debito.

Tra la fine del volume precedente e l’inizio di questo sono passati circa due anni, un tempo piuttosto lungo in cui la vita di Ofelia sembra ferma e la ragazza vive in un limbo di insoddisfazione dopo essere tornata sulla sua Arca natia, Anima. Questa sua stasi verrà interrotta dall’arrivo di Archibald, che la porterà su una Rosa dei Venti, una specie di corridoio tra Arche. Là ritroverà Gaella e Renard, e, allo stesso tempo, conoscerà la cuginetta del marito, ovvero la figlia di Berenilde e dello spirito del Polo, Faruk, Vittoria. Archibald, Gaella e Renard cercano un’Arca specifica, mentre Ofelia viene mandata su Babel con una falsa identità per rintracciare Thorn.

Il romanzo in sè ha una trama molto lenta e non c’è molta azione, questo è vero, ma, a mio parere, Ofelia ha una sua evoluzione personale anche se non raggiunge il suo obiettivo finale. Mi ha fatto molta tenerezza vedere come cerchi suo marito in ogni persona che incontra, visto che non si vedono da parecchio tempo. Babel è un’Arca multietnica ma, allo stesso tempo, sulla quale vige un controllo del linguaggio molto stretto e parecchie parole sono censurate. come guerra. Su Babel ci sono molte persone senza poteri, che sono protette da Lady Helena, una donna gigante e deforme, mentre gli altri sono figliocci del suo gemello Polluce. I gemelli sono i Signori dei Sensi, quindi i poteri dei figli di Polluce sono basati sui cinque sensi. A me questo romanzo è piaciuto perchè richiama molte cose che ho studiato durante la magistrale e il master, come le banche dati e altri strumenti legati alla catalogazione usati dai Precorritori, ovvero coloro che aspirano a entrare nei ranghi più importanti della società babeliana chiamati Virtuosi, che fanno parte della Buona Famiglia . Per esempio, uno dei nuovi personaggi introdotti è Elizabeth, una ragazza che ha creato una banca dati molto evoluta per i Precorritori. Thorn è più vicino di quanto Ofelia creda, ma anche lui ha una falsa identità. Thorn è arrivato ai piani alti delle gerarchia di Babel.

Parallelamente a Ofelia, a un certo punto subentra il PdV di Vittoria al Polo e vediamo la situazione con gli occhi di una bambina particolare che sta sviluppando un potere che nessuno degli adulti sembra notare e la fa sembrare distaccata da tutto e da tutti, quasi apatica. Vittoria non comprende appieno i discorsi degli adulti, ma percepisce la preoccupazione di tutti.

Babel è una società multietnica solo di nome, in realtà tutto quelli considerati “diversi”, partendo dai Senza Poteri, vengono discriminati. Esiste un istituto dove vengono portati tutti coloro che presentano deformità o altre caratteristiche che non li rendono conformi alla società. Ofelia, appena arrivata a Babel, conoscerà Ambroise, un ragazzino che sembra “costruito al contrario”, in senso letterale: ha gli arti invertiti e ha bisogno di una sedia a rotelle per spostarsi. Ambroise è figlio del grande inventore di automi mai esistito, Lazarus. La Buona Famiglia è fatta di perbenisti che accettano passivamente che ogni parola “scomoda” del vecchio mondo. chi ci prova potrebbe morire e, se resta vivo, subisce danni gravi a livello psicologico.

A tanti non è piaciuta la scena finale tra Thorn e Ofelia perchè considerata inopportuna nel contesto in cui succede: dopo essere stati divisi così tanto e aver discusso perchè Thorn ha bisogno di sapere se Ofelia è ancora innamorato o lo considera un amico, i due sposi si ricongiungono in una scena molto intima tra loro, mentre il loro mondo si sta letteralmente sgretolando e le Arche si stanno distruggendo. Il contesto non è dei migliori, sono d’accordo, ma la scena in sè a me è piaciuta davvero tanto per i sentimenti che traspaiono dopo tutta quella lontananza e sofferenza tra i due innamorati. Probabilmente è un’ opinione impopolare, ma io la penso così. Di scene spicy rese trash perchè inserite nel contesto sbagliato ce ne sono, ma non è questo il caso, a mio parere. In ogni caso, questa scena non rientra nemmeno del tutto tra lo spicy propriamente detto.

In definitiva, La memoria di Babel è un terzo capitolo che, secondo me, non rovina i primi due e nel quale Ofelia ha uno sviluppo come personaggio e non mi pare che subisca gli eventi in modo passivo. La narrazione è lenta, questo è vero, ma per me non è un problema e ho molto apprezzato tutto il contesto e le prove affrontate da Ofelia per diventare Virtuosa. Mi rivedo molto in Ofelia.

Ascolterò sicuramente il capitolo finale della saga, Echi in tempesta, per farmi la mia idea sul tanto criticato finale. Vi aspetto nei commenti per scambiarci opinioni.

A presto,

Cate Lucinda Vagni

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