Autistic Pride Day 2021: La prima stagione di Atypical e l’evoluzione della narrazione dell’autismo ( SPOILER ALERT!!)

Il 18 giugno è l’Autistic Pride Day. Nato nel 2005 su iniziativa di Aspies for freedom e Giornata per le persone autistiche decisa da altre persone autistiche.

In America, in contrapposizione ad Autism Speaks, è nato Autistic Self Advocacy Network \ ASAN che si occupa di narrare la condizione oltre gli stereotipi che la suddetta associazione invece porta avanti. Il termine (self) advocacy è complicato da tradurre ma si può rendere con (auto) rappresentazione, una forma di attivismo nelle quale le persone autistiche parlano senza il filtro di terze parti che spesso alimentano narrazioni pericolose.

Negli ultimi mesi sono approdata su Netflix scoprendo Hannah Gadsby, alla quale ho dedicato questo articolo. Oggi parlerò di Atypical, serie del 2017, analizzando la prima stagione.

Locandina della prima stagione

La famiglia Gardner, formata dai genitori Elsa e Doug e dai figli Sam e Casey, si trova da avvicinarsi al mondo dell’autismo attraverso il figlio maggiore, Sam. Il ragazzo, tramite le sedute dalla sua psicologa, Julia, spiega al pubblico determinate caratteristiche della condizione in maniera piuttosto realistica.

Già dalla prima puntata vediamo da vicino tutte le difficoltà vissute da questo ragazzo, che, a scuola, è controllato a vista dalla sorella minore. Ha bisogno di essere guidato praticamente in tutto e chiede costantemente consigli al suo unico amico, Zahid, il quale conquista con facilità quasi tutte le ragazze che incontra e ha sempre la battuta pronta per aiutare il suo amico anche se spesso i suoi modi di dire metaforici lo confondono.

Sam ha un interesse speciale verso i pinguini e tutte le sue conversazioni li vedono protagonisti. Da una parte sono proprio questi animali a fornire un mezzo per spiegare situazioni ostiche per lui, ma, allo stesso tempo, gli altri dopo un po’ lo trovano strano e lo allontanano annoiati.

Nel primo episodio, però, c’è una scelta che ho trovato di cattivo gusto nonostante la nobile intenzione di rappresentare qualcosa che effettivamente fa parte dell’autismo, ovvero l’ecolalia: Sam sta cercando informazioni per capire le ragazze e sente la parola troia. Inizia a ripetersela in testa in loop per poi urlarla, in maniera del tutto inappropriata, a una ragazza che non conosce e aveva semplicemente suonato alla loro porta. La scelta della parola mi ha infastidita molto, ma lo fa in diverse occasioni e per fortuna usa anche altre parole migliori.

Sam, come la maggioranza degli autistici, è ipersensibile ai suoni e deve indossare delle cuffie che lo estraniano dall’ambiente circostante per non avere una crisi.

La madre è molto apprensiva nei suoi confronti e partecipa a un gruppo di sostegno per madri con figli autistici che si confrontano sulle azioni quotidiane dei figli autistici. Il padre comunica poco con il figlio ma con il passare degli episodi creeranno un legame e il ragazzo si rivolgerà a lui per consigli di natura sentimentale.

Casey è una velocista, il pezzo forte della squadra della sua scuola. Non perde occasione di difendere il fratello, che, come spesso purtroppo accade, non comprende come mai stia venendo deriso. Sam, infatti, fa notare allo spettatore che quella dell’autistico che non ha la consapevolezza di cosa gli stia succedendo intorno sia una falsa credenza: lui sa di essere deriso, la verità, purtroppo, è che non capisce come mai questo accada. La sorella lo supporta e aiuta come può, tanto da arrivare ad avere una sospensione dopo aver tirato un pugno a una ragazza che era nel gruppo di bulli. Lei potrebbe essere considerata maschiaccio per i suoi atteggiamenti ma in realtà ha molte sfaccettature caratteriali e fermarsi all’apparenza sarebbe un errore. Comincerà una relazione con Ewan, fratello della ragazza che Sam aveva offeso nel primo episodio senza volerlo a causa della già citata pessima scelta di ecolalia.

Ewan è un ragazzo dolce e premuroso che impara a capire Sam e prova a sua volta anche a dargli qualche consiglio in varie occasioni.

La situazione si complica quando la madre inizia una relazione adultera e clandestina con il barista Nick e Sam fa capire al padre di aver sviluppato sentimenti per la sua psicologa, arrivando a compiere un’azione grave e ai limiti della legalità nel tentativo di conquistarla.

La relazione tra spettro autistico e spettro sessuale \ romantico avrebbe bisogno di un’analisi più approfondita perché molti autistici si dichiarano aroace a causa di tutte le barriere con le quali ci si scontra nel momento in cui si vuole intessere una relazione con qualcuno, a partire dal linguaggio non verbale fino alla difficoltà a essere toccati. Aroace è il termine che fonde aromantico e asessuale – ace in inglese indica l’asso delle carte da gioco ma anche le persone asessuali, ovvero che non provano attrazione sessuale per nessuno. Ovviamente le sfumature sono tante anche in questo caso ma in linea di massima la definizione è questa. Aromantico invece è un termine ancora più complesso da definire ma descrive un gruppo di persone che non sperimenta mai l’amore romantico che invece si manifesta in altre forme, spesso erroneamente assimilate al “semplice” affetto. Un aromantico tende a non volere relazioni sentimentali con un partner ma per esempio, si può affezionare nel profondo a un amico. Purtroppo gli aromantici sono spesso considerati anaffettivi, termine che in realtà ha tutt’altro significato e gli asessuali sono visti come eterni bambini perché non interessati al sesso e quindi considerati immaturi da quel punto di vista. – Sam, per esempio, afferma che lui ha bisogno di un tocco deciso, le carezze lo fanno sentire a disagio.

Subentra anche Paige, che si dimostra interessata a Sam. E’ una ragazza particolare ed esuberante quasi come il protagonista. Per non farlo parlare troppo dei pinguini gli dà un totale di tessere che lui deve restituirle durante la giornata se nomina questi animali. E’ una tecnica probabilmente molto realistica che però mi ha fatto storcere il naso perché sembra quasi un’imposizione. Ma, in ogni caso, Paige dimostra di tenere al ragazzo proponendo di organizzare un ballo scolastico silenzioso per non escluderlo dato che è sensibile ai rumori forti.

Il padre prova a entrare nel gruppo di supporto. Ed è proprio una data scelta terminologica imposta dal gruppo a essermi risultata sgradevole: per loro i figli non sono autistici, ma sono persone con autismo. Ho già parlato di quanto sia fuorviante questa distinzione anche se purtroppo molta gente ancora non la comprende del tutto e la trova una richiesta esagerata.

La gente pensa che le persone autistiche non provino empatia però questo non è vero. A volte non riesco a capire se qualcuno è arrabbiato ma una volta che lo so io provo molta empatia. Immagino più dei Neurotipici.

– Sam Gardner, Atypical

E’ una citazione degli ultimi episodi che ci tenevo tantissimo a riportare perché mi ha emozionata davvero appena l’ho sentita. Mi sono rivista in questa frase e penso che descriva perfettamente la mia empatia sensoriale. Per me. purtroppo, è come essere una spugna: assorbo le emozioni negative degli altri e si amplificano all’ennesima potenza.

Un altro aspetto assai pregevole è una scena in cui il protagonista ha un meltdown in autobus e l’autista, anche se ha imparato a comprenderlo, non cerca di risolverla a modo suo ma chiama i genitori.

Non aggiungo altro visto che forse ho già dato abbastanza informazioni. La serie, nel complesso, è buona per superare certi stereotipi. Non è piaciuta a tutti, qualcuno l’ha trovata comunque limitante sotto certi aspetti e nemmeno io mi sono rivista totalmente in Sam, ma è giusto così: lo spettro è ampio e nessuna rappresentazione è universalmente valida. Basta non limitare tutto alla sola narrazione o dell’autistico con disabilità cognitiva o di quello plusdotato.

Ho iniziato la seconda stagione e il 9 luglio uscirà la quarta e ultima. Ogni stagione avrà la sua recensione dedicata.

A presto,

Cate L. Vagni

8 pensieri su “Autistic Pride Day 2021: La prima stagione di Atypical e l’evoluzione della narrazione dell’autismo ( SPOILER ALERT!!)

  1. È un piacere leggere la tua recensione e ritrovare la maggior parte delle emozioni provate. Vorrei far risaltare che lo scopo educativo della famiglia tende all’autonomia di Sam come obiettivo principale

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  2. Mi fa davvero piacere che gli autistici in America abbiano iniziato il loro percorso di autorappresentazione nel modo a loro più opportuno, senza che qualcuno (neurotipico) lo faccia al posto loro, pertanto sono felicissima di sapere che sia nata Autistic Self Advocacy Network!
    La scena del primo evento di ecolalia ha fatto storcere il naso anche a me… mi è sembrata una scena forzatamente provocatoria e portata agli estremi, cosa che si distacca dalla realtà.
    Non l’avevo notata nel telefilm, ma è davvero una bellissima frase quella che hai riportato e sì, ti rispecchia tantissimo!
    Oddio l’uso delle tessere per poter parlare dei pinguini sa quasi di ammaestramento! XD
    Eh sì, dopo i tuoi insegnamenti, mi è parso davvero strano sentire la dicitura “con autismo” nel telefilm.
    Considerando che la serie è la prima del suo genere, che porta nelle case un personaggio autistico con tutte le sue difficoltà e complessità, direi che il lavoro è stato ottimo!
    p.s: Sam in alcuni episodi comunque dimostra di avere delle doti sorprendenti, che la maggior parte della popolazione non ha (ad esempio il disegno). Non viene etichettato come genio, ma è senz’altro fuori dal comune (in senso positivo)

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    • Sì in effetti è una comunità migliore rispetto a quella di Autism Speaks mi ovviamente non sempre è frequentata da persone con le quali puoi ragionare. Ci sono advocate molto estremisti e poco inclini al dialogo soprattutto iln America. Sì, quella ecolalia è davvero pessima…
      Ho riportato la frase precisa proprio perché mi ha colpito tanto.
      La cosa delle tessere probabilmente la fanno durante le terapie ABA visto che terapie come quelle sembrano mirare a “neurotipicizzare” la persona autisca per questo mi ha abbastanza disturbato. È una battaglia continua perché comunque tanta gente non vuole capire che non è una richiesta esagerata e insensato ma è una sottigliezza abbastanza importante quella di usare esclusivamente il verbo essere quando si parla di autismo. Io e gli altri attivisti su Instagram ci troviamo spesso a discutere con chi dice che è una richiesta esagerata e fa esempi spesso fuori luogo. Lo so che Sam ha un enorme talento per il disegno ma tutto sommato non è considerato “geniale” per questo per fortuna.

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