La mia prima esperienza con Audible

Io sono quella che viene definita una “lettrice forte“: leggo più libri contemporaneamente e ho aperto il blog anche per un confronto con altri lettori. Da qualche anno, però, mi sono trovata a riflettere sul fatto che non è una gran cosa leggere troppi libri insieme: anche se non confondo le trame, magari confondo i personaggi o mi scordo come si scrivono i nomi e questo mi dà abbastanza fastidio perchè voglio essere precisa nelle recensioni.

A volte mi trovo a riflettere che forse la disgrafia è un pò complice di questo: essendo un DSA, ovviamente ha conseguenze anche sulla mia memoria, perchè non è umano volersi ricordare ogni singolo dettaglio, anche se l’opera ti è piaciuta, e io lo faccio da sempre. A scuola avrei potuto usare mappe concettuali, ma non sono mai riuscita a gestire lo spazio in modo funzionale quindi sarebbero state solo controproducenti. Di conseguenza mi arrangiavo come potevo come se già non fosse abbastanza sfibrante doversi concentrare sul come scrivevo perchè sennò arrivava la solita osservazione inutile “ Lei è brava, eh, ma non si capisce nulla di quello che scrive”, come se il mio fosse un dispetto verso gli insegnanti.

Questo per dire che negli ultimi anni ho sviluppato una certa sensibilità verso il tema dell’editoria inclusiva, del quale ho parlato in occasione della Giornata Mondiale del Libro del 2021. Ritorno su questo argomento dopo essermi approcciata per la prima volta agli audiolibri dopo anni di scetticismo. Dovete sapere che mi sto appassionando molto a questo argomento e ci tengo a ribadire che, purtroppo, la lettura di un testo scritto non è accessibile a tutti, infatti molte persone disabili e neurodivergenti rinunciano in toto alla lettura dopo essersi sforzate per anni di farlo. Me ne sto rendendo conto anche da lettrice avida e accumulatrice di libri, anche di mattonazzi- espressione coniata da Matteo Fumagalli e Ilenia Zodiaco per tutti quei romanzi corposi, che non per forza sono classici – : in un primo momento l’utilizzo dell’ebook mi aveva aiutato visto che si modula automaticamente in base alla luce esterna e puoi scegliere tu il font- ce ne sono un paio creati appositamente per le persone dislessiche, dei quali fa parte l’ Open Dyslexic – e la grandezza del carattere, Ma a volte anche quello era faticoso se avevo studiato sull’ebook. Il mio scetticismo sugli audiolibri, in realtà, derivava dal fatto che, inconsciamente, li equiparavo ai video yt, che io uso sempre come sottofondo mentre faccio altro. Temevo che avrei perso pezzi per strada a usare l’audiolibro mentre facevo altro, come scrivere o passeggiare, invece ho realizzato, con immensa gioia, che camminare ascoltando un audiolibro me lo fa memorizzare meglio. Poi, ovviamente, non tutti gli audiolibri sono uguali e troverò anche quelli letti peggio, ci sta, ma questa prima esperienza mi ha fatto capire che era un limite piuttosto sciocco il mio.

L’audiolibro in questione è Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd, letto dall’attore Pietro Sermonti: ( la recensione ha un articolo dedicato):

Siobhan Dowd, Il mistero del London Eye, Uovonero edizioni, letto da Pietro Sermonti per Emons audiolibri.

Pietro Sermonti ha recitato nella fiction Tutto può succedere, quindi non è nuovo al tema dell’autismo. Come accede per i libri. la voce di Sermonti mi ha coinvolto e ho divorato l’audiolibro, devo trovare un corrispettivo dell’espressione “Non staccarsi dalle pagine” da usare per quest’esperienza, mi date una mano?

Il romanzo è un giallo indirizzato a un pubblico di giovanissimi infatti l’escamotage alla base della risoluzione del mistero – in questo caso la sparizione del cugino del protagonista, Ted – sia affidata per la gran parte al grande intuito del giovanissimo protagonista invece che alla poliziotta adulta che segue le indagini a tratti è abbastanza ingenuo se letto con occhi adulti, ma funziona e ha senso se a leggerlo e una persona dell’età di Ted, ovvero dodici anni. La voce di Sermonti si adatta perfettamente a qualsiasi momento della narrazione: quando Ted fa un’osservazione ironica ti scappa un sorriso, anche perchè molte osservazioni di Ted sono paradossali perchè interpreta alla lettera i modi di dire, nel senso che si mette a spiegarli pedissequamente. Ho adorato questa scelta, sinceramente, ma forse sono di parte perchè sono autistica xD. Allo stesso modo, nei momenti di maggior tensione la voce del narratore di sa trasmettere l’angoscia di tutti i personaggi, la paura che Salim non venga mai trovato e il senso di colpa della madre che, per buona parte del libro, fa orecchie da mercante a chiunque le dica che Salim potrebbe essere fuggito proprio da lei e da quel trasferimento forzato che non accettava, persino lo stesso padre del ragazzo glielo fa notare a un certo punto e lei continua a non ascoltare. Come i momenti in cui Ted viene ripreso dai genitori o dalla sorella perchè sembra non prendere abbastanza sul serio la situazione: si percepisce che l’autismo crea una effettiva barriera di comunicazione perchè Ted vorrebbe fare osservazioni che appaiono abbastanza fuori luogo anche se non le fa per ferire. Le emozioni dei personaggi arrivano tutte con intensità, ancora più di quanto mi è mai successo leggendo un libro scritto. Sono felice che la mia paura di non riuscire a immaginare perfettamente le scene sia stata smentita del tutto, anzi, l’audiolibro mi ha facilitato questo processo di pensiero visivo che, in effetti, a volte non funziona del tutto mentre leggo perchè magari l’azione è troppo frenetica o non sono abbastanza concentrata su quello che sto leggendo e quindi perdo pezzi.

Ci sarebbe da aprire un’altra parentesi su quanto siano fastidiose certe opinioni di chi sminuisce a priori gli audiolibri dicendo che così “Non hai letto davvero”: sono due esperienze diverse e se una persona si trova meglio con l’audiolibro non è giusto farla sentire in difetto. Io non dico che non leggerò più libri cartacei e/o digitali, ma se posso optare per l’audiolibro ben venga. Spesso queste posizioni così nette e pronunciate a cuor leggero rasentano l’abilismo e mi dispiace dirlo. Così come non ha senso dire “Se leggi graphic novel o fumetti bari. ” come se fossero opere meno complesse da leggere. Ogni esperienza di lettura e fruizione di contenuti scritti è ugualmente valida, non ne esiste una migliore di un’altra.

L’argomento di come la sintesi vocale e altre funzionalità rendano maggiormente accessibile la lettura alle persone neurodovergenti e disabili – sono nate per persone con disabilità visive o ipovedenti, ma a oggi sono impiegate anche da altre categorie di persone che lo sono a vari livelli – è enorme e lo sto approfondendo molto negli ultimi mesi per i miei studi, prima o poi aspettatevi un articolo dedicato visto che mi sta molto a cuore, come tutto ciò che riguarda l’abbattimento delle barriere di qualsiasi natura che esclude le persone disabili da attività che fanno parte dei diritti fondamentali, come per l’appunto l’apprendimento, l’istruzione e la lettura.

Spero che questo articolo sia utile per una riflessione futura, anche nei commenti. Aprire la mente è fondamentale, sempre.

A presto,

Cate Lucinda Vagni

13 pensieri su “La mia prima esperienza con Audible

  1. Anch’io ascolto audiolibri, ma quasi sempre del XIX secolo e letti da persone non professioniste. Di solito li ascolto quando disegno, visto che spendo anche diverse ore nel realizzarli. Comunque fumetti e graphic novel sono generi letterari con una dignità ancora non universalmente riconosciuta. E lo dico da persona che non li legge, ma solo perché per me sono cognitivamente stressanti. L’audilibro è valido come il libro di carta, anche se il primo lo scelgo solo quando non posso, per praticità, usare il secondo.

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    • Io sto diventando sempre più insofferente a queste opinioni così trancianti, sarà che sto prendendo sempre più a cuore la questione dell’ accessibilità alla lettura della come persona neurodivergente, ma questa categoria di lettori per me è veramente ardua da sopportare 🙄

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