Una condizione che somiglia all’immortalità, ma non lo è: Tom e l’anegeria nel romanzo “Come fermare il tempo” di Matt Haig

Oggi vi parlo di un autore che ho scoperto di recente, un autore che mi aveva incuriosito già da tempo ma il libro che avevo comprato, La Biblioteca di Mezzanotte, ha alla base un espediente di trama che per me era troppo doloroso da affrontare per motivi personali, quindi ho scelto Come fermare il tempo: Matt Haig.

Alcuni romanzi dell’autore rientrano nel realismo magico, questo, invece, è un romanzo storico con tinte fantastiche, drammatiche e romantiche: Haig inventa una condizione chiamata anegeria, chi ne è affetto invecchia di un anno ogni quindici, quindi potrebbe apparentemente sembrare immortale, ma non lo è. Il protagonista del romanzo è Tom, un uomo che è vivo da parecchio tempo, non vi svelo l’anno esatto di nascita, ma, nella Londra dei giorni nostri, è un professore di storia che non dimostra più di quarant’anni e ha vissuto quasi tutti gli eventi storici che spiega ai suoi allievi mentre cerca la figlia, Marion, dalla quale è stato separato nel secolo dal quale proviene e che insegue nelle varie epoche storiche che vive. Le persone come Tom sono parte della Società degli Albatros, con a capo il Dottor Hendrick, medico che cura l’uomo e gli ha imposto di non innamorarsi per tutelare la sua identità. Ma ci riuscirà davvero?

Parlare di questo romanzo, nonostante la trama sia semplice, è complesso: è uno di quei romanzi in cui con una sola parola fai spoiler enormi. L’espediente narrativo dell’anegeria è molto originale e interessante per portare riflessioni sulla vita di Tom e sull’amarezza che sente per il fatto di essere costretto a non legarsi a nessuno mentre cerca la figlia. Dopotutto, creare legami affettivi è una necessità umana e innata, con o senza il lato romantico. Hendrick vuole impedirglielo in tutti i modi, tanto che, alla fine, Tom inizierà a dubitare della buona fede del dottore. Leggere della vita di Tom nelle varie epoche storiche ha un che di estraniante  quando torni alla vicende narrate ai giorni nostri e gliele senti raccontare come professore di storia con grande distacco, ma, allo stesso tempo, funziona bene per farti capire come si sente Tom nel presente.

Questo romanzo è indicato anche come “ lunga seduta di psicoterapia“, quasi fosse un sottogenere della storia, come a evidenziare l’importanza delle riflessioni sulla solitudine e il dolore del protagonista, che vive la sua condizione come una maledizione e non è per niente felice di averla, Quelli come lui muoiono solo in due modi: nel sonno dopo svariati anni di vita o se vengono assassinati, non si ammalano mai. L’autore è AuDHD e, forse, questo ha influenzato molto il suo stile narrativo e l’introspezione sia in questo romanzo che negli altri.

Se conoscete l’autore, ditemi la vostra nei commenti per parlarne un pò. Vi aspetto nei commenti anche per sapere se la recensione vi ha incuriosito.

A presto,

Cate Lucinda Vagni

7 pensieri su “Una condizione che somiglia all’immortalità, ma non lo è: Tom e l’anegeria nel romanzo “Come fermare il tempo” di Matt Haig

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