Un tag per raccontare un pò di me

Ogni tanto stacco dai soliti articoli per divagare un pochino e proporre articoli più personali e i tag si prestano bene a questo: oggi, basandomi sulle domande proposte da Austin Dove del Blog di Tony, analizzerò il mio stesso blog e mi lascerò andare a vari flussi di pensieri attraverso Blogger Tag.

Le domande sono 6:

  • Perchè hai aperto il blog?
  • Qual è l’articolo che ti rende più orgoglioso?
  • Qual è il tuo articolo più visualizzato?
  • Il tuo blog si è trasformato dagli inizi?
  • Qual è il tuo prossimo obiettivo da raggiungere con il blog?
  • Consigli alle persone di aprirsi un blog?

Iniziamo:

  • Le mie prime certificazioni le ho avute in età prescolare, a cinque anni: dsa – discalculia e disgrafia – e disprassia motoria, poi, nove anni fa, si è aggiunta quella di autismo. Della disprassia motoria non si sa quasi nulla, dell’autismo, forse un pò di più ma non era abbastanza. Venivo da una situazione emotiva complessa tra terza e quarta superiore e lì per lì non è stato facile nemmeno accettare la diagnosi di autismo per com’era formulata. Continuo a pensare che la terminologia usata sia terribile, ma non divaghiamo. Gli ultimi due anni delle superiori ho anche frequentato un corso di scrittura creativa, del quale non ho mai parlato, magari, un giorno, lo farò. Inizio l’università con la convinzione di essere incapace di interagire con gli altri e, in più, anche con l’idea di essere una persona potenzialmente sgradevole a causa di quelle parole così pesanti scritte sulla diagnosi che hanno sfalsato l’immagine che avevo di me. Sempre che, effettivamente, ne avessi una dentro di me. Fortunatamente vengo smentita subito e trovo una persona a cui legarmi in quell’ambiente nuovo, il resto viene da sè. Poi arriva il 2020 e da lì scopro dell’esistenza della comunità autistica, che mi apre un mondo e cambia la prospettiva di tutto e la percezione che avevo di quelle parole così dure cambia e mi vedo meglio. Quindi, il 22 aprile 2020, pubblico la mia presentazione e inizia questo viaggio. Ho aggiunto anche le recensioni\ analisi dei libri perchè sono la mia grande passione e volevo condividere le mie riflessioni con altri. Ho anche ripescato una piccola intervista fattami da Gaia Lorenzini, sul suo blog dedicato al suo lavoro di assistente sociale, che è molto carina come ulteriore presentazione.
  • Siccome non tutti mi seguono su Facebook, racconto anche qui le soddisfazioni recenti: la casa editrice Uovonero ha ricondiviso tre miei articoli, due dedicati a Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd ( la recensione vera e propria e la riflessione sull’audiolibro ) e la recensione di Like a Charm di Elle McNicoll. Ora sono ancora più in hype per la lettura del volume conclusivo di questa dilogia, che è uscito a ottobre per Knigts Of Media e Uovonero lo porterà in Italia entro la metà dell’anno prossimo. Mi sembrava importante raccontarlo anche qui, perchè significa che questo piccolo spazio personale ottiene dei riconoscimenti anche fuori da WordPress sui social e vuol dire tanto per il percorso di autorappresentanza che porto avanti qui. Ma anche l’articolo dove spiego cos’è per me la sensibilizzazione e qual è lo scopo di questo spazio è molto importante per me.
  • Non l’avrei mai pensato, ma, stando alle statistiche generali del blog, il più visualizzato dalla sua apertura è questo. La plusdotazione è una neurodivegenza spesso associata all’autismo quasi dando per scontato che, se non hai disabilità cognitiva, allora sei APC, ma è un’idea fin troppo semplicistica. Tra gli articoli recenti più visualizzati c’è proprio quello che mi aspettavo, anche se per me è sempre un colpo al cuore rivedere quell’immagine, ma ne parleremo con l’ultima domanda.
  • Cerco sempre di migliorare la qualità dei miei contenuti sfruttando le capacità minime che ho. Anche se parlo di me e di una condizione che mi riguarda da vicino la ricerca è fondamentale, quindi cerco fonti aggiornate e raccolgo informazioni. Gli articoli più “generici” a tema autismo sono i più complicati da portare con frequenza per questo, mentre la rubrica sulla rappresentazione mediatica è più gestibile per questo, ma comunque non meno fondamentale per la sensibilizzazione. Avevo provato tempo fa a sperimentare la programmazione predefinita per tenere alta l’attenzione – i migliori orari di pubblicazione sono mezzogiorno e le sette di sera, stando a quanto dicono quelli che lavorano con IG, Tik Tok e YouTube. Il primo perchè è l’ora di pranzo e il secondo perchè è l’orario in cui le persone escono dagli uffici -, bene, a quanto pare per i blog non funziona perchè per il periodo in cui ho sperimentato questa cosa il traffico è rimasto invariato. Ma, comunque, mi mantengo sui due articoli al mese, tre se ci sono mesi con giornate particolarmente rilevanti da considerare, e direi che va bene così.
  • Ho parecchie idee, ma il tempo è quello che è. Una delle idee che ho in mente da più tempo e per la quale avevo creato la sezione apposita Biblog,, soprattutto alla luce del fatto che presto mi laureerò in un master specifico sulla catalogazione, è quella dove vi introduco al mondo biblioteconomico e archivistico con piccole pillole. Un’altra idea è quella di portare riflessioni sulla lettura ricollegandomi a termini diffusi sui Booksocial, come il blocco del lettore o la TBR. Mi piacerebbe portare questi argomenti più generali sulla lettura, dato che è la seconda colonna portante del blog e coesiste con la sensibilizzazione. In ultima, ma non per importanza, articoli di sensibilizzazione più elaborati o anche aggiornamenti terminologici di vecchi articoli, ma anche tanti altri per giornate specifiche o di approfondimento di determinati temi. Come ho scritto sopra, sono articoli che richiedono una lunga riflessione e tanta ricerca, ma la volontà ce l’ho. Questi sono i macrotemi, vedremo se riuscirò a concretizzarli o resteranno solo teoria.
  • Questo sarà il vero flusso di pensieri, perchè ho molto da dire. In linea di massima, concordo con quanto scritto da Antonio nel suo Blogger Tag, ma vorrei aggiungere altro. Come raccontavo nella prima domanda, ho frequentato un corso di scrittura creativa che mi ha aiutato a lavorare su questa mia passione per arrivare a scrivere tre romanzi – un romanzo contemporaneo per ragazzi che parla di autismo e due fantasy. -. Scrivere dell’alluvione di un anno fa mi ha aiutato a elaborare l’accaduto e a capire meglio come mi sentivo, quindi quell’articolo è stato quasi terapeutico. Infatti, da questo punto di vista, consiglio a tutti di scrivere per sè stessi per elaborare situazioni particolarmente complesse. Ma aprire un blog è un’altra storia: purtroppo devo sconsigliarlo perchè, a conti fatti, non è la piattaforma migliore per come si stanno evolvendo le cose. Anche se gli iscritti salgono, i commenti restano pochi e i mi piace arrivano molto lentamente. I meccanismi dei social sono questi e le persone tendono a preferire contenuti di più veloce fruizione. Alcuni miei articoli sono indicizza sul motore di ricerca e in questo modo le visual aumentano un pochino. Non tutti hanno le capacità per gestire la promozione social, che è molto complessa e richiede capacità tecniche che, nel mio caso, sono ostacolate dalle mie difficoltà di coordinazione della motricità fine e, infatti, mi innervosisco ogni volta che devo fare pubblicità agli articoli su Instagram. Oltretutto il collegamento tra i vari social e WordPress mi è sempre sembrato fin troppo cervellotico e mi pare che ogni aggiornamento della piattaforma contribuisca solo a renderlo ancora più ostico: per Facebook è tutto automatico e non è un gran problema, ma Instagram mi fa impazzire ogni volta. Adesso se l’articolo non ha un’immagine di copertina la pubblicazione su IG non è automatica, ma deve passare per forza da Facebook con il solito screeshot brutto che facevo prima. E il formato delle storie IG mi dà sui nervi ogni volta perchè posizionare la scritta dove presento l’articolo del giorno e la foto richiede una gestione dello spazio che per me non ha alcun senso. Per concludere la risposta a questa domanda e il mio flusso di pensieri ci tengo a ricordare che una passione può restare tale anche con poche persone che ti seguono, non tutti vogliono remunerarla e questo non la rende meno valida.

Queste sono le mie risposte alle domande proposte da Antonio, mi è piaciuta questa idea e volevo dire la mia, l’ultima domanda per me è la più interessante. Se altri blogger vogliono proporre la loro versione, non penso che ci siano problemi a usare le domande originali di Antonio.

Aspetto le vostre opinioni in merito e per adesso vi saluto,

A presto,

Cate Lucinda Vagni

19 pensieri su “Un tag per raccontare un pò di me

  1. ciao e grazie di aver risposto alla tag^^

    per la questione like e commenti, concordo: quest’anno si chiuderà per il mio blog con il picco assoluto mensile (ottobre) e annuale in visite e visitatori, ma per like e commenti c’è un picco negativo anno dopo anno sempre peggiore; credo che sia dal 2021 che le cose sono veramente peggiorate, almeno a livello statistico

    per l’articolo più letto, ci sta: intanto complimenti per l’approfondimento tecnico (anche se ti consiglio, quando linki qualcosa, di ricordarti di pinnare l’opzione di apertura in una nuova finestra), e quel tipo di articolo tecnico, su quell’argomento così puntuale, è il classico articolo che viene indicizzato bene e ha poca concorrenza

    invece mi colpisce come molti che scoprono la scrittura hanno avuto una sensazione di malessere nella prima gioventù; è questo il fattore comune?

    Piace a 1 persona

    • Ovviamente lo avevo fatto, ma tutti i flag si erano disattivati, che fastidio.
      Non ci avevo pensato e hai ragione: ha senso che sia il più letto perchè è più facile da indicizzare rispetto agli altri. Era quello il punto dell’ultima domanda, tra l’altro xD
      Io non controllo quasi mai le statistiche anche perchè mi fanno salire l’angoscia, l’ho fatto per rispondere alla domanda specifica che lo chiedeva, pennsa un pò ahah
      Io ho sempre scritto, fino alla terza superiore ho riempito quaderni interi di storie fantasy che nella mia testa erano saghe, poi ho smesso per quella fase che ho descritto nell’articolo e durante il quarto anno di superiori ho partecipato a questo gruppo di scrittura creativa che ho citato nella prima risposta.
      Grazie a te per questi spunti di riflessione 🙂

      Piace a 1 persona

        • Sì, anch’io alle medie avevo questa specie di ora di scrittura creativa, ma i racconti erano “di gruppo” quindi spesso venivano fuori dei racconti strani. Una volta volevo inserire la mia squadriglia degli Scout nella storia ma scrissi solo “Tigri ” e non ebbi tempo di spiegare al compagno che doveva finire il racconto che era il nome di una squadriglia, non erano gli animali veri 🙈

          Piace a 1 persona

  2. Diciamo che i blog sono dei dinosauri del web e che sono altre le piattaforme che vanno per la maggiore. È improbabile fare i numeri che si fanno con TikTok con un blog. Allo stesso tempo, però, se scrivere testi (più o meno) lunghi è la cosa che ti si addice di più, il blog ti dà più libertà di qualsiasi altra piattaforma.
    Per i commenti, nella mia esperienza, ne ricevo di più quando scrivo di un libro conosciuto e la mia impressione che, a differenza di quanto accade per i social, sui blog si tende a commentare solo se si ha davvero qualcosa di costruttivo da dire; altrimenti si lascia un mi piace di generale apprezzamento per quanto si è letto.

    "Mi piace"

    • Avevo provato a realizzare dei contenuti per Tik Tok ma non ce la faccio perché andrebbero editati un minimo e io non ho proprio la forza di farlo, già le storie di ig mi indispongono un sacco. Le descrizioni lunghe sono altrettanto fastidiose perché le devi spezzare in mille parti visto che i caratteri sono comunque limitati su ig. Il blog è perfetto. Tra l’altro gli articoli hanno il tempo di lettura mentre li scrivi e mi sembravano lunghi, ma tutti non superano mai i 7 minuti di lettura xD questa cosa del tempo di lettura in realtà è una questione di accessibilità per chi ha difficoltà a gestire l’attenzione, quindi va anche bene, ma tutti gli altri sembra che semplicemente si stiano impigrendo perché se non riesci a leggere manco un articolo di 7 minuti forse dovresti cercare di avere più pazienza e non cercare contenuti ancora più rapidi. Per i commentatori non lo so, a volte vedo utenti che commentano anche una sola parola. Ho trovato un utente sotto gli articoli di altri blogger che a volte saluta e basta e non scrive altro. La cosa mi lascia perplessa ma sono scelte. .

      Piace a 1 persona

      • Sulla difficoltà di gestire i social sfondi una porta aperta: li ho mollati tutti per il Fediverso, dove tutto è più rilassato e meno incentrato sulla performance, i numeri e la perfezione. Ci sono solo quattro gatti? Vero, ma mi ci trovo molto più a mio agio.
        Il tempo di lettura è molto soggettivo: secondo me è più un indicatore di quanto è lungo l’articolo piuttosto che di quanto ci mette una persona a leggerlo.
        È vero, ne incrociati anch’io tanti dove si saluta e basta (e per i quali condivido la tua perplessità): diciamo che molto dipende anche dall’argomento del blog, ma per loro struttura tendono a spingere a commentare solo se si ha un’informazione importante da condividere, o comunque si vuole comunicare qualcosa di più articolato del generico apprezzamento che dà il mi piace.

        Piace a 1 persona

        • Che poi “più veloce ” un cavolo: ora anche su Tik Tok puoi fare video di 10 minuti quindi fa sempre più concorrenza a YouTube. Sono curiosa di questo Fediverso, magari ci darò un’occhiata. Sì magari il tempo di lettura è solo indicativo, visto che lo ha anche l’ebook per esempio, ma secondo me è utile. Sono d’accordo anche che tutto dipende dell’argomento del blog, ma anche commentare solo con emoji mi sembra poco costruttivo. Va bene per Fb o altro, ma non per WordPress. È bello avere dibattiti. Non saprei, è tutto così complesso.

          Piace a 1 persona

          • Alla fine questi social diventano tutti uguali…
            Il Fediverso è un mondo vasto (del quale tramite plugin può far parte anche WordPress): ti consiglio di partire dalla pagine Wikipedia e poi di cercare le guide alle varie piattaforme (Mastodon, Misskey, Pixelfed, Friendica, Lemmy…) perché sono davvero tante!
            Anch’io trovo utile il tempo di lettura: se ho poco tempo o la testa tra le nuvole mi fa capire se è il caso di leggere un articolo o rimandare.
            Neanche io capisco bene quel genere di commento: preferisco lasciare un mi piace, segno che ho apprezzato quello che ho letto, ma che non ho niente da aggiungere sull’argomento. A volte, sotto una recensione di un libro che mi ha colpito, mi sembra brutto pure scrivere semplicemente che il libro è finito nella mia lista perché mi sembra di sminuire l’impegno che quella persona ha messo nell’elaborare il suo pensiero, ma forse sono strana io!😅

            Piace a 1 persona

            • Sto scrivendo una tesi sulla lettura inclusiva e parlo anche di questo. In tutti gli articoli che sto consultando in cima c’è il tempo di lettura quindi suppongo che sia un accorgimento rivolto soprattutto alle persone adhd che hanno difficoltà a concentrarsi per lungo tempo quindi così si possono regolare meglio. A volte scrivono la durata anche nei video di Tik Tok quando superano i 5minuti. Ammetto che a volte anch’io li velocizzo, ma se leggo lo faccio con calma. Mi dà abbastanza fastidio che ora tutto sia così veloce anche perché non ha senso.
              Dove lo trovo questo Fediverso? C’è un link?
              Per l’ultima parte del commento non ho niente da aggiungere perché la penso come te. Certe volte se non riesco ad argomentare piuttosto non commento proprio.

              Piace a 1 persona

  3. Noto che qua sopra tu e Austin Dove avete parlato di visualizzazioni. Riguardo ad esse l’obiettivo minimo che mi pongo è farne almeno 18.250 all’anno. Perché se raggiungo quel numero, significa che il mio blog fa 50 visualizzazioni al giorno, che non sono affatto poche se consideri che viene aggiornato una volta al mese. Nel 2023 quest’obiettivo fu raggiunto per il rotto della cuffia (ne feci 18.481), il 2024 invece è stato un anno stellare: ne ho fatte addirittura 21.627.
    Per quanto riguarda i miei singoli post, quando va male fanno 200 visualizzazioni, quando va bene ne fanno 1.000. Anche l’anno scorso è stato così, con una sola clamorosa eccezione: il mio post mensile di Luglio (https://wwayne.wordpress.com/2024/07/14/io-e-valentina/), che è andato benissimo fin da subito, ha continuato a piacere anche nei mesi successivi e ha chiuso il 2024 con la mostruosa cifra di 2.094 visualizzazioni. Un risultato ancora più clamoroso se consideri che è stato pubblicato in piena Estate, quando sono tutti al mare e su Internet circola molta meno gente. Ero consapevole già mentre lo scrivevo che quel post era bello e sarebbe piaciuto, ma non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così popolare.

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a wwayne Cancella risposta